Dal cambio alle gomme, l’analisi tecnica della gara di Silverstone

Formula 1

Cristiano Sponton

La partenza della gara di Silverstone (foto getty)
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Dai problemi al cambio di Mercedes, alle modifiche al fondo Ferrari. Dalla gara perfetta di Hamilton alla rincorsa delle Rosse, tra undercut e problemi agli pneumatici. Cosa ha funzionato e cosa no nel GP di Gran Bretagna. Cerchiamo di capirlo analizzando a fondo il primo ed il secondo stint dei top driver

Lewis Hamilton ha vinto, piuttosto agevolmente, la gara di casa portandosi ad una sola lunghezza da Sebastian Vettel. Un fine settimana, quello di Silverstone, dominato dalla Mercedes W08 che è riuscita a terminare al secondo posto con Bottas partito dalla 5° fila a causa della sostituzione del cambio.

Il cambio Mercedes

I problemi strutturali al cambio accusati da Hamilton alla vigilia del Gp di Austria e da Bottas sembrano essere dovuti ad un errato setup elettronico della trasmissione che mandava in crisi la trasmissione “alleggerita” portata in Spagna. Mercedes, accortasi di tale inconveniente, pur avendo la buona garanzia di poter terminare il fine settima ha deciso di non correre nessun rischio e di procedere con la sostituzione su entrambe le vetture. Sono inoltre intervenuti sulla parte elettronica che gestisce le cambiate facendo un deciso passo indietro perdendo anche un po’ di performance.

La partenza

La gara per la Ferrari di Vettel si è complicata fin da dalla partenza quando il pilota tedesco è stato sopravanzato dalla Red Bull di Verstappen. Tutto liscio, invece, per Hamilton che è riuscito a mantenere la leadership seguito dall’altra SF70H di Raikkonen. Buono anche lo spunto di Bottas, unico pilota tra i top 10 a partire con le soft, che nonostante gomme meno prestazionali è riuscito a recuperare un paio di posizioni.

Ferrari: le modifiche “obbligate” al fondo hanno influito sulle prestazioni?

Hamilton ha impresso, fin da subito, un gran ritmo alla gara con un Raikkonen che è riuscito a reggere il passo solo nei primi giri. Dal 10 giro in poi, Hamilton, è stato in gradi di allungare costantemente, gestendo in modo ottimale sia la vettura che gli pneumatici. 

Vettel pur essendo più veloce della Red Bull di Verstappen non è riuscito a liberarsi della RB13 perdendo tempo prezioso non solo nei confronti di Hamilton, ma anche sul compagno di squadra. La Ferrari per qualifiche e gara, pur optando per l’assetto più scarico tra quelli provati, non aveva la velocità di punta per riuscire ad attaccare facilmente la Red Bull pur avendo a disposizione una Power Unit con diversi cv in più rispetto a quella della Renault.

Il Team italiano continua a negare che la chiusura del deflettore mobile sul fondo possa aver penalizzato le prestazioni "aerodinamiche" della SF70H ma, analizzando alcuni immagini, dall’Austria la Rossa sembra aver diminuito leggermente l'angolo rake per evitare importanti perdite aerodinamiche. Un angolo minore di rake su una vettura che è stata concepita per aver un assetto picchiato molto estremo comporta una perdita di carico aerodinamico al posteriore che gli ingegneri di Maranello hanno cercato di recuperare utilizzando un’ala posteriore più carica rispetto a Mercedes e Red Bull.

1°stint: undercut Ferrari su Verstappen e terzo di pit stop…

Nel 1°stint di gara, il muretto Ferrari, vista l’impossibilità di Vettel di sorpassare Verstappen è stato costretto ad anticipare di molti giri la prima sosta per cercare l’undercut sul pilota olandese. Una sosta anticipata che si ripercuoterà sul 2°stint del pilota tedesco della Ferrari che, causa un problema con l’anteriore sinistra, sarà costretto ad effettuare un altro pit ”forzato” a pochi giri dalla fine.  

Bottas, dopo una buona partenza, è riuscito a scavalcare, piuttosto agevolmente, i piloti che lo precedevano riuscendo, inoltre, a ricucire il gap che aveva accumulato nei primi giri nei confronti del duo Verstappen - Vettel.

Se analizziamo la prima parte di gara possiamo notare la netta superiorità della Mercedes che, a parità di gomma, è riuscita, con Hamilton, a girare con un passo migliore di mezzo secondo su Raikkonen e 1,3 s sul duo Verstappen – Vettel. L’unico che è riuscito a reggere il ritmo del tre volte campione del mondo è stato Bottas che, sfruttando le gomme soft, ha avuto un passo di soli 4 decimi superiore. 

2°stint: Hamilton in perfetto controllo

Nella seconda parte di gara, Hamilton, come potete osservare dal grafico in basso, non ha spinto al massimo ed ha cercato di controllare il distacco nei confronti di Raikkonen. Che Hamilton fosse in completa gestione lo si è capito al giro 47 e 48 quando ha abbassato i propri tempi di oltre 1,5 s realizzando anche il giro più veloce della gara in 1:30,6. 

Analizzando i passi il pilota che ha girato con il miglior ritmo è stato Bottas che ha potuto sfruttare le gomme “rosse” utilizzate da tutti gli altri piloti nella prima parte di gara. Il ritmo del pilota finlandese è stato molto veloce e costante riuscendo anche a scavalcare abbastanza facilmente la SF70H di Vettel, portandosi al terzo posto.

Se confrontiamo il passo delle due Ferrari possiamo notare che Raikkonen ha girato su un ritmo simile ad Hamilton ma, il pilota inglese era in completa gestione della corsa. Kimi è stato più performante rispetto a Vettel avendo un passo migliore di oltre 6 decimi al giro. 

Problemi Ferrari con le gomme

Per le due SF70H la gara, negli ultimi giri, ha riservato parecchie sorprese, in quanto, entrambi i piloti sono stati afflitti da problemi alla gomma anteriore sinistra. Problemi che hanno fatto perdere il secondo posto a Raikkonen e il quarto a Vettel che a causa di questo inconveniente ha terminato la corsa in settima posizione.

I problemi accusati sulle due Rosse sembrano avere natura diversa in quanto, analizzando i tempi dei due piloti, possiamo notare come Vettel fosse in grossa difficoltà a causa di un degrado eccessivo degli pneumatici. Raikkonen, invece, aveva gomme più fresche del compagno di squadra e stava girando ancora su buoni tempi. 

Dopo alcune verifiche, effettuate da Pirelli direttamente sul tracciato di Silverstone, le cause precise non sono state identificate anche se il costruttore di pneumatici ha ammesso che i problemi che hanno colpito Vettel e Raikkonen alla stessa gomma (l’anteriore sinistra) sono di natura differente. Nel caso di Kimi il problema non è dipeso dalla carcassa in quanto il pneumatico è arrivato ai box ancora gonfio mentre quello di Vettel si è completamente delaminato. Solo dopo ulteriori analisi in fabbrica Pirelli potrà spiegare cosa è veramente successo sulle due Ferrari.

Conclusioni

La Mercedes esce da questo appuntamento di casa con il morale alle stelle in quanto, dopo le tante difficoltà iniziale, la W08 sembra essere diventata una monoposto dominante.

Per la Ferrari serve una pronta risposta in Ungheria per dimostrare ai rivali che la SF70H è ancora una vettura “viva” e con margine di crescita e dovrà dimostrarlo portando sviluppi “non di dettaglio” come si è visto in questa prima parte di mondiale. Se Ferrari è convinta di avere ancora cartucce da giocarsi è il momento di mostrarle.