Formula 2, GP Francia: Sprint Race a Iwasa, Pourchaire e Vesti sul podio

FORMULA 2

Lucio Rizzica

FOTO da @Formula2 - Twitter
f2_iwasa_gp_francia_twitter

Il giapponese primo al traguardo con un vantaggio di quasi nove secondi su Pourchaire, secondo. Una bandiera gialla nel terzo settore impedisce a Drugovich di attaccare Vesti per il terzo posto, ma conquistando il giro veloce il brasiliano limita i danni e controlla ancora il tentativo di ritorno in classifica generale del francese

COSA DICONO I SOCIAL SU TEAM E PILOTI DI F1

Vince Iwasa, sul podio anche Pourchaire e Vesti. Drugovich limita i danni. Questa la sintesi della gara Sprint che ha chiuso il weekend della Formula 2 al "Paul Ricard". Ma, podio e classifica a parte, c'è molto di più da raccontare sulla seconda gara francese. A cominciare dalla Direzione Gara, che ancora una volta modifica a bocce ferme l’esito della corsa in pista.

E così anche a Le Castellet il podio della Sprint Race è stato modificato dalle penalità inflitte a porte chiuse. Théo Pourchaire ha perduto la terza posizione punito per un attacco giudicato esasperatamente aggressivo ai danni di Armstrong e al terzo posto è stato promosso Drugovich alle spalle di Lawson e Daruvala. Quindi in classifica generale Drugovich ha ‘allungato’ ancora un po’ il proprio vantaggio sui competitors più immediati, salendo a quota 160 punti, +42 su Sargeant e +44 su Pourchaire.  Al via scatta dalla pole proprio Sargeant (Carlin), Pourchaire (ART) e Drugovich (MP) partono entrambi dalla terza fila. Sargeant e Iwasa, dalla linea più avanzata optano per le gomme più morbide.

Allo spegnimento dei semafori Doohan scatta come una molla e guadagna la testa davanti a Iwasa e Sargeant. Al secondo giro è già  Safety Car per contatti multipli (Daruvala, con Vips, Sato in testa coda, Armstrong e Hauger fermi per tamponamenti). Iwasa (DAMS) è leader. Al 6° giro rientro della Safey Car e nuova partenza, stavolta lanciata. Drugovich è settimo ed è il primo a montare gomma dura. E alla ripartenza cede all’attacco di Lawson che –con gomme più morbide- lo sorpassa. A un terzo di gara rientrano Pourchaire e Vips a cambiare il set di gomme. 

Per Vips problemi alla posteriore sinistra e pit stop lentissimo. Al 12° giro rientra Sargeant: il pit è ottimo, ma la macchina si spegne e la gara è buttata via. Nel giro successivo rientra anche Doohan, mentre Iwasa continua a spingere in testa alla corsa. A ruota rientra anche Drugovich, che con le gomme più dure si ferma prima del giapponese con le soft, che effettua la sua sosta nella tornata successiva. Al 16° giro Drugovich segna il giro veloce. Al 19° giro incidente fra Pourchaire e Doohan, entrambi restano in corsa ma perdendo molto dagli inseguitori. Errore di Doohan in staccata. A nove giri dal termine Iwasa è leader davanti a Pourchaire e Vesti, poi Doohan e Drugovich, quindi Lawson. A otto giri dalla fine Drugovich inizia a spingere. A tre giri dalla fine il brasiliano è quarto dopo aver sorpassato anche Doohan. A un giro dalla fine cede la monoposto di Verschoor.

Sul traguardo arriva primo Iwasa con un vantaggio di quasi nove secondi su Pourchaire, secondo. Una bandiera gialla nel terzo settore impedisce a Drugovich di attaccare Vesti per il terzo posto, ma conquistando il giro veloce il brasiliano limita i danni e controlla ancora il tentativo di ritorno in classifica generale del francese. In graduatoria ora pesano i punti ‘bruciati’ a Pourchaire dalle decisione della Direzione Corse dopo la Sprint Race. Il francese è lontano 39 lunghezze dal leader del campionato, alla vigilia della trasferta in Ungheria. Sargeant scivola indietro a ben -57 da Drugovich. Sugli spalti sventola il tricolore francese: tutto il pubblico è per Pourchaire, dalle tribune sale alto il coro della ‘Marsigliese’. Il che torna buono anche per Iwasa, portabandiera della scuderia transalpina DAMS: “Abbiamo corso in Francia, con un team francese, ce l’abbiamo messa tutta per non commettere errori e arrivare fino in  fondo vincendo la corsa”. Il primo successo della nuova DAMS, orfana del suo ‘inventore’ Jean-Paul Driot.