Nelle ultime due partite giocate prima della pausa per il weekend dell’All-Star Game, i Bulls vincono all’ultimo secondo grazie a tiro libero di Jimmy Butler contro i Celtics. Washington batte Indiana a domicilio e avvicina il secondo posto a Est
Chicago Bulls-Boston Celtics 104-103 – È uno dei giocatori più chiacchierati del momento, sogno neanche tanto nascosto proprio dei Boston Celtics che farebbero di tutto pur di accaparrarselo prima della trade deadline di giovedì prossimo. Per adesso però, Jimmy Butler gioca ancora con i Bulls, i quali ringraziano per l’ennesima prestazione da leader che ha guidato Chicago al successo in volata contro la più quotata franchigia del Massachusetts. Con Dwyane Wade ancora fuori alle prese con il problema al polso e un Rajon Rondo in parte limitato da un infortunio alla caviglia subito durante il match, è proprio il numero 21 a caricarsi la squadra sulle spalle, realizzando 29 punti e 7 assist in un match rimasto sempre in equilibrio nel secondo tempo, con i Bulls al massimo in vantaggio di sette lunghezze dopo l’intervallo. La giocata decisiva arriva a meno di un secondo dalla fine, quando Butler sul meno uno subisce il fallo di Marcus Smart a nove decimi dal termine: due su due dalla lunetta e partita in ghiaccio. Alla sirena finale sono sei i giocatori in doppia cifra tra le fila dei padroni di casa, bravi a portare a casa un successo che li avvicina al sesto posto a Est occupato dagli Indiana Pacers, nonostante la mediocre serata al tiro chiusa con un rivedibile 6/25 dalla lunga distanza.
Isaiah Thomas, serata da record – Ventinove punti e sette assist sono anche il bottino di Isaiah Thomas, il playmaker entrato sempre più nella storia dei Celtics. Con questo ventello infatti, il numero 4 sale a quota 41 partite consecutive con almeno 20 punti; mai nessuno nella storia della franchigia più vincente dell’NBA c’era riuscito (John Havlicek arrivò a 40 nella stagione 1971-72). Così come i 29.9 punti di media con cui Thomas arriva alla pausa per l’All-Star Game sono il massimo mai fatto registrare da un giocatore dei Celtics nella prima parte di stagione (al secondo posto sempre Havlicek con 29.2). Allo United Center c’è spazio tra gli ospiti per i 17 punti in uscita dalla panchina di Kelly Olynyk e poco altro, in una gara in cui a pesare sono stati i 13 tentativi in più dal campo di Chicago, frutto del 15-4 con cui i padroni di casa hanno vinto la battaglia a rimbalzo d’attacco, una delle specialità in casa Bulls (secondi per % di rimbalzi catturati sotto il tabellone avversario, a differenza del 25° posto occupato dai Celtics). Per Boston è un passo falso che non compromette la corsa al secondo posto della Eastern Conference, ancora saldamente nelle mani dei Celtics.
Indiana Pacers-Washington Wizards 98-111 – Non si arresta la corsa degli Washington Wizards, che vincono lo scontro diretto in trasferta contro gli Indiana Pacers, al momento la potenziale rivale in un eventuale primo turno di playoff. Per i capitolini sono 11 vittorie nelle ultime 12 (unica eccezione la gara pazzesca contro Cleveland persa all’overtime); nelle ultime nove inoltre è sempre arrivata una doppia doppia di John Wall, protagonista anche stanotte con 20 punti e 12 assist. “Non sono mai stato così vicino a vincere così tante partite nella mia carriera – commenta il playmaker numero 2 -. Anche dopo un pessimo inizio di stagione, noi abbiamo avuto l’opportunità di rifarci anche grazie alle tante gare giocate in casa. Siamo una squadra che ha grande convinzione nei propri mezzi, capace ed efficace su entrambi i lati del campo”. Washington chiude con tutto il quintetto di doppia cifra, a fronte dei soli 14 punti arrivati in uscita dalla panchina – il vero tallone d’Achille degli Wizards. Otto Porter è il miglior realizzatore con i suoi 25 punti e sei triple, confermandosi il miglior tiratore da tre per percentuale dal campo con il suo 46.5%. Una delle tante armi a disposizione di coach Scott Brook, che può ritenersi soddisfatto in vista della pausa. “Sapevamo che saremmo dovuto venire qui a Indianapolis a giocare il nostro miglior basket per provare a vincere il match. Volevo chiudere al meglio la prima parte di regular season e adesso possiamo goderci la pausa, ricaricare le batterie e tornare in campo più forti di prima”.
Pacers, continuano gli alti e bassi – Indiana incassa così la sesta sconfitta dopo averne vinte sette in fila: è la seconda striscia di ko più lunga nella storia dei Pacers con cui la franchigia arriva all’All-Star Game. Il quintetto titolare non è riuscito a contenere l’impatto di quello rivale, travolti per 97-59 nonostante i 17 punti a testa di Paul George e Myles Turner. Dallo 0-3 iniziale con cui gli Wizards hanno aperto il match, i padroni di casa non sono mai riusciti a mettere il naso avanti in tutti i 48 minuti. Indiana, sempre più lontana dalle prime cinque a Est, sente sempre più il fiato sul collo dei Bulls in risalita. La pausa sarà utile per schiarire le idee e ritrovare le energie.