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NBA, bordocampo affollatissimo a New York

NBA
Non poteva mancare Spike Lee nell'affollatissima prima fila del Madison Square Garden (foto Getty)
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Da Spike Lee (in maglia Charles Oakley, anche se non propriamente una maglia di Charles Oakley...) a Latrell Sprewell, da Bernard King a Larry Johnson, parata di VIP ed ex del passato al Madison Square Garden

No, non è certo inusuale vedere Spike Lee a bordocampo a una partita dei New York Knicks. Molto più raro, invece, scorgere seduto accanto al contestato proprietario James Dolan la sagoma quasi irriconoscibile di Latrell Sprewell, idolo dei Knicks finalisti NBA nel 1999 e assente dal Madison Square Garden da più di una dozzina d’anni, da quel 29 dicembre 2004 che segna la sua ultima apparizione da avversario, in maglia T’Wolves. “Non ho  parole per descrivere l’ovazione che i tifosi mi hanno dedicato”, le parole di Sprewell, riapparso in maniera sospetta pochi giorni dopo l’affaire Charles Oakley, quasi a voler dimostrare che quelle parole di Dolan — “il caso Oakley è un’anomalia, io ho ottimi rapporti con le grandi bandiere dei Knicks del passato” — non fossero solo di circostanza. Titolare, proprio come l’ex n°34 blu-arancio, di un rapporto complicato e burrascoso, anche Sprewell aveva avuto in passato non pochi screzi con James Dolan, a cui aveva rivolto dal campo insulti di ogni tipo durante il suo primo ritorno da avversario, con la maglia dei Minnesota Timberwolves, al Madison Square Garden, dopo aver apprezzato davvero poco la cessione. “Non ero contento quando fui costretto ad andarmene — ha ammesso intervistato in tv nazionale durante la sfida contro gli Spurs — perché New York è come una seconda casa per me. Amo i tifosi, qui, e amo giocare al Garden”. Nativo di Milwaukee, Sprewell era stato visto a bordocampo il mese scorso proprio in occasione della trasferta dei Knicks in Wisconsin e da quel primo contatto la franchigia ha continuato a lavorare duro per organizzare il ritorno del popolarissimo giocatore in una gara interna. Immancabile, ovviamente, anche la domanda sulle recenti polemiche che hanno coinvolto proprio Charles Oakley: “A nessuno fa piacere vedere una cosa del genere, ci sono rimasto male. Ma spero che le parti coinvolte potranno risolvere la questione”.

Il pensiero di Spike — Più critico nei confronti di Dolan è apparso invece Spike Lee, al suo solito posto in prima fila, ma stavolta con una maglia di Charles Oakley indosso. O quasi. “Non riuscivo a trovarne una nella mia collezione, tutte maglie originali, indossate dai giocatori. Però ne avevo tre di Landry Fields e allora ne ho portata una da un mio amico, che l’ha messa un po’ a posto l’ha tramutata in una maglia di Oakley, anche se ufficialmente questa jersey appartiene a Landry Fields [che per un biennio ha indossato il n°2, tramutato magicamente in 34 per il volere del regista newyorchese, ndr]”. Lee ha confessato di aver reagito in lacrime alle immagine di Charles Oakley in manette, prima di definire “una pazzia” il comportamento di Dolan e altrettanto condannabile la sua dichiarazione su un presunto problema di alcolismo dell’ex muscolare dei Knicks: “Come puoi dire una cosa del genere? Anche se fosse vero, chi lancerebbe pubblicamente un’accusa del genere?”. Il regista di Fa’ la cosa giusta, Malcolm X e mille altri successi — pochi giorni dopo aver pubblicamente preso le parti di Carmelo Anthony, dando la sua diretta disponibilità ad “aiutare Phil Jackson a fare le valigie” — si è poi detto preoccupato che i recenti drammi attorno alla squadra possano tenere lontano i free agent più ambiti da New York: “Chi mai vorrà venire qui?”. 

Passato e presente — Intanto i giocatori chiamati a indossare la maglia dei Knicks in questo tormentato presente hanno tutti apprezzato la visita dei grandi ex del passato al Garden, culminata con un’irruzione a sorpresa in spogliatoio guidata dallo stesso Dolan, alla testa di un gruppo che comprendeva Larry Johnson, Kenny “Sky” Walker, Vin Baker, Gerald Wilkins, Herb Williams e anche l’ex Senatore USA Bill Bradley (grande amico di Phil Jackson), oltre ovviamente a Sprewell. “Sono entrati e ci hanno ringraziato per l'impegno messo in campo stasera”, ha fatto sapere Courtney Lee. “Questa è la pallacanestro dei New York Knicks, ci hanno detto — e lo abbiamo davvero apprezzato”. “Vederli tutti qui stasera è stato molto bello”, conferma Carmelo Anthony. “Sono uno studente del gioco, conosco la storia di questa franchigia: è stato bello che fossero qui con noi, oggi”. Non ultimo perché assieme hanno potuto festeggiare una vittoria dei Knicks. Cosa rara, di questi tempi.