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Red Bull, una doppia sconfitta per Lawson ma anche un allarme per il team

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Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

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Il probabile avvicendamento Lawson-Tsunoda sa di doppia scaonfittama sancisce anche che il vivaio Red Bull fallisce ancora, ma il problema non sono solo i piloti. Questa bocciatura del neozelandese riaccende un altro campanello d'allarme a Milton Keynes. Tutto il Mondiale live e in esclusiva su Sky e in streaming su NOW

RED BULL, LAWSON-STUNODA: A CHE PUNTO SIAMO

È una doppia sconfitta, umana e tecnica. Dopo solo due gran premi infatti la Red Bull è pronta all'ennesimo cambio in corsa tra i suoi piloti. Liam Lawson, chiamato a sua volta a sostituire Daniel Ricciardo alla fine della scorsa stagione, si è ritrovato immediatamente sotto pressione dopo un inizio difficile, con un ritiro per incidente in Australia  e un misero 15^ posto in Cina, costantemente in difficoltà in qualifica e soprattutto a gestire la sua scorbutica monoposto. E allora questa volta toccherebbe a Yuki Tsunoda fare il salto in prima squadra già dalla prossima gara, il Giappone, che è anche casa sua. Con la conseguente retrocessione del neozelandese in Racing Bulls.

Da entrambi i team non arrivano conferme ma nemmeno smentite, e discussioni e manovre sono in corso. Lawson tornerebbe così a guidare una macchina che gli dava più fiducia e Tsunoda avrebbe la sua occasione di mettersi in mostra come chiedeva da tempo.

Il vivaio Red Bull fallisce ancora, ma il problema non sono solo i piloti. Questa bocciatura di Lawson riaccende un altro campanello d'allarme a Milton Keynes. È ormai chiaro da tempo come l'abilità di Max Verstappen sia un grosso aiuto, ma anche un limite, nascondendo spesso i problemi di una macchina che sta diventando estrema anche per lui. Il talento di Max mette in crisi i rivali, ma si sta rivelando anche un boomerang per i compagni di squadra e non solo, con una monoposto troppo complessa da guidare ma anche da sviluppare.

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