LA FOTOGALLERY. Sono alti, altissimi, oltre i 2.10. Una volta non si muovevano da sotto canestro. Oggi invece li si può trovare sempre più spesso dietro la linea da tre punti. Dove sono diventati ottimi tiratori. Ecco una gallery sull'ultima tendenza dai parquet Nba
BROOK LOPEZ - Il centro dei Nets tira quasi sei volte a gara dall’arco, con un ragguardevole 37.8%. Ma il dato ancora più impressionante è un altro, visto che quasi il 40% delle sue conclusioni arrivano ormai da lontano: già 111 triple tentate per lui quest’anno, quando in tutti i primi otto di carriera ne aveva provate solo 31. Entrato nella Nba nel 2008, bisogna aspettare la trasferta a Detroit dei suoi Nets, il 10 gennaio 2015, per registrare il primo canestro da tre nella carriera di Brook Lopez. Che oggi, invece, dai 7.25 ha il grilletto facile.
KRISTAPS PORZINGIS - È alto quasi 2.20 eppure tira con una fluidità di movimento da guardia. Il range di tiro del lèttone dei Knicks lo porta spesso e volentieri a colpire da oltre l’arco: per lui 5.7 tentativi a partita (solo Carmelo Anthony più di lui in squadra, 6.0) e in media un paio di triple a partita le mette a segno. Ottima anche la percentuale, il 37.6% (mentre ‘Melo si ferma al 34.4%). Porzingis quest’anno ha già segnato 47 triple contro le 81 mandate a segno durante tutta la sua stagione da rookie. The sky is the limit.
DEMARCUS COUSINS - Il centro di Sacramento aveva già iniziato la scorsa stagione ad ampliare il suo raggio di tiro fino a includere la conclusione da tre. Dopo aver tentato solo 69 triple in tutti i primi cinque anni di carriera, l’anno scorso “Boogie” ha iniziato a bombardare anche da lontano, mandando a segno esattamente una tripla su tre delle 210 tentate. Quest’anno però il volume delle sue conclusioni dall’arco è aumentato notevolmente (4.6 a sera, contro le 3.2 dello scorso campionato) ma è aumentata anche la sua precisione da fuori, che dal 33.3% ora sfiora il 40% (39.6%).
KARL-ANTHONY TOWNS - Anche il lungo di Minnesota ci ha messo poco a farsi conquistare dal nuovo trend che vede i lunghi Nba pericolosi in zone del campo in passato a loro vietate. Già titolare di un buonissimo 34.1% nel suo anno da rookie, con 30/88 oltre l’arco, la percentuale di Towns è salita considerevolmente in questa sua seconda stagione nella lega, assestandosi ora sul 37.2% con quasi 4 tentativi a partita. L’aggiunta dell’arma del tiro frontale per un giocatore con tutto il repertorio classico da lungo rende Towns praticamente immarcabile.
AL HORFORD - Il nuovo acquisto di Boston non arriva ai famosi sette piedi – si ferma a 2.08 – ma è a tutti gli effetti un lungo. Come Cousins, anche lui ha iniziato già dallo scorso anno, l’ultimo trascorso in maglia Atlanta Hawks, a espandere il suo raggio di tiro, passando dai 65 tiri da tre tentati nei suoi primi otto anni combinati di carriera Nba ai 365 della scorsa stagione (ovvero più di tre conclusioni a sera, convertite con il 34.4%). Dati ancora in crescita a Boston: le triple sono quasi quattro a partita (3.7), la percentuale è salita al 36.4%.
MARC GASOL - Quello del catalano dei Grizzlies è il caso forse più eclatante di tutti. Per lui solo dodici triple a segno nei primi otto anni di carriera, il centro di Memphis è già arrivato a quota 37 centri quest’anno, con solo un mese e mezzo di stagione in archivio. Ma è il dato della percentuale quello che fa saltare sulla sedia: Gasol converte le quasi quattro triple tentate ogni sera (3.7) con il 44.0%, risultato che lo rende, per percentuale, il decimo tiratore da tre dell’intera lega. Che avesse le mani buone, lo si sapeva; che potesse diventare, da un anno all’altro, anche uno dei migliori tiratori da tre in circolazione, era francamente insospettabile.
MEYERS LEONARD - Meyers Leonard aveva tentato 13 triple nel suo primo biennio Nba, diventate 112 il terzo anno e più che raddoppiate (228) la scorsa stagione, chiusa con 3.7 tentativi oltre l’arco a sera, realizzati con un ottimo 37.7%. Quest’anno il centro di Portland si sta comportando più o meno allo stesso modo, con una piccola flessione nelle cifre dettata più che altra da un minutaggio leggermente ridotto. Per il numero 11 dei Blazers 3.3 triple tentate a partita, convertite con il 33%.
JOEL EMBIID - Aver fiducia nel processo, quando si parla di Joel Embiid, significa anche fidarsi delle sue percentuali lontano da canestro, strabilianti per più di un motivo. Innanzitutto perché trattasi di matricola Nba, uno che del mondo dei pro deve ancora scoprire tutto; e poi perché la stellina dei Sixers ha iniziato questo campionato dovendo sottostare a una rigida restrizione nei minuti di utilizzo (meno di 24 al momento). Ciò nonostante Embiid tira quasi tre volte a sera oltre l’arco (2.9) e converte questi tentativi con un incredibile 44.2%, dato che lo farebbe entrare nella top-10 di categoria (davanti proprio a Marc Gasol) se raggiungesse i minimi statistici richiesti.