Radio Superbike: Magny-Cours in cinque canzoni e l'allungo di Toprak

Dopo la lunga pausa estiva, Magny-Cours segna l’inizio del rush finale del campionato Superbike 2025, un ultimo terzo di stagione in cui si decidono le sorti del mondiale. Alla vigilia il pronostico sembrava quasi scontato, con Toprak Razgatlioglu padrone sulla propria pista preferita, ma complici il brutto ricordo dell’anno scorso, il talento di Nicolò Bulega e l’imprevedibilità del motorsport, quelle vittorie il turco se le doveva guadagnare sul campo. Così è stato, ma non di sole vittorie vivono le corse: ecco dunque gli highlight del weekend francese raccontati attraverso cinque canzoni. 1. Razgatlioglu tra Mondiale e record - Razgatlioglu è tornato nella modalità 2024 e, francamente, sembra difficile da fermare. I numeri parlano chiaro: quattro triplette consecutive, quest’ultima condita dalla pole position con il primo giro in 1’34” della storia di Magny-Cours; la possibilità di migliorare i propri record di vittorie consecutive e in una stagione ; trentanove punti di margine su Bulega con tre tappe ancora da affrontare. Il campione in carica sta facendo quello che vuole con una BMW ormai pienamente ritrovata, pur senza telaio prototipo e con meno benzina della concorrenza . Toprak è gasato e determinato a bagnare con un altro titolo il passaggio in MotoGP, un paddock che sembra averlo rivalutato in positivo dopo un lungo periodo di scetticismo. Chissà se per convenienza o per reale interesse. 2. Bulega, la solitudine dei numeri due Non è facile trovare pecche all’operato di Nicolò, che oggettivamente sta facendo un bellissimo lavoro con la Panigale V4R del team Aruba.it Racing. Purtroppo, Toprak sta facendo ancora meglio. Bulega si trova in un fastidioso limbo, quello di una seconda posizione assolutamente solitaria con margine su quelli dietro, ma senza riuscire a insidiare il pilota turco. Aragon potrebbe riavvicinarlo un po’ alla vittoria per le caratteristiche del tracciato e della moto, o almeno questa è la speranza per tenere vivo un mondiale che comincia a orientarsi verso il box BMW. 3. Lowes e Bimota, premio alla solidità Forse non tutti i weekend, ma ormai la Bimota è spesso la terza forza in campo dopo Ducati e BMW. Mentre Axel Bassani vive un momento di difficoltà, seppur vadano sottolineati i risultati discreti di questo fine settimana, Alex Lowes è sempre più affidabile e concreto. Tre podi in tre gare significano togliere ogni dubbio sulla bontà del progetto KB998 Rimini, moto che per le sue doti ciclistiche si sposa perfettamente con il sinuoso tracciato di Magny-Cours. Limitando al massimo gli errori a differenza del gemello Sam, Alex si tinge di bronzo e, forse, inizia a mettere la casa riminese sul radar del mercato in vista del 2027: è troppo presto per dirlo, ma le premesse fanno pensare che Bimota possa essere molto ambita. 4. Rea, Petrucci, Bautista e Lecuona: la Superbike che verrà Il futuro della Superbike passa dai roboanti cambi di casacca annunciati prima di Magny-Cours. Danilo Petrucci sposa la casa BMW e diventa pilota ufficiale, con Alvaro Bautista che prende il suo posto nel team Barni e resta su una Ducati, probabilmente la mossa migliore per lui. Allo stesso modo, il team Aruba si gioca la carta Iker Lecuona, forse la mossa più intrigante del mercato, quella che nel linguaggio della NBA si chiama “steal”, ovvero l’acquisizione di un grande talento “sotto traccia”. Ma nel mosaico del 2026, oltre a Toprak, viene meno anche la leggenda della Superbike: dopo vent’anni e sei titoli mondiali, Jonathan Rea saluta la compagnia e appende il casco al chiodo. 5. Manzi, doppio miracolo in Supersport A proposito di futuro, il prossimo pilota del team Yamaha GRT Stefano Manzi ha scritto due pesanti pagine di storia della Supersport vincendo due gare in rimonta su Can Oncu: la prima lo ha visto mangiare al turco quasi un secondo nell’ultimo giro, infilandolo in quella curva tredici che poco prima lo aveva quasi visto in terra; la seconda è stata forse ancora più impressionante, con tre secondo abbondanti recuperati negli ultimi sei passaggi. Fame, grinta, controllo, velocità e 'ignoranza' sportiva: un biglietto da visita prezioso per un pilota che si avvicina a grandi passi al titolo e che Yamaha ha fatto bene a cullare. Una specie di Toprak all’italiana per fisicità e spettacolarità che in Superbike promette di fare molto bene.

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Edoardo Vercellesi