Luca Lunetta, il cuore per Roma e la testa per Marco Simoncelli

In cinque giorni Luca Lunetta ne ha vissute tante da raccontare, perché le cose a lui accadono improvvisamente e di fretta, così come di corsa affronta quasi tutti i weekend, quelli in cui si ritrova in moto a cercare il limite e la vittoria. Il primo dei cinque giorni è stato l’inizio del mese di settembre 2024, la domenica di Aragón, che però nel motorsport era anche la domenica del gran premio di Monza. La Moto3, evidentemente, eclissata mediaticamente dalla Formula 1 e volendo anche da Formula 2 e Formula 3, perché togliendo le ovvie attenzioni per Leclerc, nelle categorie di supporto a quattro ruote sono arrivate due notizie meravigliose per il motorsport italiano come la promozione di Kimi Antonelli in Mercedes per l’anno prossimo e la doppietta Fornaroli-Minì, primo e secondo nel loro campionato. Moto3 eclissata, ma non Lunetta, ché di solito è proprio la luna a provocare le eclissi, e non viceversa. E allora lo abbiamo ritrovato sul podio, brillante, per la prima volta nella sua vita da quando corre nel Mondiale, cioè da marzo, terzo davanti al leader del Mondiale, l’insuperabile Alonso che per una volta si è dovuto accontentare di guardare tutti dal basso, compreso il primo italiano capace di chiudere tra i primi tre dopo Migno in Argentina nel 2023, una vita fa. Il secondo dei cinque giorni, il mercoledì seguente, Lunetta lo ha passato a Coverciano, con Luciano Spalletti e Alessandro Bastoni, di cui porta un adesivo sul casco dopo averlo conosciuto attraverso l’intermediazione di un preparatore fisico che lavora con entrambi gli atleti. Anche se Luca, sia chiaro, è tifoso della Roma come il suo amico e primo tifoso Fabio Di Giannantonio che lo ha aspettato al parc fermé di Aragón, e non sono mancate le occasioni in cui ha passeggiato nel paddock con la sciarpa giallorossa. Comunque, la maglia azzurra unisce, si sa. E poi Lunetta è pure un talento azzurro sostenuto ufficialmente dalla Federmoto italiana. Pertanto, foto con la nazionale e maglia personalizzata col 58, un numero che nel calcio non ha un valore straordinario, ma nelle moto ha un significato profondo. Ma occhio: Lunetta è nato nel 2006… Infine il terzo dei cinque giorni, giovedì 5 settembre, il giorno in cui Lunetta è diventato il primo carabiniere pilota, o per seguire l’ordine temporale degli eventi, il primo pilota nell’Arma dei carabinieri. Al momento, visto che corre in Moto3, dal punto di vista sportivo un appuntato semplice. Ma già sulla buona strada per diventare un grande Generale. La storia di Lunetta è come un circuito, una strada che si snoda tra curve e rettilinei ma ti riporta sempre allo stesso punto, il traguardo che coincide con la partenza. E infatti tutto è partito da Marco Simoncelli e tutto è tornato da Marco Simoncelli. Un bel giorno lui e il papà Luigi, pugliese di Molfetta radicato a Roma, uscirono di casa dicendo a mamma Enza che sarebbero andati a iscriversi a una scuola di golf. Uno sport difficile e impegnativo, ma piuttosto sicuro e pacifico, in cui l’unico suono che spezza l’idillio della natura sfavillante è il contatto tra la mazza e la pallina. Ma quel giorno al golf club c’era troppo silenzio. E infatti era chiuso. O per lo meno lo era per lui, che era ancora troppo piccolo. La tristezza del bambino con l’entusiasmo mutilato dalle circostanze si trasformò in curiosità vedendo dalla strada un circuito di minimoto popolato da ragazzini scalmanati. Quando tornarono a casa, Luigi