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La curva Parabolica di Monza intitolata a Michele Alboreto

l'omaggio

L'iconica curva Parabolica di Monza sarà intitolata a Michele Alboreto, ex pilota della Ferrari e vincitore della 24 Ore di Le Mans, scomparso nel 2001 in un tragico incidente. Ad annunciarlo sono stati i vertici dell'Autodromo Nazionale: l'inaugurazione avverrà il prossimo 11 settembre, nel sabato del weekend del GP d'Italia

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La curva Parabolica dell’Autodromo Nazionale Monza sarà intitolata a Michele Alboreto. La decisione è stata presa da Angelo Sticchi Damiani, Presidente di Automobile Club d’Italia – dopo aver ottenuto unanime parere favorevole da parte della Giunta sportiva - e verrà ufficializzata sabato 11 settembre, nel corso del weekend del Formula 1 Heineken Gran Premio d’Italia. L’ultima curva del Tempio della Velocità prenderà dunque il nome di “Curva Alboreto”, a vent’anni esatti dalla morte del pilota milanese, avvenuta nel 2001 nel corso di alcuni test di collaudo nel Lausitzring. La cerimonia di intitolazione della curva ad Alboreto avverrà sabato 11 settembre - giorno della Sprint Qualifying di Formula 1. 

La carriera di Michele Alboreto

Michele Alboreto nasce il 23 dicembre 1956 e inizia la sua carriera sportiva nel 1976,  nel campionato Formula Monza. Negli anni Ottanta debuttò in Formula 1 e - dopo un’esperienza in Tyrrell - passò alla Ferrari, con la quale divenne Vicecampione del mondo nel 1985. Nella sua carriera vinse cinque Gran Premi di F1 ma si cimentò anche in altri campionati tra cui DTM, Formula Indy e mondiale Endurance, di cui vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1997. Morì il 25 aprile 2001, a soli 44 anni, a seguito di un incidente nell’Autodromo di Lausitz, durante alcuni test di preparazione proprio per la classica di durata. 

La storia della Curva Parabolica di Monza

La curva che precede il rettilineo di arrivo dell’Autodromo Nazionale Monza è una delle più iconiche del motorsport e ha contribuito a rendere il circuito uno dei più veloci nel mondo. La Curva Parabolica venne costruita nel 1955, prendendo il posto di due tornanti pavimentati con cubetti di porfido e uniti da un breve rettifilo. Prese il nome dal disegno e dalla traiettoria che descriveva: una linea ad arco crescente, simile ad un arco di parabolica. Dopo aver superato l’imbocco più stretto che segue il rettilineo opposto a quello di partenza, i piloti possono percorrere il tratto finale della curva in piena accelerazione, scorrendo verso l’esterno e imboccando il rettifilo del traguardo a piena velocità.