Chiusi i test, comincia il conto alla rovescia per l'inizio del Mondiale 2020 di F1. Ma cosa ci lasciano i sei giorni di collaudi a Barcellona? Chi è favorito? Qual è lo stato di forma dei vari team?
I compiti per le vacanze sono finiti e adesso, i team, sono attesi per il primo esame stagionale sul circuito cittadino di Melbourne in Australia. I test, come succede ogni anno, sono di difficile interpretazione anche perché non si è a conoscenza del lavoro svolto da ciascun team e questo rende molto difficile fare una precisa analisi prestazionale delle varie vetture.
Come primo elemento andiamo ad evidenziare il lavoro svolto dai team in questi sei giorni di test. I piani sono stati cambiato rispetto alle ultime annate in quanto le giornate di test sono state ridotte a 6. Questo ha fatto si che, ciascun team, ha coperto giornalmente un numero elevato di chilometri. Complessivamente il team che ha percorso il maggior numero di giri è stata Mercedes seguita da Ferrari e Red Bull. La scuderia anglo-tedesca, negli ultimi 3 giorni di prove, non è stata la più attiva in pista, in quanto, Ferrari, è riuscita a fare meglio con 485 giri contro i 407 percorsi da Hamilton e Bottas.
Km percorsi
Se analizziamo i chilometri percorsi dalle varie Power Unit possiamo notare che, Mercedes, è ancora in testa ma, Ferrari, rispetto a Barcellona 1 è riuscita ad accorciare il gap a dimostrazione che, i team motorizzati con la Power Unit italiana, hanno percorso più giri negli ultimi 3 giorni di prove.
Quanto sono forti i vari team?
Per cercare di capire la forza di ciascun team non ci concentreremo sui “best lap” in quanto sono di difficile comprensione in quanto le variabili in gioco non ci permettono di comparare i singoli giri. Molto più precisa diventa l’analisi della simulazione gara che i piloti hanno disputato in questi test invernali. Anche qui ci sono delle variabili da considerare in quanto, i piloti, hanno disputato queste simulazioni in giornate diverse e quindi con condizioni di pista non comparabili.
Da questi dati emerge che, Mercedes W11, sembra essere la vettura più veloce in pista. Nonostante la forza dimostrata in pista il team campione del mondo arriverà a Melbourne con parecchie incognite dovute principalmente all’affidabilità della loro Power Unit. Affidabilità che ha costretto Hamilton ad interrompere la sua simulazione di gara nel “day5” e che ha impedito al team di provarla con Bottas nel “day6”. Preoccupazione esiste in casa Mercedes che per preservare i loro motori sono stati costretti ad utilizzare mappature piuttosto tranquille. Questo lo si è capito analizzando le velocità alla fine del dritto che sono nettamente scese rispetto ai primi 3 giorni. Di questa mancanza di cavalli ne ha inficiato anche il tempo sul giro nel primo intermedio che è salito di ben 4 decimi rispetto a quando utilizzavano mappature più spinte.
Veloce in tutte le curve
Affidabilità a parte la W11 sembra essere veloce in ogni tipologia di curve e sembra essere molto gentile con gli pneumatici. Il punto di forza, però, sono sembrate essere le curve lente, infatti, il tempo nel settore 3 di Barcellona è stato veramente ottimo.
Come sta la Red Bull?
La seconda forza in pista è sembrata essere la Red Bull nonostante il passo gara di Verstappen che, analizzando la tabella in alto, sembra essere in linea con quello della Ferrari di Leclerc. Passo gara che era stato provato il giorno 3 quando non era ancora stato montato sulla RB16 il pacchetto aerodinamico in vista di Melbourne che ha apportato, secondo gli ingegneri di Milton Keynes, un miglioramento di circa 3 decimi al giro. La Power Unit Honda sembra essere cresciuta molto sia a livello di potenza che di affidabilità e questo lascia ben sperare per la prima parte di mondiale 2020. Se, Mercedes, sarà costretta a girare con una Power Unit “strozzata”, Red Bull, specialmente con Verstappen, sembra avere la forza per poterne approfittare.
Ferrari, nonostante la buona simulazione di gara di Leclerc, sembra destinata ad essere la terza forza in pista, specialmente nelle prime gare stagionali. La SF1000 sembra essere migliorata in curva rispetto alla SF90 ma, specialmente nelle curve lente e in quelle di media velocità, non è ancora riuscita ad eguagliare Mercedes e Red Bull. Migliorata anche la gestione gomme visto la costanza di tempi che Leclerc è riuscito a tenere durante il suo long run. I problemi principali di questa vettura sono le velocità massime che sono nettamente diminuite rispetto al 2019. Questa vettura genera sicuramente un maggior drag rispetto alla SF90 ma sembra che le limitazioni imposte dalla FIA sulla Power Unit, durante l’autunno-inverno, abbiano pesato sui cv specialmente in condizioni di qualifica. Per cercare di avere una maggiore velocità sul dritto, gli aerodinamici, hanno pensato di utilizzare un’ala posteriore a cucchiaio (medio carico) che non è adattissima per le caratteristiche della pista di Barcellona.
A centro gruppo sarà una dura battaglia tra McLaren, Renault e Racing Point che, prestazionalmente, sono sembrate essere piuttosto vicine. Da segnalare l’ottimo lavoro fatto dal motorista francese che, in questi sei giorni di test, ha accusato pochissimi problemi tecnici sia sulla MCL35 che sulla R.S. 20. A livello di cavalli c’è ancora molto da lavorare ma, per ora, l’affidabilità è ottima.
La situazione delle altre scuderie
In terza fascia collochiamo Alpha Tauri, Alfa Romeo, Haas e Williams. La scuderia B di Red Bull è stata l’unica, insieme a Ferrari, a non migliorare i crono fatti registrare durante i test invernali 2019. Williams, invece, sembra avere fatto alcuni passi avanti rispetto al 2019 ma per loro il lavoro da fare è ancora molto se vogliono cercare di abbandonare l’ultimo posto della griglia.