F1, Gp Silverstone: la gara vista dalla pista della Gran Bretagna

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Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

Dietro a un super Verstappen ci sono equilibrio e spettacolo: i valori e gli interpreti cambiano da una gara all'altra, con la McLaren velocissima a Silverstone. Ferrari lenta e opaca, con l'obiettivo di resettare tutto in vista dell'Hungaroring. Il Mondiale torna tra due settimane a Budapest: tutto su Sky Sport F1, Sky Sport Summer, in 4K e in streaming su NOW

GP SILVERSTONE, CRONACA E HIGHLIGHTS

Equilibrio e spettacolo ci sono, Max Verstappen a parte.  La gara di Silverstone lo ha sancito una volta di più in questa stagione che vede una volata solitaria dell’olandese verso il terzo titolo, per merito, ma dietro ci si diverte e non poco. I valori stanno cambiando da una gara all’altra, complici tracciati molto diversi e aggiornamenti con i quali le monoposto stanno cambiando pelle. Sulla pista di casa a esaltarsi ed esaltare è stata infatti la McLaren, anche un po’ a sorpresa, contro una Ferrari opaca e lenta che invece solo pochi giorni fa in Austria sembrava aver trovato maggior costanza.

 

Così sul podio di Silverstone, davanti a 160 mila tifosi pronti a inneggiarli, son saliti ben due piloti britannici, cosa che non succedeva dal 1992. Lando Norris ha portato una McLaren rinata in seconda posizione a quattro secondi da Verstappen e davanti a un indiavolato Hamilton che nulla ha comunque potuto contro la velocità del connazionale, soprattutto nei curvoni veloci. La squadra di Andrea Stella, senza la safety car, chiamata per il motore Ferrari andato arrosto sulla Haas di Magnussen, avrebbe festeggiato sul podio anche Oscar Piastri.

 

Che la Mercedes sul passo fosse una monoposto più che temibile non lo si è invece scoperto certo qui, e così con il terzo posto di Hamilton e il quinto di Russell ha raccolto punti importanti per consolidare il secondo posto nei Costruttori ai danni di Aston Martin e Ferrari. Per la SF-23 il problema principale è stato come sempre il ritmo gara ma è mancato anche il coraggio. La strategia del Cavallino è stata troppo conservativa, mostrando una Rossa peggiore di quello che era relegando Leclerc e Sainz in nona e decima posizione. In quindici giorni, come ha detto Vasseur, si resetterà tutto e sarà l’Hungaroring a sancire chi si esalterà di più e perché.