Domenicali sulla stretta della FIA: "La F1 non metterà bavagli ai piloti"

Formula 1
Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

Il CEO della Formula 1 in un'intervista al The Guardian ha replicato alla stretta sulle dichiarazioni e i messaggi politici imposta dalla FIA

Tra politica e polemiche, senza macchine in pista e vittorie o sconfitte da commentare, emerge sempre più chiaramente un equilibrio precario tra la Federazione Internazionale e chi la comanda e Liberty Media, promoter della Formula Uno. Da mesi, infatti, le occasioni per sottolineare differenti vedute su diversi argomenti sono sempre di più. Con i team non troppo spettatori e a loro volta con una visione diversa e persino non uniforme.

Il malcontento generale

Dopo i contrasti sulla possibilità di aprire la griglia ad altre squadre, sulle proposte d'acquisto e valutazioni miliardarie del pacchetto F1, ora è lo stesso Stefano Domenicali a prendere le distanze dalla decisione FIA di vietare commenti ai piloti su questioni politiche, religiose o personali senza aver ottenuto un'autorizzazione preventiva, insistendo su una visione più liberale dello sport che anche lui rappresenta. Il messaggio "nessun bavaglio ai piloti" da parte del boss della Formula Uno è direttissimo. Con l'auspicio che la FIA offra una spiegazione più dettagliata di ciò che comporta la nuova normativa. Il richiamo di Domenicali arriva dopo il malcontento espresso sulla nuova clausola di comportamento da piloti e non solo. Le presentazioni delle nuove livree e monoposto di questi giorni sono state infatti l'occasione per Horner, Albon e Bottas per ora di sottolineare l'ingiustizia di un controllo del genere da parte della Federazione. Le visioni da scontro o autoscontro cominciano a essere tante e non scontate. Per il presidente Mohammed Ben Sulayem tempi e macchine in pista forse non basteranno per ripristinare un clima di pace non apparente.