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Formula 1, GP Spagna: tutto quello che c'è da sapere sul circuito di Montmeló

Formula 1

Cristiano Sponton

Il circuito più conosciuto dai piloti e ingegneri della Formula 1 è senza dubbio quello catalano, sede dei test invernali. Una pista dove il sorpasso è difficile, ma è importante per la valutazione delle vetture. Andiamo a scoprire tutte le caratteristiche tecniche del tracciato di Montmeló, teatro del quinto Gran Premio

LA DIRETTA DEL GP DI SPAGNA

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Il circuito del Montmeló è sicuramente la pista più conosciuta dai piloti e dagli ingegneri visto che è usata per i test invernali ormai da diverse stagioni. Difficilmente si è visto un GP di Spagna spettacolare perché, la pista catalana, non favorisce i sorpassi ma è un bel banco di prova per valutare la bontà di una vettura visto che, gli ingegneri, la considerano una vera e propria galleria del vento a cielo aperto. Non sollecita troppo motore e cambio, tuttavia i lunghi curvoni e l'asfalto abrasivo sottopongono a forti sollecitazioni gli pneumatici non a caso Pirelli farà debuttare le gomme con un minor battistrada per evitare i problemi di surriscaldamento avuti dai team durante i test invernali.

Le caratteristiche del tracciato

I tre settori che compongo il circuito hanno caratteristiche completamente diverse uno dall'altro. La linea di partenza dista oltre 700 m dal punto di staccata prima di "entrare" in una chicane di media velocità. Si può ritardare la staccata per entrare nella prima curva e mantenersi all'esterno per ritrovarsi così con una traiettoria più favorevole alla seconda, che si percorre in accelerazione. Successivamente i piloti devono affrontare la curva 3, leggermente in salita, piuttosto lunga e con raggio variabile dove è i molto importante stare attenti al sovrasterzo che si può avere in uscita.  Un breve rettilineo conduce alla curva 4, la Repsol dove i piloti arrivano a circa 290 km/h e si entra in curva in terza marcia, a 130 km/h. Si prosegue poi in discesa verso la lenta curva 5 (Seat), a sinistra, e la 6, che invece si percorre in piena accelerazione, per poi ritrovarsi in uno dei punti chiave del tracciato. Il rapido cambio di direzione sinistra-destra, aperto dal tornante in salita della Wurth, e la Campsa. La Campsa immette nel rettilineo dove si può usare l'ala mobile, ma il disturbo aerodinamico già in uscita di curva rende difficile effettuare dei sorpassi. Il rettifilo porta alla Caixa, e alla combinazione di curve, la 11 e la 12, una chicane sinistra-destra di media velocità. La parte finale, è formata dalla curva 13, veloce a destra, e una lenta chicane sinistra-destra che porta alla curva New Holland, verso destra, che immette le vetture sul rettifilo di partenza.

Le gomme

Se analizziamo i set di pneumatici scelti da ciascun team possiamo notare che, il Team di Maranello, è stato molto aggressivo con 9 set di gomme morbide per Sebastian Vettel e Charles Leclerc, uno in più rispetto a Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. Il tedesco ha scelto tre set di pneumatici di compound medio mentre, il compagno di squadre ne ha scelti due ma avrà a disposizione un set in più di hard. Questo lascia presagire un lavoro diversificato in FP2 con Vettel che userà nei suoi due stint le medie e le soft mentre Leclerc si concentrerà sulle hard e sulle soft. Anche Mercedes imposterà un lavoro differenziato tra i due piloti visto che Bottas disporrà di un set in più di medie mentre, Hamilton, avrà un set aggiuntivo di hard.

Più conservativa invece la Red Bull che non fa variazioni tra i suoi due piloti: Max Verstappen e Pierre Gasly avranno a disposizione 7 gomme soft, 4 medie e 2 hard.

Set up da alto carico e consumi da tenere sotto osservazione

A livello aerodinamico le vetture utilizzeranno degli assetti da alto carico per essere veloci nelle curve da alta e media velocità che caratterizzano il tracciato del Montmelò. Saranno avvantaggiate le vetture con un'ottima efficienza aerodinamica perché potranno utilizzare ali meno cariche per favorire la velocità massima nel lungo rettifilo principale.

l circuito catalano non impegna troppo il motore, visto che la farfalla del gas resta completamente aperta solo per il 50% del giro. La temperatura ambientale, in questo fine settimana, non dovrebbe essere particolarmente elevata e questo dovrebbe sicuramente aiutare il funzionamento della Power Unit. Per quanto riguarda i consumi non ci dovrebbero essere problemi per i team i quali potranno spingere per tutta la durata della corsa.

Le vetture

Dopo le prime quattro gare stagionali si possono trarre i primi giudizi sul reale stato di forza delle varie scuderie. Per farlo abbiamo analizzato il distacco chilometrico dei team relativo alle qualifiche e calcolato rispetto alle prestazioni della Mercedes che, per ora, è il team più performante.

Tra i top team, la Ferrari, a livello prestazionale sembra aver fatto qualche passo indietro rispetto alla passata stagione. Va comunque detto che in Bahrain poteva tranquillamente portare a casa una vittoria e, anche a Baku, senza l'errore di Leclerc la corsa poteva avere un risultato diverso.  

