Indycar, Indy 500: Newgarden entra nella storia, vittoria su Ericsson all'ultimo giro

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Matteo Pittaccio

La 107esima 500 Miglia di Indianapolis va in archivio con l’incredibile vittoria di Josef Newgarden, formidabile nel superare Ericsson nel corso del giro finale dopo ben tre bandiere rosse

Josef Newgarden raggiunge finalmente il successo nella 500 Miglia di Indianapolis, entrando in Victory Lane dopo uno spettacolare confronto con Marcus Ericsson nell’ultimo giro, al quale si è arrivati dopo ben tre bandiere rosse sventolate nel corso degli ultimi quattrodici passaggi. Un trionfo memorabile per Newgarden, che ora aggiunge la 107esima Indy500 ai due titoli conquistati nel 2017 e 2019, entrando definitivamente nella storia del Motorsport. Penske, invece, tocca quota diciannove, il primo sigillo da proprietario di Indianapolis e della INDYCAR Series. Un momento speciale festeggiato tra la folla, raggiunta incredibilmente dal Newgarden dopo aver parcheggiato la propria Dallara-Chevrolet sulla Brickyard, aver oltrepassato il muro ed aver approfittato di un passaggio nelle recinzioni per abbracciare i tantissimi appassionati.

Una gara da 3 bandiere rosse

Estenuante l’ultima parte della corsa per Newgarden, Ericsson e, in generale, tutti i piloti in lotta per il Borg-Warner Trophy, obbligati a fermarsi ai box in tre occasioni a causa delle bandiere rosse. La prima interruzione è stata provocata al giro 186 da Rosenqvist, a muro in curva uno e preso da Kirkwood in curva due. Quest’ultimo si è ribaltato per via del colpo laterale subito, con la ruota posteriore sinistra che si è staccata e per poco non è finita tra il pubblico, danneggiando solamente una macchina parcheggiata vicino alle tribune. Appurato che piloti e spettatori siano usciti indenni dall’episodio, la gara è ripartita, ma solo fino a quando O’Ward ha provato il sorpasso su Rosenqvist in curva tre, finendo rovinosamente a muro. La decelerazione ha obbligato tutti a rallentare, ma McLaughlin non ha fatto in tempo ad evitare Pagenaud, spedendo il francese a muro. Coinvolto anche Agustin Canapino, finito in testacoda e poi contro le Safer Barriers. Il muso dell’argentino si è poi infilato sotto le ruote, con la Dallara-Chevy di Juncos che ha proseguito la propria corsa fino a tamponare l’auto di O’Ward, fermo e ormai ritirato. Ripulita la pista, la gara è ripartita per gli ultimi 5 giri, ma le sorprese non sono finite poiché in ripartenza Andretti, Carpenter e Lundgaard si sono agganciati, il tutto mentre Pedersen veniva tamponato da Graham Rahal. Dopo ben tre bandiere rosse la Indy500 ha raggiunto la conclusione con un solo ed ultimo giro in bandiera verde, quando spettacolo è stato assicurato da Newgarden e Ericsson. Niente da fare, dunque, per Marcus Ericsson, che proprio un anno fa era riuscito a vincere la 500 Miglia dopo la bandiera rossa. Dopo curva due lo svedese ha provato ad andare anche oltre la pista, proteggendo l’interno ma lasciando scoperto l’esterno, sfruttato da Newgarden per agguantare un primo posto tenuto ben stretto fino al traguardo.

Primo podio a Indianapolis per Ferrucci

Storico ritorno sul podio per A. J. Foyt Racing, al terzo posto con un’inarrestabile Santino Ferrucci, rimasto fino all’ultimo incollato alle speranze di vittoria. Per Ferrucci si tratta del primo podio in carriera e ad Indianapolis, mentre A. J. Foyt ritorna finalmente sul podio (Eliseo Salazar l’ultimo pilota Foyt a salirci nel 2000) ad un mese dalla scomparsa della moglie Lucy. La #14 di Ferrucci ha artigliato il terzo posto battendo Palou di soli due decimi, con il catalano che è riuscito a completare in Top5 una gara resa molto complicata dall’incidente occorso ai box nel giro 94, quando VeeKay (penalizzato con un drive through) ha perso il controllo della propria Dallara-Chevy impattando contro lo spagnolo, costretto a sostituire l’ala anteriore nel corso della neutralizzazione provocata da Sting Ray Robb, il primo a ritirarsi.

Il catalano ha avuto la meglio su Alexander Rossi, unico portacolori Arrow McLaren in grado di finire la gara in Top10, seguito a sua volta dalle due auto targate Ganassi di Scott Dixon e Takuma Sato. Se il giapponese è stato autore di una gara lineare, lo stesso non si può dire per Dixon, fermato ai box prima del previsto nel corso del primo stint per una notevole vibrazione proveniente dallo pneumatico posteriore sinistro. I due portacolori Chip Ganassi Racing hanno completato la gara davanti al pilota di casa Conor Daly, bravo a resistere agli attacchi di Colton Herta, in rimonta nella parte finale di gara dopo aver scontato un drive through per l’unsafe release nei confronti del compagno Romain Grosjean. A tal proposito, niente da fare per il francese, finito ancora una volta contro il muro di curva due (giro 150) secondo una dinamica molto simile all’incidente di un anno fa, il tutto mentre navigava nella parte centrale della classifica. Poco da fare per Tony Kanaan, sedicesimo all’ultima 500 Miglia della carriera, corsa in top10 fino a circa metà gara. Epilogo amaro anche per Power, ventitreesimo, prima bravo ad insidiarsi in quinta posizione e poi crollato in una ripartenza infelice, dopo la quale si è appoggiato al muro di curva due danneggiando la ruota posteriore destra.