Titoli già assegnati, ma nelle ultime due gare il Mondiale può offrire ancora emozioni e spunti in vista della prossima stagione. Scendiamo in pista a Interlagos per scoprire tutti i temi del weekend. Il GP del Brasile è in diretta su Sky Sport F1 (canale 207)
Mancano due gare al termine di questo avvincente Mondiale di Formula 1 che ha già assegnato il Titolo Mondiale Piloti ad Hamilton e il Titolo Costruttori alla Mercedes. Resta da assegnare il terzo posto in classifica piloti con Leclerc che deve difendere 14 punti di vantaggio nei confronti di Verstappen. Più staccato Vettel con un ritardo di 19 punti nei confronti del compagno di squadra.
Interlagos è un circuito da medio/medio alto carico
Il tracciato brasiliano è un tracciato solitamente da medio / medio alto carico aerodinamico per via delle numerose curve presenti soprattutto nel secondo settore che però va anche ad esaltare le caratteristiche motoristiche delle vetture. Da segnalare infatti la presenza di due lunghi rettilinei tra il primo e terzo settore dove servirà generare velocità molto elevate sia per minimizzare la perdita di tempo sul giro e per riuscire ad essere efficienti nell'effettuare sorpassi in gara.
Analisi del tracciato
Il primo settore è composto da tre rapidi cambi di direzione che seguono una frenata molto impegnativa. Un tratto di pista che, sulla carta, sembra adattarsi piuttosto bene alle caratteristiche tecniche della Ferrari SF90. Primo settore che si conclude con un lungo rettifilo dove la maggior potenza di Ferrari e Mercedes potranno fare la differenza sulla Red Bull motorizzata Honda. Il secondo settore della pista brasiliana è senza dubbio quello più tecnico dove sarà fondamentale avere tanto carico aerodinamico per essere precisi in inserimento e dove il grip meccanico e lo sfruttamento ottimale degli pneumatici farà sicuramente la differenza. Un settore che sembra essere molto adatto a vetture con tanta dowforce come la Red Bull. L’ultimo tratto di pista è quello in cui servirà avere una buona velocità massima e dove la potenza della Power Unit andrà a fare la differenza. Oltre alla potenza servirà anche un ottimo grip meccanico e una buona trazione in uscita dalla curva Junçao. Settore che, teoricamente, sembra adattarsi alla Ferrari e sarà piuttosto sfavorevole alla Red Bull.
Interlagos in altura… ma non come il Messico
Il circuito di Interlagos è situato ad 800 metri sopra il livello del mare e, quindi, i team dovranno affrontare, in modo minore, alcuni problematiche affrontate nel recente GP del Messico. Per quanto riguarda la Power Unit, il tracciato brasiliano non sarà troppo impegnativo per gli endotermici ma andrà a mettere sotto pressione i gruppi turbocompressori. Per compensare la perdita di potenza, stimata in circa 1,5%, a causa dell’aria più rarefatta, il gruppo turbocompressore dovrà girare ad una velocità maggiore di circa 2.000 giri/min. I consumi non saranno eccessivamente elevati con i Team che non dovranno preoccuparsi troppo di risparmiare carburante durante l'arco della gara.
Gli pneumatici
La Pirelli ha deciso di portare in pista le mescole più dure tra quelle a disposizione: la C1 (hard, bianca), la C2 (media, gialla) e la C3 (soft, rossa). Nonostante la pista sia piuttosto corta ci sono parecchie curve e questo mette sotto stress le gomme specialmente la posteriore destra. Un fattore da tenere in considerazione è il degrado visto i carichi a cui sono sottoposte le gomme. Degrado che potrebbe essere ancora più elevato se ci saranno delle temperature piuttosto alte cosa che non è da escludere in questo periodo. Tra i top team, Mercedes porta il numero minore di soft (solo otto), con strategie differenziate tra i due piloti nei compound più duri. Bottas si presenterà con tre set di medie e due di hard, mentre Hamilton con un set di hard e quattro set di medie. Ferrari e Red Bull si presentano con la stessa configurazione per tutti e quattro i loro piloti: un set di hard, due set di medie e dieci set di soft.
La stagione della Ferrari è da considerarsi positiva?
La stagione 2019, nonostante dopo la pausa estiva le prestazioni della SF90 siano nettamente migliorate, non è da considerarsi positiva. Team e piloti hanno sicuramente commesso errori molto pesanti ma se analizziamo esclusivamente le prestazioni della vettura è innegabile che è stato fatto un passo indietro rispetto al 2018. Una rincorsa che la Rossa ha iniziato nel 2014 quando l’introduzione della Power Unit ha amplificato il divario tra la Ferrari e la Mercedes. Anno dopo anno gli ingegneri di Maranello sono riusciti a migliorare la vettura e soprattutto la Power Unit che, in questa stagione, è stata, specialmente in qualifica, superiore a quella anglo-tedesca. Ferrari che, come potete osservare dal grafico in basso, è stata per buona parte della stagione molto in difficoltà a livello prestazionale e solo a partire da Spa in poi è riuscita a ritrovare velocità in qualifica e in gara. A Spa e Monza hanno influito molto i circuiti che ben si sposavano con le caratteristiche della SF90. Da Singapore in poi, la Rossa, ha ritrovato velocità anche nei tracciati tortuosi grazie al pacchetto aerodinamico portato in pista a Singapore e al motore endotermico specifica 3 che è stato montato da Leclerc e Vettel a Monza.
Nonostante questo, se confrontiamo la stagione 2018 con la 2019, possiamo notare che, il distacco chilometrico nei confronti della Mercedes è salito 23 millesimi a chilometro contro i 17 millesimi del 2018.
Leclerc utilizzerà un nuovo motore endotermico?
Ferrari non ha ancora deciso se montare sulla vettura di Leclerc il motore endotermico specifica 3 che ha avuti problemi nel recente GP di Austin. Sicuramente non verrà utilizzata la specifica 2 che ha già percorso troppi chilometri e non è più in grado di garantire il livello di affabilità e potenza necessari per ben figurare ad Interlagos. Nel caso si decidesse per un nuovo motore endotermico, Leclerc sarà costretto a scontare una penalità in griglia di partenza ma, grazie alle caratteristiche della pista, avrà sicuramente la velocità per ben figurare in gara. Una nuova unità che sarà identica alla specifica 3 utilizzata dalla Ferrari per la prima volta in stagione a partire dal GP di Monza.