Schiacciate (tante), punti (tantissimi) e triple (una valanga) nel Rising Stars Challenge vinto dal Resto del Mondo 150-141 contro gli USA. Ma i giovani talenti della lega non sono gli unici a essere scesi in campo...
Alla fine ha vinto il Resto del Mondo (per quel che conta): 150-141 contro i colleghi statunitensi, con Jamal Murray a farla da padrone mandando a bersaglio quattro delle sue nove triple totali nel finale di gara e vincendo così il premio di MVP del match grazie ai suoi 36 punti e 11 assist in 20 minuti di gioco. Sì, tutto è stato tranne che una gara competitiva, ma lo spettacolo come al solito non è mancato. Il rookie dei Nuggets si è preso il palcoscenico soprattutto grazie alla sua capacità realizzativa dalla distanza e alla voglia (minima eh, per carità) di mettersi in mostra: vedere per credere.
Il protagonista con la maglia degli States invece è quello che non ti aspetti. Tutti i riflettori puntati sui vari Karl-Anthony Towns e D’Angelo Russell (che qualcosa hanno "concesso" al pubblico), ma se da una parte il migliore è stato un compagno di Danilo Gallinari, dall’altra non poteva che essere uno di Marco Belinelli: Frank Kaminsky infatti mette a referto 33 punti con nove triple a bersaglio su 13 tentativi, trascinando i suoi in vantaggio prima che Murray la decida nel finale. Tutto in discesa per il lungo degli Charlotte Hornets: già si difende poco all’All-Star Game, se poi sei “caldo come una stufa” diventa davvero tutto più facile.
Il premio come miglior atleta sul parquet invece lo vince Jonathon Simmons, il giocatore degli Spurs talmente abituato e plasmato dalla mentalità dei texani che un paio di volte va palesemente sopra le righe perché la sua concezione del match non è come quella degli altri. L’esplosività e la mobilità sono tutte lì da vedere, certo, ma quando Buddy Hield (padrone di casa, uno dei pochi che davvero ci teneva a fare bene) prende la linea di penetrazione che va dritta al ferro, mai avrebbe immaginato che il suo tentativo di appoggio al tabellone facesse una fine del genere.
Quella di Simmons è una delle tante “Plays of the Day” in quella che non poteva che essere una partita da highlights per eccellenza. La casa offre: un misto di alley oop conditi in tutte le salse, sia americana che con connotazioni straniere; la stoppata che abbiamo già potuto apprezzare, ma di cui facciamo con piacere il bis; per concludere, schiacciate al volo su rimbalzo d’attacco (e non su letto di patate). Sì, ok, manca il tagliafuori, ma non fate i pignoli proprio la sera delle prime gare dell’All-Star Weekend. So’ ragazzi…
Non sono più tanto giovani invece, quelli scesi in campo poco prima del Rising Stars. Baron Davis, Mark Cuban e tanti altri personaggi che ruotano attorno al basket NBA a vario titolo, sono scesi sul parquet per giocare il Celebrity Game, dove Jason Williams è libero di fare passaggi con il gomito (come se non ce li avesse fatti vedere anche sui campi NBA) e dove l'imitazione dell'euro-step di James Harden va giusto un filino oltre il consentito.
Chiudiamo con un cioccolatino. Bianco, come il suo soprannome: Jason Williams!