Il 19enne Mick, figlio del sette volte campione del mondo di Formula 1, parla delle difficoltà di portare un congnome così "pesante". E racconta lun aneddoto: "Una volta papà mi chiese se le corse sarebbero rimaste per me solo un hobby. Ma io desideravo diventasse il mio lavoro"
Mick Schumacher, un presente nell'Academy della Ferrari, un futuro promettente e quel cognome che sarà sempre pesante da dover gestire: "Sono felice di essere il figlio del più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi” – ha detto alla rivista ufficiale della FIA, Auto – Contento che sia diventato quel tipo di campione e lo ammiro tanto anche se a volte può essere difficile. Ci sono lati positivi e negativi. Al di là di questo, però, avere il supporto di tante persone in giro per il mondo non può essere affatto una cosa negativa e sono grato per questo". Per il 19enne Mick la prossima stagione sarà quella del debutto in Formula 2, ancora con il team Prema; l'obiettivo è ottenere la superlicenza per entrare cerchia dei "grandi". Cosa che, grazie alla Ferrari Driver Academy, potrebbe relizzarsi già nei prossimi mesi partecipando ai test con Haas, Alfa Racing o proprio con la Ferrari.
Come tutto è cominciato
"Le corse e il karting sono una cosa normale nella mia famiglia e ho sempre amato andare in kart con mio padre - ha raccontato - E' stato bello condividere questo con lui e ricordo che un giorno mi chiese se questo per me avrebbe continuato a essere solo un hobby o se avessi voluto farlo da professionista. Gli risposi che desideravo farlo come professione. Non ho mai voluto altro".