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NBA, DeMarcus Cousins va ai New Orleans Pelicans!

NBA

Una notizia di mercato sconvolge la NBA nella notte dell'All-Star Game: i Sacramento Kings hanno scambiato la loro stella DeMarcus Cousins con i New Orleans Pelicans

Dopo meno di tre minuti in campo all'All-Star Game, il motivo dello scarso impiego di DeMarcus Cousins è stato finalmente svelato: come riportato da Adrian Wojnarowski di The Vertical e Marc Stein di ESPN, i Sacramento Kings hanno deciso di scambiare la loro stella insieme a Omri Casspi con i New Orleans Pelicans, ricevendo in cambio di Buddy Hield, Tyreke Evans, Langston Galloway, una prima scelta 2017 (protetta top-3) e una seconda scelta 2019 di Philadelphia. In questo modo va a formarsi una coppia tutta Kentucky sotto canestro con Anthony Davis, MVP dell'ultimo All-Star Game giocato proprio nella Big Easy.

Voltafaccia - A sorprendere è soprattutto la scelta dei Sacramento Kings, che da parecchio tempo ormai andavano ripetendo che non avrebbero preso in considerazione l'idea di scambiare "Boogie" e che erano intenzionati ad offrirgli un'estensione da 209 milioni di dollari in estate per legarsi a lungo con la propria stella. Evidentemente qualcosa è cambiato nella testa del volubile proprietario Vivek Ranadive, con le prime fonti a descrivere la scelta come un "cambio di cultura" all'interno della franchigia e a giustificarla per la paura di perdere la scelta di quest'anno, protetta solamente se finirà nella top-10. Due giustificazioni che però reggono poco, perché una cultura perdente si cambia vincendo - e, pur con tutti i loro problemi e le loro mancanze, i Kings si trovano solamente a una partita e mezza dall'ottavo posto - e non scambiando il proprio giocatore migliore. Per di più i Kings non hanno nemmeno ricevuto un'offerta irrinunciabile, visto che Buddy Hield finora ha deluso nella sua stagione da rookie (cogliendo la prima espulsione della carriera proprio per un colpo nelle parti basse a Boogie...!), Tyreke Evans è un cavallo di ritorno (e sarà free agent in estate), Langston Galloway verrà probabilmente tagliato e la scelta di quest'anno sarà presumibilmente attorno a metà primo giro, dove non è semplice trovare qualcosa di più di un semplice giocatore di rotazione. Un po' poco per uno che, pur con tutti i suoi mille difetti, è comunque un All-Star fatto e finito e sicuramente uno dei centri più talentuosi in circolazione.

Boogie & Brow - Dalla parte dei Pelicans, invece, è una trade sicuramente entusiasmante, perché spendendo poco sono riusciti ad associare a Anthony Davis un giocatore dal talento quantomeno simile, colmando il gap che separa AD dal resto del roster e formando una coppia sotto canestro che non ha eguali nella lega. Giocare contro loro due sarà un "matchup nightmare" per chiunque, visto che entrambi sono capaci di giocare in post basso, attaccare il canestro in un pick and roll ma allo stesso tempo hanno le doti di tiro necessarie per non congestionare l'area, fornendosi l'un l'altro lo spazio per attaccare. Una sorta di "Twin Towers" ma con caratteristiche moderne, che possono funzionare in maniera complementare su entrambi i lati del campo, anche se ci sarà bisogno di tempo per potersi coprire le spalle l'un l'altro difensivamente. Sarà interessante anche vedere come si integreranno i due dal punto di vista caratteriale: di sicuro li aiuta aver condiviso lo stesso passato (entrambi hanno giocato al college a Kentucky sotto le cure di coach John Calipari) e nelle interazioni avute in questi anni sono sempre sembrati in rapporti più che amichevoli, ma essere compagni di squadra e condividere delusioni e sconfitte è tutt'altra cosa rispetto a incontrarsi ogni tanto in occasione delle partite o delle esperienze estive con la nazionale statunitense. Sia come sia, per il prezzo pagato i Pelicans hanno revitalizzato una stagione che sembrava destinata a essere l'ennesimo anno sprecato per Anthony Davis, mentre ora possono legittimamente puntare a recuperare le due partite e mezza che li separano dall'ottavo posto e tornare ai playoff dopo averli mancati lo scorso anno. Sperare in un risultato migliore, vista la posizione da cui partivano, era decisamente difficile.