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F1 e ambiente, il Ceo Domenicali: "Obiettivo emissioni zero nette dal 2030"

Formula 1

Il Ceo della F1 a Sky per parlare delle tematiche legate allo sport e alla lotta contro il cambiamento climatico: "L'obiettivo a medio termine è quello di raggiungere il net zero carbon entro il 2030". Al panel, live su Sport24 e disponibile anche on demand, hanno partecipato anche Michele Uva, Football & Social Responsibility director UEFA, Massimiliano Sirena, Team Director Luna Rossa Prada Pirelli, Alessandro Costacurta ,commentatore di Sky Sport, e l’attrice, conduttrice tv e modella Martina Colombari

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Si è svolto oggi in diretta su Sky Sport 24 il panel “Sport e ambiente: una partita da vincere insieme”, organizzato in occasione dei due grandi appuntamenti internazionali di scena a Milano fino al 2 ottobre, “Youth4Climate: Driving Ambition” e “Pre-COP26”, di cui Sky è partner. Il dibattito si inserisce nella copertura editoriale straordinaria di Sky per sensibilizzare l’opinione pubblica e ispirare milioni di persone a tenere comportamenti sempre più sostenibili.  Al panel – in replica domani, giovedì 30 settembre, alle ore 11 e disponibile on demand - hanno partecipato Michele Uva - Football & Social Responsibility director UEFA, Stefano Domenicali - President and CEO Formula 1, Massimiliano Sirena - Team Director Luna Rossa Prada Pirelli, Alessandro Costacurta - commentatore di Sky Sport e l’attrice, conduttrice tv e modella Martina Colombari.  

Domenicali, gli obiettivi della F1

"È un dibattito che sicuramente rappresenta per noi un tema di credibilità non solo presente, ma futura - ha detto il Ceo di F1  - Questo sport rappresenta un sistema dove a livello olistico ci sono grandi costruttori, ci sono grandi impianti, grandi Stati, quindi abbiamo la responsabilità di dare coerenza rispetto a questa esigenza che, al di là del fatto che sia o meno urgente, è qualcosa di cui dobbiamo occuparci perché sicuramente anche la sensibilità dei tifosi del motorsport sta cambiando. Quindi abbiamo questo dovere, non solo di parlare delle macchine che corrono, ma anche di chi organizza, perché a livello di impatto ambientale ci sono strutture importanti che producono e quindi sotto l’aspetto dell’emissione e dell’attenzione all’ambiente abbiamo l’esigenza anche noi di seguirle per dare una linea di coerenza comune. Sotto questo profilo, la Formula Uno è molto attiva, i temi della sostenibilità sono affrontati a tutto tondo. Stiamo facendo la nostra parte, sapendo che abbiamo anche un’impressione sbagliata che siamo quelli che stiamo inquinando il mondo. Non è così, purtroppo la nostra parte la facciamo come tanti altri, piccola o grande che sia, dobbiamo dare un esempio e una line guida per il futuro".     

 

 

A medio e lungo termine

"Se parliamo di obiettivi a medio termine, noi abbiamo l’obbligo e l’impegno di arrivare al carbon net zero nel 2030, quindi come industria questo è qualcosa su cui ci siamo impegnati e stiamo facendo tutto affinché questo venga rispettato e impostato già da adesso. Per quanto riguarda i nuovi regolamenti, la parte centrale è quella di aver già deciso che la nuova Power Unit del futuro sarà un motore ibrido con l’utilizzo di benzine sostenibili. Per noi questa è una grandissima scelta di coerenza rispetto a chi ha la Formula 1.  Poi, ci sono altri aspetti altrettanto importanti, ad esempio abbiamo – e il tutto viene contrattualizzato ovviamente con i nostri promotori – il fatto di vedere come da qui al 2030, tutta l’impiantistica vada in questa direzione. Come sappiamo, quando parliamo di gestione di eventi in ambiti come quelli degli stadi o dei circuiti di Formula Uno, abbiamo una serie di strutture che consumano. Sotto questo profilo, abbiamo preso degli impegni con i promotori per andare in questa direzione. Siamo già partiti, abbiamo degli impianti, possiamo già anticipare che ad esempio il Bahrain il prossimo anno ha già lanciato che tutta l’energia che utilizzeranno per alimentare il consumo per le strutture verrà fatto con l’energia solare".

Un impegno partito da subito

"Questi sono impegni veri, fatti, non parole. Noi siamo partiti già da quest’anno con la riduzione dell’utilizzo quotidiano della plastica, la plastica monouso non è più nel paddock, così non sarà più utilizzata dagli spettatori che arrivano e consumano all’interno delle nostre strutture. Al Gran Premio a Zandvoort sono arrivate 34 mila persone in bicicletta, altre 25 mila in treno e mezzi di shuttle collegati con le città vicine. Quindi la Formula Uno sta facendo il proprio dovere in maniera diretta, con i fatti, senza pensare di essere intrappolati nelle discussioni che dicono che siamo un’azienda che trasmette negatività sotto questo profilo, perché noi abbiamo un impegno molto forte e lo stiamo facendo vedere con i fatti, non con le parole".          

Al centro dello sviluppo tecnologico

"La Formula 1 ha sempre avuto la bellezza di essere al centro dello sviluppo tecnologico su tutti i fronti. In questo momento in cui i temi che stiamo affrontando sono nell’interesse di tutti e sono nella lista di priorità, abbiamo trovato un terreno fertilissimo perché noi coinvolgiamo aziende che sono leader nel mondo di tutti i settori e quindi questo faciliterà il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati. 

C’è bisogno di grande responsabilità da condividere con chi ha meno risorse, perché ovviamente chi non ha da mangiare si deve preoccupare prima di mangiare piuttosto che occuparsi di questi temi, quindi a livello di sistema noi dobbiamo pensare di trasferire questo tipo di cultura a chi ha altre priorità nella propria vita. A livello di industria, la Formula Uno ha questa facilità nel trovare terreno fertile perché è sempre stato un ambito dove la ricerca avanzata è sempre stata al centro dell’azienda di tutti quelli che partecipano a questo ambiente.  Tutti i temi emersi sono reali, che portano ognuno di noi di fronte alle proprie responsabilità. Abbiamo l’obbligo, utilizzando un altoparlante diretto e indiretto, di diventare responsabili e moltiplicare questo effetto visto i contatti che possiamo portare. Dobbiamo fare in modo che siano le Istituzioni a trasmettere certi messaggi per ridare credibilità alle Istituzioni stesse. Non solo quelle politiche, che hanno l’obbligo di darci la direzione strutturale a livello mondiale, ma anche a livello industriale e sportivo. Non ho alcuna paura nel discutere soprattutto quando parliamo di un settore come quello che rappresento, che tante volte viene messo in discussione".