Il finlandese si è congedato dalla Ferrari dopo il GP di Abu Dhabi 2018 per passare all'Alfa Romeo Sauber. Kimi si racconta in un'intervista a Sky Sport F1: "Nell'addio non c'è nulla di triste perché conosco il team dove andrò a correre. Rimarremo tutti amici. La Rossa è una passione diffusa unica". Lo Speciale Kimi, "L'Ultimo Imperatore" alle 19.45 di stasera su Sky Sport F1 (canale 207)
Kimi Raikkonen si è congedato dalla Ferrari e dai tifosi della Rossa dopo una storia di 8 anni. L'Ultimo Imperatore, vincitore del Mondiale 2007 (all'Alfa-Sauber nei prossimi due anni) è il protagonista dello speciale di Sky Sport F1 (canale 207) con un'intervista realizzata da Mara Sangiorgio. "Non credo che questo addio alla Ferrari sia triste perché conosco il team in cui andrò a correre - ha detto - Ovviamente sarà diverso ma non c’è nulla di triste, abbiamo vissuto bei momenti ed è per questo che nessuno dovrebbe essere triste". Raikkonen, ultimo vincitore di un Mondiale con il Cavallino, nel corso della stagione 2018 ha ottenuto 12 podi: 4 secondi posti, 7 volte terzo e un successo, quello al GP degli Usa di Austin. Il pilota di Espoo, inoltre, è anche l'ultimo pilota di Maranello protagonista di una vittoria nel Mondiale costruttori, nel 2008, e l'ultimo ferrarista ad aver centrato una pole, a Monza lo scorso settembre.
Il significato della Ferrari secondo Kimi
"La Ferrari è diversa rispetto a qualunque altro team, c’è una grande passione: ovunque tu vada nel mondo, tutti la conoscono. E’ anche un modo più italiano di vedere le cose. Troppa passione? No, ma a volte ne andrebbe bene anche un po’ meno però, in un modo strano, ci integriamo molto bene insieme", ha spiegato.
Il rapporto con l'Italia
"Io sono diverso dagli italiani - ha raccontato - ma le cose sono funzionate piuttosto bene tra di noi. Sarà diverso i prossimi anni, ma rimarremo tutti amici anche se non lavoreremo più insieme. Questo è molto più importante. Ci vedremo nel paddock ogni weekend di gara quindi non ci sarà tanta differenza".
Un consiglio a Leclerc?
"Conosce l'ambiente, arriva dall'Academy della Ferrari. Il suo arrivo è diverso dal mio che non consoscevo per nulla il contesto di Maranello. Per lui sarà più facile"