Inside the team – Un GP con Bearman

Ho vissuto il GP d’Olanda da dentro il box Haas ed è stato incredibile. A Sky Sport cerchiamo di raccontarvi la Formula 1 nel modo più approfondito possibile: sappiamo che ogni piccolo dettaglio in F1 può fare la differenza e quando commentiamo un test, una qualifica o una gara non tralasciamo nulla. Ma forse mai, fino a ora, ci eravamo spinti tanto dentro al lavoro di un team. Ho seguito dal giovedì alla domenica ogni istante del weekend di gara di Ollie Bearman e con lo speciale ‘Inside the team – Un GP con Bearman’ vi mostriamo un qualcosa di mai visto prima. Qui invece, su Insider, mi piacerebbe raccontarvi cosa mi ha colpito di quei quattro giorni che ho trascorso al fianco del giovane pilota britannico. Nella mia carriera sono stato terzo pilota in Formula 1 e quindi sapevo cosa aspettarmi e come lavora un team nel weekend di gara. Ma sono anche consapevole che da quando ero io terzo pilota, la F1 è cambiata molto. Ero quindi molto curioso di scoprire come la Formula 1 moderna fosse mutata nella costruzione del weekend. Il primo aspetto che mi ha colpito è stata la mole di attività media ed extra che i piloti sono chiamati a fare il giovedì. Oltre alla conferenza stampa organizzata dalla Fia, ogni pilota ha una serie infinita di interviste con giornali, tv, radio e siti. Vi assicuro, è un qualcosa che va oltre qualsiasi immaginazione. Questi ragazzi arrivano al circuito di gara e per 8-9 ore vengono spremuti da un’intervista dietro l’altra con solo una piccola pausa per un rapido pranzo. Nel mezzo si fermano anche a parlare con i propri ingegneri di pista, gli unici incontri che davvero interessano i piloti. So che anche questo fa parte del loro lavoro, ma non immaginavo fosse così tanto impegnativa e ‘ingombrante’ la parte extra pista. Non c’è dubbio che rispetto a quando vivevo io il paddock, l’impegno mediatico è notevolmente aumentato. Ollie mi ha spiegato che una delle difficoltà che sta incontrando da rookie è proprio legata a tutto questo: se durante il giovedì usa troppe energie nelle interviste che fa, la sera è già stanchissimo e poi affrontare il weekend di gara è molto più faticoso. I piloti più esperti sanno invece dosarsi: partecipano alle attività extra e rispondono alle varie interviste con il cervello in ‘modalità di risparmio energetico’. Non per disinteresse, ma per salvaguardarsi in vista di quello che conta più di tutto: le prestazioni in pista. Più volte Ollie nel corso delle nostre chiacchierate ha sottolineato come imparare a gestire le energie sia uno step fondamentale per crescere come pilota. Dal venerdì si inizia a lavorare sul serio sul piano gara. Formalmente niente di diverso da quello che si faceva ai miei tempi, ma è incredibile l’importanza della tecnologia che c’è oggi in ogni aspetto. Prima il focus era su quello che accadeva in pista e sulle impressioni del pilota, adesso invece c’è addirittura una connessione tra il team al box e la propria sede . Gli ingegneri di Haas presenti al Zandvoort parlavano con i propri colleghi che erano rimasti a Banbury e lavoravano insieme per migliorare la performance della vettura. Semplicemente meraviglioso. E poi è impressionante la mole di dati che viene fornita al pilota e che quest’ultimo deve assimilare mentre corre. I piloti sono costantemente ‘bombardati’ di informazioni, soprattutto nel giro di uscita, che è davvero alienante. Per il pilota deve essere complicatissimo gestire tutte queste informazioni e, allo stesso tempo, prepararsi a quello che è l'inizio del giro. E la preparazione al giro è maniacale. Si lavora al millimetro per far arrivare gli pneumatici alla temperatura giusta ed evitare di perdere aderenza e vanificare tutto il lavoro. Gli ingegneri danno moltissimi consigli al pilota per gestire al meglio il comportamento della macchina, come l’apertura o la chiusura del differenziale, e nulla viene lasciato al caso. Tutta questo mi ha profondamente colpito e spero che possa arrivare a casa attraverso lo speciale che abbiamo realizzato e ciò che abbiamo raccontato durante il weekend. Spero che questo nostro viaggio dietro le quinte aiuti far capire a tutti gli appassionati di F1 quando sia importante il lavoro di ogni persona di un team: tutti svolgono un ruolo fondamentale e un buon risultato è figlio del lavoro di tutto il box. Ecco perché non è mai semplice né scontato raggiungere un buon piazzamento in gara. Per me è stato un vero piacere essere ‘parte’ del team Haas, anche solo per quattro giorni, e vivere da vicino il miglior piazzamento di Bearman in Formula 1. Ma avendo ‘lavorato’ con loro per un weekend, sono sicuro che presto si migliorerà di nuovo. E di nuovo tutto il team si potrà unire in un unico grande abbraccio.

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Inside the team – Un GP con Bearman

Matteo Bobbi