MotoGP, prossima gara in Europa: cambia lo scenario, non l'anima del Motomondiale
Dopo Qatar, Indonesia, Argentina e Stati Uniti, il Motomondiale si trasferisce in Europa: nel weekend del 22-24 aprile a Portimao si corre il quinto GP della stagione. Tante novità nel paddock, ma la sostanza resta la stessa, il punto non cambia mai: la pista, coi suoi accadimenti, belli, difficili, sorprendenti, esaltanti, brutti, previsti che siano
di Paolo Beltramo
Una volta si correva praticamente soltanto in Europa con una, al massimo due gare in altri continenti. e difatti il villaggio itinerante del motomondiale si chiamava “Continental Circus”. Oggi siamo decisamente più globali, un “Intercontinental Circus” che dopo 4 gare in Qatar, Indonesia, Argentina e Texas torna dove è nato il Campionato Mondiale nel 1949. A casa della maggioranza dei suoi piloti e componenti, insomma e su circuiti più storici, conosciuti, antichi anche se pure qui da noi tracciati recenti e recentissimi ci sono.
In sostanza si torna dove si è stati per più volte, più vicini, con meno problemi di trasporto, di fusi e di viaggi. Il che dà qualche mese di stabilità, meno stress, ritorno alla normalità. E vale anche per le moto. Pure loro tornano dove hanno girato di più, dove i dati in archivio sono moltissimi, dove le piste fanno parte della loro vita. In Indonesia si è corso soltanto un’altra volta, in Argentina non si andava da 2 anni, ad Austin è stato riasfaltata buona parte del tracciato. Insomma, tante novità.
Si ricomincia, la domenica dopo Pasqua a Portimao, in Portogallo, nella bellissima Algarve dove è stato costruito uno dei tracciati più fantastici del mondo. È la casa di Oliveira che vi ha già vinto con la KTM, ma si adatta anche a quasi tutti i team con le sue curve cieche, i suoi saliscendi, il suo ritmo folle. Potrebbe riportare in alto Yamaha, Aprilia e mantenere lassù Ducati e Suzuki.
Per Honda dipenderà da Marc Marquez e dall’eventuale momento di ispirazione degli altri 3, Polyccio Espargaro su tutti. Insomma si affilano le armi, anche di vincenti e delusi pronti ad affrontare la parte centrale e più consistente del mondiale.
In Europa si ritrovano anche molte comodità che extra oceano sono limitate o assenti. Per i piloti MotoGP ci sono i motorhome con la sensazione di sentirsi praticamente a casa vista la presenza di tante piccole cose che creano una gradevole routine insieme alla possibilità di avere uno spazio proprio, isolato, privato dove si è padroni.
Per gli altri da un po’ di tempo Dorna ha vietato l’uso di camper o case viaggianti, così i piloti di Moto2 e 3 vanno a dormire in albergo. Peccato, perché a mio avviso il paddock con anche l’area dei più piccoli era bello e più completo.
Ci sono poi le hospitality, veri e propri salotti/ristorante dove tenere conferenze stampa, pranzare, cenare, fare aperitivi, chiacchierare, divertirsi, conoscersi… Insomma c’è più vita e anche molto varia perché moltissimi sono i team che possiedono una di queste strutture. In qualcuna l’accesso è più facile e libero (per la gente del paddock, ovviamente), in altre meno. In qualcuna si mangia e si beve benissimo.
Comunque vedere quelle “strade” piene di luoghi accoglienti è fantastico: tutto è colorato, illuminato, qua e là si sentono voci, risate, musica, si incontrano piloti, tecnici, manager, meccanici, sponsor, ospiti, amici. Anche se l’atmosfera è sempre meno giocosa viste le regole sempre più limitanti.
Ci sono poi i camion-officina, luoghi attrezzatissimi e spesso impenetrabili, con laboratori, ricambi, uffici, computer. Nel caso delle squadre della MotoGP spesso questi luoghi non sono soltanto doppi o tripli dietro ogni team, ma ci sono anche mezzi ancora più segreti (un mezzo per marca) dove entrano soltanto gli ingegneri.
Più staccati, ma non troppo lontani, ci sono i mezzi dei gommisti e relativi uffici e hospitality, dell’IRTA (l’organizzazione dei team) e di Dorna, il centro del potere davanti al quale posteggia soltanto Carmelo Espeleta e nessun altro.
In un recinto a parte c’è il TV Compound dove sono messi i mezzi della produzione Tv di Dorna, la fantastica regia internazionale (sempre Dorna), e gli uffici con regie (utilizzate per le integrazioni e le trasmissioni dal circuito, alcune anche con cabina di commento annessa) delle televisioni che hanno acquistato i diritti per la trasmissione delle gare e i mezzi relativi.
Lo studio-mobile di Sky di solito è fuori dal TV compound, spesso in un luogo molto interessante. La parte relativa alla TV è altrettanto importante di quella dei team e coinvolge oltre 150 persone ad ogni GP europeo.
Ci sono poi gli accessori indispensabili, ossia i camion per trasportare mezzi (safety car, medical car, cartellonistica, pubblicità, decine di chilometri di cavi per il segnale TV dalle telecamere disposte lungo tutto il circuito, trasmettitori e ricevitori di segnale audio/video per avere in tempo reale le immagini on-board, avvisare i piloti, aggiornare i tempi al millesimo di secondo.
Ogni settore, quello delle immagini dalle moto, quello dei rallenty a 2500 fotogrammi al secondo, quello delle integrazioni dai box, retrobox e paddock hanno praticamente una piccola regia dedicata o addetti specializzati che propongono al regista le immagini migliori o più interessanti.
C’è poi la parte sanitaria una volta divisa tra Clinica Mobile e Pronto Soccorso del Circuito, oggi passata quasi in toto nelle mani di Dorna con medici spagnoli. La Clinica ufficialmente resta, ma non è più il camion degli eroi capitanato dal Dottor Claudio Costa, oggi è stata declassata ad un centro di fisioterapia, massaggi, cure che viene però dopo le decisioni prese dallo staff Dorna, professionale, buono, ma più -come dire- normale.
È così, anche se i più vecchi hanno nostalgia di quando chi correva dai medici voleva una cosa sola: poter correre il più presto possibile. Ci sono i mezzi dei maggiori produttori e fornitori di caschi e tute. Altre casse si vedono qua e là: sono quelle dei vari ingressi e controlli, del palco per la BMW che a fine anno vincerà il pilota MotoGP con migliori piazzamenti in qualifica, del materiale per la sala stampa e delle migliaia di cose che servono o potrebbero servire e neanche ci immaginiamo.
Insomma tornano i piloti e gli addetti ai lavori, nel paddock ci sarà molta più gente che non nelle prime 4 gare disputate, ma la sostanza resta la stessa, il punto non cambia mai: la pista, coi suoi accadimenti, belli, difficili, sorprendenti, esaltanti, brutti, previsti che siano. E questo è come dappertutto: piloti, moto, gas, asfalto, profumi, sapori, rumori, colori, emozioni che comunque non hanno una casa e, più o meno intensi, vengono prodotti ogni volta che si corre.