A Suzuka la Ferrari cerca il riscatto dopo la doppietta Mercedes di Sochi. In Russia c'è stato un altro atto della sfida tra Vettel e Leclerc, con apice la trasmissione via radio. La presenza di due 'prime punte' nel box della Rossa propone un interrogativo ricorrente nella storia della Formula 1: come può un team gestire due piloti di primo livello?
Pensi a Suzuka e automaticamente ti viene in mente Senna vs Prost. Pensi a due compagni di squadra che si fanno la guerra e automaticamente, almeno in questi giorni, ti viene in mente Vettel vs Leclerc. Sono passati esattamente 30 anni dal famoso scontro in Giappone con cui Alain Prost si laureò campione del mondo beffando il compagno in McLaren ma il tema della convivenza tra due stelle all’interno dello stesso team è sempre d’attualità.
Due prime punte
Due galli in un pollaio faticano a convivere, non è un mistero, motivo per cui storicamente i top team decidono di puntare su una prima e una seconda guida. Vale anche per la Ferrari che però un anno fa ha deciso di cambiare politica, sostituendo Raikkonen con Leclerc: tutti nell’ambiente sapevano che per Vettel sarebbe stata più dura e così è stato. Nella prima parte di stagione i due sostanzialmente sono andati d’accordo grazie a due fattori: il potenziale di Charles non era ancora esploso del tutto e la Ferrari in molti GP non lottava per vincere. Vettel era il capitano designato e in più di un’occasione Leclerc ha rispettato gli ordini di scuderia o accettato strategie per lui penalizzanti. Ma dopo la sosta estiva tutto è cambiato.
Alta tensione
Subito sono arrivate due piste favorevoli alla rossa, con ambizioni rinnovate per entrambi i piloti. A Spa tutto è andato bene perché Vettel ha aiutato Leclerc, più veloce di lui, a vincere. Ma una volta diventato il più giovane di sempre a trionfare con la Ferrari Charles non si è più voluto fermare. Così a Monza non ha rispettato i patti in qualifica (doveva dare la scia al compagno nell’ultimo tentativo) facendo infuriare Seb. Tedesco a terra e in confusione ma poi rinvigorito dagli aggiornamenti Ferrari portati a Singapore che improvvisamente hanno reso la rossa veloce anche nelle curve: Vettel ne ha subito approfittato, togliendo la vittoria a Leclerc grazie alla strategia favorevole. Sentitosi tradito dal muretto Charles ha reagito furiosamente nelle comunicazioni con il team, prima di scusarsi. A Sochi poi l’apoteosi della discussione via radio: dopo un lungo tira e molla Vettel ha ridato la posizione presa a Leclerc sfruttando la scia al via solo perché costretto dal muretto a rientrare in ritardo al box.
Questione di leadership
Leclerc ha dalla sua un pesante 9-0 sul compagno nelle ultime qualifiche, Vettel però con i miglioramenti della macchina sembra tornato quello che conoscevamo: facile che discussioni e screzi si ripresentino presto. Il problema non è tanto per la fine di questa stagione, visto che il mondiale è andato, quanto per l’anno prossimo: dovesse avere la Ferrari una macchina per puntare al titolo, come potrà gestire i due piloti? In questi casi si dice che sarà la strada a decidere: chi è più indietro in classifica da un certo punto della stagione dovrebbe mettersi a disposizione del compagno. Ma la pratica, quando c’è di mezzo l’ego del pilota, è molto più difficile della teoria. Lo sa bene Hamilton che in passato ha avuto diversi compagni campioni del mondo (Alonso, Button, Rosberg) che lo hanno spesso battuto/ostacolato, e ora più che mai si gode il fido Bottas. Come Senna si godette Berger dopo il crash di Suzuka conquistando altri due mondiali e Prost non fu disturbato da un semi esordiente Damon Hill l’anno del suo ultimo titolo. La storia insegna che con due prime guide rischi di lasciare punti per strada e il mondiale lo vinci solo se hai una supremazia schiacciante. E anche in questo caso, vedi la Williams del 1986 con Mansell e Piquet, puoi perderlo.
L'altra faccia della medaglia
Se per Binotto non sarà facile riportare armonia tra Vettel e Leclerc va anche detto che giocare a due punte è molto più intrigante e poi, in qualche occasione, può portare dei vantaggi. Ad esempio Alonso e la Ferrari hanno perso un mondiale nel 2010 marcando Webber e perdendo di vista l’altra Red Bull proprio di Vettel. Che allora vinse il suo primo titolo, e ora ha a disposizione, salvo soprese, un solo anno per realizzare l’ultimo sogno: vincere il mondiale con la Ferrari. Le sue motivazioni sono dunque alte, così come quelle del 'Predestinato', che vuole tutto e subito: nei prossimi mesi ci sarà da divertirsi.