e Luca avevano fatto l’iscrizione… a un motoclub. La mamma non li ha mai perdonati del tutto. Ma come, dal silenzio placido del golf al caos dei motori e delle lotte al limite in pista? E in più, con il 58? Sì, perché l’idolo di Luca era Marco. E al momento di scegliere un numero, il numero fu il 58. Per tutta la vita, fino ad arrivare al JuniorGp, l’ultimo passo prima del Mondiale. E alla fine del percorso, a fine 2023, era arrivato il momento in cui incontrare davvero nella carriera da motociclista Marco Simoncelli. Firma con Sic58 Squadra Corse, il team di Paolo, il papà di Marco. Tutto fatto. Ma poi… no. L’ingaggio saltò improvvisamente. Lunetta si ritrovò per un anno in più nel JuniorGp, ma messa alle spalle la delusione di aver perso l’occasione di fare il Mondiale chiuse secondo il campionato con una Ktm privatissima davanti a quelle dell’anno successivo che alcuni team avevano già, dotate del materiale per sperimentare le novità in vista del campionato 2024. L’occasione tornò, sempre con Simoncelli, perché non poteva essere altrimenti. E il numero? Beh, il 58 non si può usare perché è stato ritirato… in MotoGp. In Moto3 non ci sono divieti di utilizzo. Via libera di Paolo Simoncelli. Lunetta col 58 giallo, che è anche il colore del suo casco, che era il colore di quel numero quando Marco correva nelle categorie minori, 125cc e all’inizio anche in 250cc, prima di passare al bianco e rosso. Lunetta con la stessa foga di Marco nel voler raggiungere i risultati, un po’ pasticcione all’inizio, alla Superpippo . Un supereroe imbranato, che mangiando la sua nocciolina si trasforma, come si è trasformato Luca al Sachsenring con una rimonta poderosa dopo una penalità, prima che l’effetto finisse, Superpippo tornasse solo Pippo, e la gara terminasse nella ghiaia mentre Luca inseguiva il podio. Lunetta come Marco anche nell’infortunarsi nel momento meno opportuno, alla clavicola e al polso sinistri proprio al rientro dalla pausa estiva, costretto a rinunciare al Gp di Silverstone. Polso sinistro, come Marco nel 2009. E pure Marco, nel 2009, saltò la gara successiva, Qatar. Poi fece diciassettesimo in Giappone, come Luca in Austria. E poi terzo a Jerez, in Spagna. Come Luca, in Spagna. E in Spagna Marco Simoncelli aveva fatto la prima vittoria della sua carriera, e il primo podio nel motomondiale. Come Lunetta. Ad Aragón, nel 2011, Marco stava lottando per il podio con Ben Spies quando finì lungo nella stessa curva che ha tradito Álex Márquez nel 2024, favorendo l’attacco di Bagnaia prima del contatto che li ha messi fuori gara. Quella volta per Sic non ci furono contatti, ma una enorme perdita di tempo che gli fece perdere la corsa al primo podio in MotoGp. Eppure, quarto, era lì a un passo dalle Honda di Stoner e Pedrosa e dalla Yamaha di Lorenzo, così come Lunetta con la Honda di Sic58 si è trovato in mezzo alle moto superufficiali di Rueda , Veijer , Alonso . Restituendo a Paolo quel podio sfumato di Marco. Tanto che Paolo Simoncelli, nel ripercorrere la gara nell’intervista con Sky Sport dopo il traguardo, ha rimuginato per i primi due giri troppo prudenti di Lunetta riferendosi a lui chiamandolo, per un lapsus, Marco. Ora Luca Lunetta correrà a Misano, sul circuito intitolato a Marco Simoncelli. Perché la storia di Lunetta è come un circuito, una strada che si snoda tra curve e rettilinei ma ti riporta sempre allo stesso punto, il traguardo che coincide con la partenza. Tutto è partito da Marco Simoncelli e tutto è tornato da Marco Simoncelli.