Ferrari, il futuro è oggi: cosa serve per il dopo Binotto

Formula 1
Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

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Binotto si è ufficialmente dimesso dopo 28 anni in Ferrari: ha pagato la mancanza di risultati e la scarsa sintonia con John Elkann, oltre a una confusione di ruoli e gestione che ha creato instabilità. La casa di Maranello deve subito concentrarsi sul prossimo Mondiale: la macchina 2023 è stata impostata da un gruppo di lavoro che ha dimostrato personalità e qualità. Bisogna capire chi sarà a guidarlo come team principal: in pole rimane Frederic Vasseur, ma non sembra il solo

LA STORIA DI BINOTTO IN FERRARI

Dimissionario, formalmente, sicuramente non nel cuore. Lo si intuisce dalle parole che Mattia Binotto ha affidato al comunicato che ha ufficializzato le sue dimissioni dopo 28 anni di carriera nella famiglia Ferrari. Il manager italo-svizzero rimarrà operativo fino alla fine di dicembre, ed è già un paradosso, ma rappresenta ormai il passato, intanto che la dirigenza conduce il processo che la porterà a identificare la figura adatta a sostituirlo. Decisione che dovrebbe avvenire ed essere comunicata all'inizio del 2023.

Binotto, cosa non ha funzionato con la Ferrari

Binotto ha pagato la mancanza di risultati, 7 vittorie in 82 GP, la scarsa sintonia con John Elkann e sicuramente una confusione di ruoli e gestione che con il passare del tempo si è acuita sempre di più, creando un'instabilità ben mascherata da atteggiamenti e dichiarazioni forti. Sportivamente parlando, però, il futuro è già oggi. La macchina 2023 è stata impostata da un gruppo di lavoro che ha dimostrato personalità e qualità: la monoposto che ha chiuso da poco la stagione ha comunque conquistato 12 pole position e 4 vittorie. Dimostrazione che il gruppo di lavoro in Ferrari c'è. Ma è una squadra che va riorganizzata con la fondamentale chiarezza dei ruoli, dalla figura del team principal a quella di un vero e proprio direttore tecnico che in questi ultimi anni è mancato, perché è mancata l'umiltà di Binotto di lasciar andare. In casa Simone Resta c'è già, per la parte tecnica, prestato a fasi alterne ai team motorizzati Ferrari, sarebbe l'uomo giusto al quale ridare le sue responsabilità. Intanto che Vigna ed Elkann prendano una decisione definitiva sul nome per il dopo Binotto. In pole rimane quello di Frederic Vasseur, ma non sembra il solo. Sono decisioni delicate e importanti, che dovranno riportare sicuramente risultati, ma anche pace e stabilità.