
L'ultima vittoria della Ferrari sul circuito di Imola risale al 2006, quando a trionfare fu Michael Schumacher. La Rossa detiene il record di successi in quello che dal 2020 è diventato il "Gran Premio dell'Emilia-Romagna": 8, a parimerito con la Williams, 6 dei quali conquistati proprio dal campionissimo tedesco
di Alfredo Corallo

IL DUELLO VILLENEUVE-PIRONI. La prima gioia della Ferrari a Imola arriva il 25 aprile del 1982: vince Didier Pironi davanti al compagno di scuderia (e amico) Gilles Villeneuve. Una doppietta amara, in realtà: il canadese - che morirà due settimane più tardi nel tragico incidente di Zolder - sostenne a chiare lettere di sentirsi "derubato" di una vittoria che, per l'andamento della gara, riteneva di meritare. Considerò l'atteggiamento in corsa del francese scorretto, un "tradimento". Ma torniamo a quella domenica di 40 anni fa.

LA VIGILIA. Il Circus è in subbuglio: Villeneuve è reduce dalla squalifica per un'irregolarità tecnica nel precedente GP di Long Beach e l'ambiguità del regolamento sul peso minimo delle monoposto aveva convinto le scuderie britanniche a boicottare l'allora Gran Premio di San Marino. Senza la McLaren di Lauda, la Brabham di Nelson Piquet e la Williams di Keke Rosberg, le Renault di René Arnoux e Alain Prost occupano senza troppi fastidi la prima fila, seguiti dalle Ferrari e dal talentuoso Michele Alboreto, su Tyrrell-Ford Cosworth.

LA GARA. Prost esce presto di scena per un guasto e sarà una corsa a tre fino al 45° passaggio, quando anche Arnoux è costretto al ritiro, lasciando campo libero a Villeneuve (il numero 27) e Pironi (28), rispettivamente primo e secondo a 15 giri dal termine con un distacco rassicurante sugli inseguitori. Un vantaggio che autorizza la Ferrari a imporre lo "Slow" ai suoi piloti, tradotto: non c'è ragione di spingere, portiamo a casa la doppietta senza inutili rischi. Ma se Gilles segue 'diligentemente' l'ordine dei box, Didier decide di fare di testa sua...

L'ULTIMO SORPASSO. Così, al 47° giro, Pironi supera Villeneuve e innesca un duello al limite con il compagno, che ritorna al comando. Ma un secondo cartello "Slow" non impedisce al francese di attaccare ancora il canadese, non una ma altre due volte, fino al sorpasso decisivo al Tamburello che gli regala la prima affermazione al volante della Ferrari.

"MI HA RUBATO LA VITTORIA". Villeneuve è furibondo: sale controvoglia sul palco d'onore - completato da Alboreto, al primo podio in carriera - e non le manda a dire nelle interviste post-gara. "Potevo dargli due giri di distacco - spiega - ma ho guidato con prudenza perché sapevo che alla Ferrari ci tenevano a portare tutte e due le macchine al traguardo. Ma Pironi ne ha approfittato per passarmi di sorpresa. Un comportamento da bandito. Credevo di avere un amico, un onesto compagno di squadra, invece è un imbecille".

DIDIER E GILLES. I due non riusciranno a riappacificarsi: l'8 maggio, nel corso delle qualifiche del GP del Belgio, Villeneuve perde la vita nell'impatto con la March di Jochen Mass. Pironi - scosso da quanto accaduto - decide di non correre a Zolder e si ritirerà definitivamente qualche mese più tardi, a Hockenheim, in piena corsa per il titolo, in seguito a un terribile incidente. Morirà nel 1987 durante una gara di motonautica, passione che condivideva con il suo vecchio amico. Pochi mesi dopo, la moglie Catherine darà alla luce due gemelli: Didier e Gilles.

TAMBAY VINCE (ANCHE) PER VILLENEUVE. Il 1° maggio del 1983 la Ferrari concede il bis grazie al successo di Patrick Tambay, che aveva preso il posto di Villeneuve: e a Gilles il francese dedica la vittoria, accostandosi con la sua numero 27 alla bandiera canadese dipinta sull'asfalto in prossimità della bandiera a scacchi. Alle sue spalle Prost e l'altra Ferrari di Arnoux, un 'en plein' tutto transalpino che rappresenta anche l'ultima volta in cui una stessa nazione è stata capace di monopolizzare il podio di un Gran Premio di Formula 1.