Se analizziamo il distacco chilometrico del team di Maranello accusato nella stagione 2018 con quello di queste prime quattro gare possiamo notare che c'è stato un peggioramento quantificabile in 14 centesimi a chilometro. Calcolando che la media dei circuiti nel mondiale 2019 di Formula 1 è di circa 5 chilometri possiamo quantificare che, rispetto alla scorsa stagione, il gap sulla Mercedes è aumentato di 140 millesimi (215 millesimi al giro).

Se confrontiamo i dati 2019 con l'inizio della scorsa stagione possiamo notare che il peggioramento è stato addirittura peggiore perché, nell'analisi del gap chilometrico, Ferrari, nel 2018, aveva 8 millesimi di vantaggio sulla Mercedes. Quindi, Ferrari, ha perso ben 255 millesimi da Mercedes rispetto all'inizio della scorsa stagione.

Ferrari è chiamata a reagire e proprio per questo, in Spagna, porterà in pista una nuova ala anteriore e posteriore con l'obiettivo di aumentare il carico aerodinamico per cercare un buon bilanciamento che consenta alla Rossa di trasferire la necessaria energia agli pneumatici, specie nella delicata fase del warm up, dove la SF90 non eccelle affatto. Aggiornamenti che dovrebbero anche aumentare la resistenza all'avanzamento e proprio per questo, in Ferrari, sembra che abbiano deciso di anticipare l'introduzione della nuova Power Unit "Spec. 2" che, inizialmente, era prevista per il GP del Canada. Si tratterebbe di anticiparla di 1 GP visto che, a Monaco, potranno utilizzare senza problemi della "Spec. 1".

Se Ferrari "piange" in Mercedes sono particolarmente soddisfatti dell'inizio di questa stagione visto che, per loro, i test invernali non erano andati secondo le loro aspettative. Invece, in questa stagione, hanno ottenuto ben 4 doppiette e sono riusciti a cogliere 3 pole position su 4 appuntamenti. A livello prestazionale, il team anglo-tedesco, è riuscito ad incrementare il vantaggio chilometrico nei confronti della Ferrari. Se analizziamo il grafico in basso possiamo notare che, ad esclusione del GP del Bahrain, le prestazioni offerte dalla W10 sono state migliori rispetto a quelle della W09. Al termine della scorsa stagione il gap tra Ferrari e Mercedes era di 0,015 mentre, allo stato attuale, la W10 presenta un vantaggio quantificabile in 0,04 s al chilometro. Calcolando che la media dei circuiti presenti nel campionato 2019 è di circa 5 km possiamo dire che, Mercedes, ha un vantaggio su Ferrari di oltre 2 decimi al giro e rispetto allo scorso anno è riuscita a migliore di 0,025s al chilometro che corrispondono a 125 millesimi (sempre calcolato sulla lunghezza del tracciato di 5 km). 

Anche sulla W10, in Spagna, sono attesi degli sviluppi alla vettura. Il più importante sarà nella zona delle fiancate e questa modifica permetterà al team di utilizzare la Power Unit in modalità "full power" visto che, in questo inizio di stagione, per problemi di raffreddamento non erano riusciti a fare. Altre modifiche dovrebbero essere concentrate nella zona dei bargeboards per andare ad energizzare il flusso d’aria diretto verso il fondo della vettura per riuscire ad ottenere un maggior carico aerodinamico.

Il team di Milton Keynes ha iniziato la stagione con grosse aspettative dovute principalmente alla nuova motorizzazione Honda che, fin dai test invernali, aveva destato una buona impressione. Il costruttore nipponico sembra aver scavalcato a livello prestazionale Renault ma, il lavoro per recuperare il gap da Ferrari e Mercedes, è ancora piuttosto grande. Nonostante i maggiori cavalli a disposizione i risultati ottenuti dalla Red Bull non sono stati entusiasmanti e, come potete osservare dal grafico in basso, l'inizio del 2019 è stato peggiore rispetto al 2018.

Se osserviamo il gap medio possiamo notare che si è passati da un distacco di 0,102 s al chilometro del 2018 ai 0,112 s del 2019. C'è stato un leggero peggioramento quantificabile in circa 48 millesimi calcolato su un circuito di lunghezza di 5 chilometri.

Se andiamo ad analizzare le prestazioni degli altri team possiamo notare che i maggiori miglioramenti sono stati fatti dalla McLaren che rispetto al 2018 è riuscita ad accorciare il gap dalla Mercedes di 142 millesimi al chilometro (7 decimi su pista di 5 chilometri). A livello prestazione il team di Woking è la sesta forza in griglia ma il distacco che li separa da Alfa Romeo e Haas è piuttosto ridotto. Un altro team che sta continuando a recuperare terreno è l'Alfa Romeo Sauber che, già nella scorsa stagione, aveva fatto un ottimo lavoro riuscendo a recuperare (rispetto al 2017) ben 1,8 s su Mercedes. In questo 2019 il recupero è sicuramente inferiore ma è pur sempre considerevole in quanto stiamo parlando di quasi 6 decimi. Gli altri team che hanno avuto un miglioramento rispetto al 2018 sono: Toro Rosso (-0,094 al chilometro), Haas (- 0,056 al chilometro), Racing Point (-0,023 al chilometro), Renault (-0,014 al chilometro). Williams, invece, dopo la pessima stagione 2018 è riuscita a fare peggio in questo 2019 perdendo altri 164 millesimi al chilometro da Mercedes.