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NBA, no Love sì party: i Cavs vincono in Minnesota

NBA

I Cleveland Cavaliers vincono in volata la sfida del Target Center contro i Minnesota Timberwolves, trascinati dai 25 punti, 8 rimbalzi e 14 assist di LeBron James. Non bastano ai padroni di casa i 41 di Andrew Wiggins

LeBron James sa come battere i Minnesota Timberwolves, anche senza avere a disposizione l’ex di giornata Kevin Love, costretto a fermarsi per le prossime sei settimane a causa di un'operazione al ginocchio. I Cleveland Cavaliers conquistano infatti il successo al Target Center per 116-108, il 21° sigillo firmato dal numero 23 nelle ultime 22 gare giocate contro la squadra del Minnesota. Venticinque punti, 8 rimbalzi e 14 assist (alcuni dei quali immaginifici) messi a referto dal Re portano così il conto delle vittorie in casa Cavs a quota sei nelle ultime sette. “Abbiamo già giocato senza Kevin in precedenza – commenta James –, e lo abbiamo fatto anche durante i playoff. E per quanto non ci piaccia giocare senza uno dei nostri migliori realizzatori, è qualcosa che può succedere e bisogna farsi trovare pronti”. Pronto lui e pronto anche Kyrie Irving, perfetto con i suoi 25 punti nei panni di Robin, comprimario di lusso in un partita in cui Batman James è stato costretto ancora una volta a scollinare oltre quota 40 minuti giocati.

41 punti per Wiggins - Ai T’Wolves restano i 41 punti di Andrew Wiggins e il rimpianto da parte del giocatore, il cui destino NBA è stato spesso legato a Cleveland, di non essere riuscito in questi primi tre anni di carriera a battere i campioni NBA in carica: “È sempre stimolante giocare contro di loro, tirano fuori il meglio di me”, commenta la prima scelta assoluta proprio dei Cavs al Draft 2014, unico assieme a Karl-Anthony Towns (26 punti) e Gorgui Dieng (12) a chiudere il match in doppia cifra tra i padroni di casa. Ricky Rubio invece fatica a mettere punti a referto (soltanto 2/8 dal campo), ma molto meno a regalare assist ai compagni: alla sirena finale sono 16 per il playmaker spagnolo, conditi con otto rimbalzi e due recuperi. Wiggins ha poi anche realizzato il canestro del 93-93 sulla sirena del terzo quarto, il preludio a un quarto periodo equilibrato in cui però i Timberwolves non sono mai riusciti a passare in vantaggio. Quando LeBron a due minuti dal termine ha realizzato la seconda tripla di una serata chiusa con 10/14 al tiro, la sfida era ormai definitivamente indirizzata. A scrivere i titoli di coda ci ha pensato la rubata con canestro in contropiede di Derrick Williams: 13 punti, 6 rimbalzi e +15 di plus/minus (il migliore del match) nei 23 minuti giocati in uscita dalla panchina. Anche lui sarebbe potuto essere una stella da una parte (è stato scelto da Minnesota alla 2 del Draft 2011, alle spalle di Kyrie Irving) e adesso si ritrova a giocare per gli altri. Gli incroci di questa partita sono sempre quelli.

Un professionista nato - Il piano partita dei ragazzi di coach Thibodeau è in parte saltato quando Lance Stephenson, a cui sarebbe spettato il compito di prendersi cura di LeBron James, ha fatto crack dopo soli tre minuti trascorsi in campo. Una caviglia che compie una rotazione innaturale e che lo costringe a essere accompagno fuori dal parquet. Non solo sfortuna però, ma colpa anche dell’inesperienza che un roster così giovane porta in dote; un limite che spesso può costare caro, soprattutto nei finali di gara punto a punto. Non tutti hanno la fortuna di avere LeBron in squadra: “Mi sono sentito un professionista già da quando avevo 16 anni”, commenta a riguardo il numero 23, il quale poi chiosa piccato a chi gli fa presente di dover compiere uno sforzo extra a causa dell'assenza di Love. "È un fardello che mi porto dietro da quando sono stato scelto al Draft, perché dovrebbe cambiare qualcosa?". Passano gli anni, ma il padrone di casa a Cleveland resta sempre lo stesso.