NBA, Isaiah Thomas stronca la rimonta di Atlanta
NBAEnnesima perla della point guard dei Boston Celtics, che segna il canestro della vittoria a 2.4 secondi dalla fine e rende inutile il rientro da -20 degli Hawks. Al Horford segna 10 punti nel suo ritorno ad Atlanta, dove viene fischiato dagli ex tifosi. E se fosse nata una rivalità?
Ci sono varie indicazioni che arrivano da Atlanta, dove Hawks e Celtics hanno mandato in scena la partita più interessante e ricca di storie della notte. La prima: la gerarchia alle spalle di Cleveland appare ormai delineata, con Toronto seconda con una partita e mezzo di vantaggio su Boston, che a sua volta con la vittoria di stanotte (103-101) ha lasciato Atlanta a due partite e mezza di distanza. La seconda: il pubblico di Atlanta non ha perdonato l’addio estivo di Al Horford, visti i fischi che gli ha riservato alla presentazione delle squadre e ogni volta che toccava il pallone (ma gli ha tributato una standing ovation quando è stato mostrato un video sul suo passato in maglia Hawks alla fine del primo quarto). La terza: tra le due squadre non corre buon sangue, complici le scorie accumulate nella serie di playoff dello scorso anno e le parole non esattamente al miele che si sono scambiati Dennis Schröder e Isaiah Thomas durante e nel post-partita. E la quarta: il playmaker dei Celtics ha aggiunto l’ennesima perla della sua incredibile stagione, segnando il canestro decisivo a 2.4 secondi dalla fine.
Terza contro quarta — Gli Hawks erano reduci da sette vittorie consecutive e avevano messo i Celtics nel mirino per dare l’assalto al terzo posto della Eastern Conference, ma come spesso è accaduto in questa stagione, lo status quo della classifica è rimasto immutato negli scontri diretti tra le squadre. Nell’ultimo quarto però i Celtics hanno dovuto faticare più di quanto si potesse immaginare dallo svolgimento dei primi tre, con il +10 accumulato nel primo quarto e il parziale di 20-5 che a un certo punti li aveva mandati sul 77-57 a 3:23 dalla fine del terzo, grazie a un eccellente contributo di Kelly Olynyk (26 punti con 9/11 dal campo e 4/5 da tre). A guidare la rimonta di Atlanta sono stati tre membri della panchina come Tim Hardaway Jr. (15 dei suoi 23 punti nel quarto quarto), Malcolm Delaney (10 dei suoi 17 con +23 di plus-minus) e 6 punti dell’esordiente Mike Dunleavy, con gli Hawks che hanno raggiunto il pareggio a 25.6 secondi dalla fine con una tripla di Paul Millsap, il migliore del quintetto con 23 punti.
The King in the Fourth — A quel punto Brad Stevens avrebbe voluto chiamare timeout, ma Isaiah Thomas lo ha respinto sentendosi caldo e il coach ha potuto solo dirgli: “Va bene, allora vai e vinci la partita”. Esattamente quello che il miglior giocatore dei Celtics ha poi fatto, mandando a vuoto la difesa di Kent Bazemore e segnando i punti numero 12 e 13 del suo quarto quarto (28 alla fine con 9 assist). “Bazemore aveva scritto in faccia che voleva fermarmi sul possesso decisivo, ma io avevo altri piani”, ha dichiarato nel post-gara, quando ha cercato anche di schivare le polemiche con Schröder (“Non è uno di cui mi preoccupo”) dopo aver gridato al pubblico di Atlanta che il tedesco “non è nessuno” per lunga parte della partita. “Io gioco a pallacanestro” ha risposto la point guard di Atlanta negli spogliatoi, dopo una serata complicata per problemi di falli che lo hanno tenuto a soli 4 punti e 3 assist in 22 minuti. “Ma se lui pensa di poter insultare mia madre o dire cose idiote sulla mia famiglia, quello non ha niente a che fare col basket. È una sua scelta. Ho troppa classe per rispondergli. La prossima volta, ci prenderemo la vittoria”.
È nata una rivalità? — Tra le storie tese tra i playmaker, la serie di playoff e il passaggio di Horford da un lato della barricata all’altro, ci sono già i primi semi per quella che promette di diventare una divertente mini-rivalità all’interno della Eastern Conference. “Quando affronti una squadra e ci combatti una sera sì e una no per sei o sette gare, inizi a vedere rosso quando li incontri”, ha dichiarato Kent Bazemore. “È stata una partita molto intensa, entrambe le squadre sapevano cosa c’era in gioco. Non è finita bene per noi ma tutta la competitività, i falli, le spinte e le botte, alla fine giochiamo per questo. Per la pallacanestro da playoff. Sappiamo a che livello dobbiamo giocare per batterli”. Anche Malcolm Delaney, pur essendo appena arrivato, non ha mancato di sottolineare la tensione tra le squadre: “È una piccola rivalità, si può percepire. Anche i media hanno cercato di pompare la gara con il ritorno di Horford e la serie dello scorso anno. È stato divertente”. A questo punto, non resta che segnarsi le prossime partite sul calendario: il 27 febbraio a Boston, quindi il 6 aprile di nuovo ad Atlanta. Poi, chissà, magari di nuovo ai playoff.