Poche statistiche ma tante coincidenze che lasciano tutti a bocca aperta. Ecco i numeri del GP del Brasile, dominato da Max Verstappen che, in vista di Las Vegas, si avvicina sempre di più alla conquista del quarto titolo mondiale
Ci sono GP in cui i numeri, intesi come statistiche, non offrono spunti interessanti dal punto di vista prestazionale o storico. Il GP del Brasile è uno di questi: ha dato a Verstappen la 62^ vittoria, alla Red Bull la 121^, valori che non li mettono in correlazione con nessun pilota o team del passato. Nemmeno l’ottava vittoria stagionale di Max fa notizia, visto che l’anno scorso aveva infilato una sequenza record da 10, seguita da una da 9 terminata a Jeddah quest’anno.
Numerologia che lascia a bocca aperta
Quello che stupisce nel GP del Brasile di Verstappen è la cabala, la numerologia di alcune coincidenze, che non hanno nessun valore statistico, ma che lasciano a bocca aperta. Era il giorno del numero 1 in Brasile? Certo. Tutti i numeri sono allineati: la vettura numero 1, all’11° GP dalla sua ultima vittoria, vince, il suo pilota conquista il podio 111 in carriera. Qual era stata la sua ultima vittoria? Il GP numero 1111 della storia, Barcellona. Non è finita: in una sorta di karma che va e che viene, Max ha superato Ocon per andare in fuga al 43° giro, lo stesso in cui nel 2018 il suddetto Ocon lo tamponò per sdoppiarsi (per Max era il 44° giro, ovviamente) privandolo delle chance di vincere. Non è finita: senza nulla togliere all’impresa di Max, nella prima parte di gara è rimasto bloccato dietro a Leclerc per molti giri, senza aver l’impressione di poterlo passare, a parità di strategia. Ci voleva l’interruzione per far saltare il banco e metterlo davanti a chi aveva già fatto il pit-stop. Chi l’ha causata? La vettura numero 43, ovviamente.
Qualche numero sull’impresa
Vincere dal 17° posto in griglia: non succede tutti i giorni, anzi, nella storia del mondiale vincere da così in basso, o peggio, è successo solo 5 volte:
- Detroit 1982: John Watson dal 17° posto in griglia;
- Long Beach 1983: John Watson da 22°;
- Germania 2000: Rubens Barrichello dal 18°;
- Giappone 2005: Kimi Raikkonen dal 17°;
- Brasile 2024: Max Verstappen dal 17°.
Quindi un qualcosa che non succedeva da quasi vent’anni. Questo se prendiamo le posizioni in griglia, perché ovviamente tutti si ricordano l’anomalia di Perez, che nel pandemico 2020, nell’improbabile circuito “outer” del Bahrain (55 secondi per un giro…), in un ingestibile GP con 3 neutralizzazioni, Perez riuscì a vincere transitando per ultimo dopo il primo giro…nonostante fosse staccato di più di mezzo minuto prima dell’ultima Saftey Car, che ribaltò le sorti di quella gara.
Il dato chiave
Un dato importante per Max è l’aver messo fine ad una sequenza di 10 GP senza vittorie da leader del mondiale. Era un record di tutti i tempi, che solo lui quest’anno e Button nel 2009 hanno registrato. Parlando di record di tutti i tempi, Max già deteneva quello di vittorie dal maggior numero di posti in griglia. Ora, vincendo dal 17°, inedito per lui, ha vinto da 10 posizioni in griglia diverse, la metà di quelle disponibili…
A Las Vegas per l'all-in mondiale
Ora si va a Las Vegas con il primo match point per vincere il titolo. Un tempo si facevano le “combinazioni”, tutte le possibili posizioni del leader e dello sfidante che davano il titolo al primo: arcaiche tabelline da tenere a portata di mano mentre si guardava il GP, che forniva sì le immagini, ma poche altre informazioni. Oggi, con i campionati aggiornati in tempo reale ad ogni cambio di posizione, non è più così. Sarà sufficiente buttare un occhio al riquadrino con la classifica: se il vantaggio di Max è di 60 o più punti, è campione, una condizione che si verifica praticamente in tutti i casi in cui è davanti a Norris.