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F1, GP Messico: Piastri, il destino è ancora nelle sue mani

MCLAREN
Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

La Formula 1 è senza pausa. Dopo Austin, si è già trasferita in blocco a Città del Messico, dove Piastri ma anche tutta la McLaren avranno già modo di riscattarsi. Verstappen sta diventando molto ingombrante per la corsa dei due Papaya verso il titolo, ma anche i punti tra il leader della classifica e Norris sono sempre meno. Tutto il fine settimana è come sempre live su Sky e in streaming su NOW

F1, GP MESSICO: LA GARA LIVE

E' ancora padrone del suo destino Oscar Piastri, come lo è la McLaren. Dall’ultima vittoria dell’australiano, che coincide anche con l’ultima del team britannico sono passati due mesi, poi la Red Bull ha messo piano piano insieme i pezzi grazie ovviamente anche a super Max, mentre dall’altra parte ci sono stati troppi pasticci e scelte diverse. In uno sport così tecnologico le magie non esistono.

La decisione di fermare gli sviluppi durante l’estate da parte della McLaren è stata fatta in un momento in cui la monoposto papaya era ancora dominante, tanto da chiudere la pratica costruttori con sei gare d’anticipo. La prossima stagione sarà un punto di domanda così grande che è importante investire molte risorse nel progetto futuro. Non c’è stato quindi una perdita di performance, ma più che altro un miglioramento degli avversari, che sono riusciti a corregge alcuni comportamenti della Red Bull tanto da rendere ora sottile la differenza tra le due macchine. 

Dopo l’Olanda inoltre si è andati su piste dove il consumo gomme non è stato più così determinante ed era lì che la McLaren faceva la differenza. Anzi, ad Austin vento e caldo l’hanno fatta scivolare parecchio e sono mancati soprattutto i chilometri e dati fondamentali della Sprint per affinare il setup. Poi c’è il fattore umano. Perché se da una parte Verstappen ci sta mettendo molto del suo, McLaren nella gestione dei piloti si è un po’ incastrata e Piastri, al suo terzo anno di Formula Uno, la pressione di una lotta mondiale sta imparando sulla sua pelle a gestirla. In Messico servirà tutto il carico di cui dispone la macchina Papaya, ma soprattutto ritrovare calma e sangue freddo.

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