Ma è davvero così impossibile che Max Verstappen vinca il Mondiale?

Nel clan di Max Verstappen sono prudenti ma tutto sommato possibilisti: “mai dire mai” ha dichiarato papà Jos, mentre Helmut Marko ha aggiunto “se dovessimo essere competitivi anche a Singapore allora potremmo ripensare al Mondiale”. I numeri e i precedenti però non sono dalla parte di Max: con i vari cambi di sistema di punteggio non è semplice fare dei paragoni ma in proporzione il maggior distacco recuperato in termini di punti per vittoria è 3,89: Hunt su Lauda nel 1979. Verstappen dopo il Gran Premio d’Olanda era a oltre 100 punti da Piastri, esattamente 4,16 punti per vittoria dal leader, un gap che nessuno nella storia della F1 è mai riuscito a recuperare per vincere il titolo. Basterebbe questo dato per rendere l’idea della mission impossible, e se è vero che ora il distacco si è ridotto sensibilmente c’è un’altra statistica poco incoraggiante per l’olandese: solo tre piloti nella storia hanno vinto il titolo senza essere mai stati in testa alla classifica nei primi tre quarti della stagione . E in due casi sono stati decisivi incidenti gravi: nel 1976 quello di Lauda al Nurburgring che permise a Hunt di rimontare sfruttando l’assenza del rivale e salire in testa proprio all’ultima gara; nel 1982 quello di Pironi a Hockenheim che mise fine alla sua carriera in F1 e consentì a Keke Rosberg di diventare campione del mondo con una sola vittoria. L’unico precedente non influenzato dagli infortuni è quello di John Surtees, campione 1964 dopo aver inseguito Graham Hill e Jim Clark praticamente per tutta la stagione. Al di là dei numeri l’ostacolo maggiore resta la superiorità della McLaren: effettuare una rimonta del genere a due piloti che dispongono di un mezzo superiore sembra fantascienza. Le ultime due gare però hanno messo in evidenza una crescita della Red Bull e un calo della McLaren, in particolare a Baku dove oltre alla vittoria di Verstappen è arrivato il miglior risultato di Tsunoda da quando è compagno di Max, sesto addirittura davanti a Norris. A Monza la Red Bull ha portato un nuovo fondo che sembra aver dato una svolta, in Italia questo nuovo elemento era a disposizione solo di Verstappen mentre a Baku lo aveva anche Tsunoda che guarda caso si è sbloccato. E’ indubbio che la novità abbia funzionato ma le ultime due piste avevano caratteristiche simili: lunghi rettilinei, staccate violente e poche curve veloci. Questo tipo di piste non ha mai esaltato la McLaren ma ora a Singapore Piastri e Norris ritroveranno condizioni che dovrebbero favorire nuovamente la loro monoposto: un circuito da alto carico aerodinamico e alte temperature, e sappiamo che gestire le gomme con il caldo è forse il più grande punto di forza della squadra gestita da Andrea Stella. Ecco perché tutti in Red Bull indicano Singapore come la vera prova del nove: dopo due vittorie su circuiti favorevoli, se Max sarà in grado di trionfare anche su una pista ‘McLaren’ allora vorrà dire che se la potrà giocare in tutte le gare da qui alla fine e la rimonta mondiale potrebbe non essere un miraggio; altrimenti dovrà rimandare ogni ambizione per il quinto titolo ai prossimi anni. Di sicuro non si scoreggerà guardando i precedenti sulle rimonte mondiali e quelli a Singapore, l’unica pista in calendario dove non ha mai vinto. Nello scorso weekend è andato al Nurburgring e da esordiente in GT3 ha subito messo in fila tutti: la sua fiducia nei propri mezzi fa paura, basta guardare quel doppiaggio effettuato sull’erba con la macchina che si scompone e lui invece impassibile . Impressionante anche il video dei sorpassi effettuati in un solo giro, seppur lungo come quello del Nurburgring-Nordschleife. Sì, c’è solo un pilota al mondo che può compiere il miracolo sportivo rimontando 69 punti in 7 Gran Premi: il suo nome è Max Verstappen.

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Andrea Sillitti