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F1, GP Bahrain 2019: analisi tecnica, tutto sul circuito di Sakhir

Formula 1

Cristiano Sponton

Seconda gara del Mondiale a Sakhir, su un circuito un circuito che richiede molta trazione, sollecitando parecchio le gomme posteriori. La gara si disputerà in notturna (appena dopo il tramonto) per cui l'asfalto andrà a raffreddarsi durante il GP. Il 31 marzo, GP del Bahrain in diretta esclusiva su Sky Sport F1 (canale 207)

LA CRONACA DEL GP DEL BAHRAIN

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La seconda gara del Mondiale 2019 si svolgerà sul tracciato del Bahrain, circuito permanente disegnato da Hermann Tilke. La gara si disputerà in notturna dopo il tramonto per cui l’asfalto andrà a raffreddarsi durante il GP, aprendo nuovi scenari nell’utilizzo delle tre mescole di gomme disponibili quest’anno. Sarà un GP molto importante soprattutto per la Ferrari dopo le opache prestazioni offerte sul cittadino di Melbourne. SF90 che si era presentata in Australia con i gradi di favorita ma che ha deluso le aspettative per una serie di problemi che nei test non si erano visti o erano stati mascherati piuttosto bene dal team con sede a Maranello. Analizzando in dettaglio la prestazione della Ferrari si è notato che il distacco dalla Mercedes è stato rimediato principalmente nelle curve di media velocità e nei rettifili a dimostrazione che l’assetto utilizzato non era sicuramente ideale e che la Power Unit per vari problemi non è stata sfruttata al massimo del potenziale. Sarà un fine settimana molto importante per Mercedes e soprattutto per Red Bull che dovrà dimostrare la competitività della Power Unit Honda su un circuito dove i cavalli sono fondamentali. Secondo Helmut Marko i nipponici, durante l’inverno, hanno svolto un ottimo lavoro riuscendo a portare il gap di potenza da Mercedes a soli 15 cv in configurazione di gara mentre, in qualifica, la differenza è sicuramente maggiore.

Pista da medio-alto carico

Il tracciato misura 5.142 m e a livello aerodinamico verrà utilizzato un setup da medio e alto carico. Lo possiamo considerare un circuito stop&go visto che sono presenti parecchi allunghi piuttosto importanti seguiti da curve a gomito. I punti di frenata più impegnativi sono quelli di curva 1 visto che sul rettilineo principale, grazie all’utilizzo del DRS, le vetture toccheranno velocità intorno ai 330 km/h per poi affrontare una curva molto ampia ad una velocità piuttosto bassa.  In seguito segue un allungo, cui si alterna la complicata curva 4, che presenta un sostenuto cambio di pendenza. E’ il tratto in cui ha inizio il percorso più guidato, costituito da un tratto rapido, un rettifilo piuttosto breve e un altro tornante in discesa. Successivamente i piloti dovranno affrontare le temibili curve 9 e 10, alquanto difficili da interpretare, poiché oltre ad essere in pendenza, vedranno un continuo susseguirsi di bloccaggio delle gomme in frenata. Dopo questo tratto guidato i piloti affronteranno un rettifilo piuttosto lungo a cui seguirà l’unico vero tratto di curve, la 11 e la 12, seguite da un altro rettifilo. Restano, infine, la curva 14 e 15, che conducono i piloti sul rettilineo principale. Quello di Sakhir è un circuito che richiede molta trazione per cui, specialmente le gomme posteriori, saranno molto sollecitate.

Il setup delle monoposto

Gli ingegneri dovranno scegliere un assetto aerodinamico di compromesso per avere la giusta velocità nei rettilinei ed il giusto carico aerodinamico per favorire le frenate e la trazione. Setup che dovrà tenere in conto anche dell’usura degli pneumatici visto che, l’utilizzo di un setup aerodinamico meno carico, va ad influire negativamente anche sul consumo delle gomme. Visto le frenate molto impegnative sarà molto sollecitato l’impianto frenante e proprio per questo, i team, dovranno utilizzare delle prese di raffreddamento piuttosto generose per garantire la giusta dispersione di calore. Un’altra aerea della vettura che sarà messa sotto stress è la Power Unit proprio a causa delle caratteristiche tecniche del tracciato e delle temperature ambientali. Temperature che saranno sicuramente minori rispetto a quelle incontrate alcune stagioni fa visto che, la partenza, avverrà all’ora del tramonto. La parte ibrida farà una differenza molto importante nelle performance delle varie vetture visto che, sia MGU-K che MGU-H, saranno in grado di "recuperare" grossi quantitativi di energia. Il setup aerodinamico delle vetture abbinato alle caratteristiche del tracciato renderà problematico anche il consumo di carburante in gara. L’ingresso della Safety Car potrebbe aiutare i team a terminare la gara senza risparmiare benzina.

Attenzione all'abbassamento della temperatura

La casa milanese per la gara del Bahrain porterà in pista le mescole C1, C2 e C3, ovvero le tre più dure realizzate per questa stagione 2019. La gara in Bahrain propone sfide molto diverse rispetto all’Australia, anche se entrambi i tracciati sono stop-and-go, dove contano molto i carichi longitudinali e i pneumatici posteriori sono i più sollecitati. La strategia dovrebbe essere su singola sosta nonostante l’asfalto abrasivo e il degrado termico che saranno sicuramente maggiori rispetto all’Australia. Gomme che saranno sicuramente aiutate dall’orario della partenza in quanto la temperatura dell’asfalto si abbassa notevolmente nel corso del Gran Premio: ciò significa che i Team devono ancora più del solito raccogliere il maggior numero di dati possibili durante le sessioni di prove più rappresentative per le condizioni che troveranno poi in gara. Se andiamo ad analizzare i set di gomme scelte dai top drivers possiamo notare che, tutti i piloti, ad accezione di Hamilton avranno a disposizione 2 set di gomme Medie. Per quanto riguarda le gomme soft sono stati scelti 4 set (ad accezione di Bottas con 3) e ben 7 set di Super Soft. Se analizziamo i set di pneumatici scelti dai top team possiamo notare che, Ferrari, Mercedes e Red Bull hanno fatto scelte analoghe portando 9 set di soft, 3 di medium e uno di hard. Solo Gasly ha optato per un set di soft in meno e uno di hard in più. Scelta aggressiva fatta dalla Renault e dalla Toro Rosso con ben 10 set di C3 soft.