IL LUNGO DIGIUNO E LA GRANDE PAURA. Nelle successive 15 edizioni della corsa imolese (dal 1984 al 1998) il Cavallino colleziona soltanto podi e rimpianti, e un grande spavento, datato 23 aprile 1989: quando Gerhard Berger va a schiantarsi alla curva del Tamburello, salvato miracolosamente tra le fiamme della sua monoposto grazie all'intervento dei "Leoni" della CEA, gli addetti alla sicurezza antincendio dell'Autodromo "Enzo e Dino Ferrari" (l'austriaco se la caverà con una costola rotta e ustioni varie alle mani) . Ma dal 1999 sarà tutta un'altra storia...

SCHUMI I. Il tedesco aveva già vinto qui, con la Renault, ma nel giorno più triste: il 1° maggio del 1994, l'ultima corsa di Ayrton Senna. Dopo i tre secondi posti consecutivi ottenuti dal suo approdo a Maranello, il 2 maggio del 1999 riporta finalmente la Ferrari al trionfo con un colpo da maestro nel "balletto" dei pit stop ai danni di David Coulthard, regalando alla marea rossa la seconda delle sue sette meraviglie imolesi.
SCHUMI II. La musica non cambia il 9 aprile del 2000. La strategia è la stessa, al box della Ferrari tutto gira alla perfezione e a farne la spese stavolta è la McLaren-Mercedes di Mika Hakkinen, cui non resta che godersi lo show di Schumacher: tornato nuovamente a saltellare sul podio di Imola al ritmo tedesco dell'inno di Mameli.

SCHUMI III. Ci vuole un altro Schumacher - Ralf, al suo primo successo in carriera - per spezzare l'incantesimo ferrarista, nel 2001; ma il 14 aprile del 2002 è ancora una sinfonia della Ferrari con il solito Michael e il compagno Rubens Barrichello, partiti dalla prima fila e protagonisti di una doppietta rossa che a Imola mancava dall'infausto double Pironi-Villeneuve del 1982.

SCHUMI IV. Il 20 aprile del 2003 si consuma una delle pagine più emozionanti nella storia della Formula: Michael vince a Imola davanti alla Williams del fratello Ralf (e all'altra Ferrari di Barrichello) con la morte nel cuore per la scomparsa della madre, deceduta nella notte. Il ferrarista sceglie ugualmente di onorare la cerimonia di premiazione, trattenendo a stento le lacrime.

SCHUMI V. Nel 2004 si torna a saltare, come ai vecchi tempi: il Kaiser usa le maniere forti con Juan Pablo Montoya e si libera in fretta anche della BAR-Honda di Jenson Button, partito dalla pole, chiudendo con quasi 10 secondi di vantaggio sull'inglese e oltre 21 sul colombiano della Williams. Diventando anche il primo pilota a vincere sul tracciato emiliano per tre edizioni di seguito.

SCHUMI VI. Dopo i 5 Mondiali consecutivi conquistati tra il 2000 e il 2004, nel 2005 Schumacher deve arrendersi al nuovo enfant prodige della F1, Fernando Alonso, che 'usurpa' anche il trono del tedesco nel GP di San Marino. Ma il ferrarista si riprende lo scettro del Santerno il 23 aprile del 2006, trionfando per la settima volta a Imola, che sarà anche l'ultima vittoria della Rossa nell'Autodromo italiano, a secco di successi dal ritorno in calendario di Imola nel 2020 sotto la nuova denominazione di "Gran Premio dell'Emilia-Romagna".

LE VITTORIE DELLA FERRARI A IMOLA (8)
- Michael Schumacher (1999, 2000, 2002, 2003, 2004, 2006)
- Didier Pironi (1982)
- Patrick Tambay (1983)

LE POLE POSITION DELLA 'ROSSA' (6)
- Michael Schumacher (1996, 2002, 2003, 2006)
- Gilles Villeneuve (1981)
- René Arnoux (1983)