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NBA: Jennings, "l'altro giocatore" degli Wizards

NBA

Stefano Salerno

Brandon Jennings è arrivato a Washington per rinforzare una panchina spesso poco incisiva. John Wall lo ha accolto a braccia aperte, ma tanti sono i trascorsi e le tensioni passate da risolvere, sia con Bradley Beal che con coach Brooks

Brandon Jennings, liberatosi del contratto con i New York Knicks per andare a caccia di un posto in una squadra da playoff, è l’ultimo rinforzo arrivato alla corte di coach Scott Brooks per rimpinguare una panchina che, come accaduto questa notte contro i Raptors, spesso non riesce a garantire l’apporto giusto in termine di qualità e soprattutto di punti. L’esordio non è stato dei migliori: 0 punti in 10 minuti di utilizzo e un emblematico -14 di plus/minus. Ciò non toglie nulla al fatto che Jennings potrà essere il sostituto ideale di John Wall, un playmaker che lascia alla scelta numero 1 del draft 2010 minuti di riposo per conservare le energie. “Abbiamo già un sistema rodato ed efficiente, che non richiede un grosso sforzo di comprensione o di apprendimento – commenta Wall -. Dovrà soltanto ribaltare il lato il più frequentemente possibile e prendere un tiro ogni volta che ne avrà la possibilità”. Un’accoglienza calorosa da parte di un amico di lunga data, come testimoniato dalla foto che risale a sei anni fa, in occasione del 21° compleanno di Jennings a cui era stato invitato anche Wall, immortalati entrambi mentre fumano il sigaro. “Ci siamo parlati molto prima che lui decidesse dove andare a giocare. Se può essere utile alla squadra, per noi è un ottimo acquisto”, chiosa il numero 2.

Il rapporto con Beal – Jennings però non gode di particolare stima da parte di altri componenti dello spogliatoio, anche a causa dei suoi atteggiamenti che nei mesi e negli anni passati hanno più volte destato fastidio nei giocatori degli Wizards. Emblematico è l’esempio di Bradley Beal, da sempre in conflitto con l’ex giocatore dei Knicks sin dalla sua prima stagione NBA. In particolare, dal primo incrocio tra i due datato 9 novembre 2012. A meno di 24 secondi dalla fine infatti, Beal compie un fallo terminale su Monta Ellis lanciato in contropiede. Il numero 3 a quel punto si avvicina all’avversario per scusarsi (era alla sua quarta partita in carriera in NBA), ma si ritrova travolto da Jennings che lo scaraventa a terra a fare compagnia ai fotografi. Da lì si scatena il parapiglia che porterà all’espulsione di entrambi. “Davvero, non ho un’opinione particolare riguardo la firma di Jennings – commenta Beal -, non ho mai giocato assieme a lui e non posso dire come andranno le cose. Sappiamo tutti cosa è capace di fare: è in grado di segnare qualsiasi tipo di canestro, è un facilitatore e sa far correre la squadra. Sono eccitato all’idea di vedere come andranno le cose in campo”.

Il rapporto con coach Brooks –Non solo Beal è finito nel mirino delle provocazioni e degli atteggiamenti discutibili di Jennings. Nella preseason infatti, New York Knicks e Washington Wizards si sono ritrovate una contro l’altra in una delle classiche sgambate di preparazione alla stagione NBA. Una gara dal senso relativo per molti, ma non per tutti. Casper Ware, messo sotto contratto per la preseason, si stava giocando una possibile conferma con i capitolini e sul finire del terzo quarto si ritrova faccia a faccia proprio con Jennings, incrociato decine di volte sui playground losangelini. Il playmaker dei Knicks ne approfitta allora, esibendosi in una sguaiata protesta, battendo le mani in modo compulsivo dopo la chiamata degli arbitri contro di lui. Il risultato? Il Madison Square Garden inizia a cantare il suo nome, alla ricerca disperata di un nuovo beniamino, il quale a fine gara rincara la dose dicendo di voler diventare “irritante” come i Knicks di Patrick Ewing; una squadra capace di entrarti sotto pelle e di far perdere le staffe agli avversari.

Peccato che in questo caso, le staffe le abbia perse invece Scott Brooks, pronto a prendere le difese del proprio giocatore: “Mi concentro soltanto sui giocatori che provano a fare qualcosa di buono per la squadra, e Casper è stato molto bravo a farlo – commentò ai tempi Brooks, prima di indugiare alla ricerca delle parole giuste prima di proseguire –; mentre l’altro ragazzo provava a fare altro, Ware si è concentrato soltanto sul basket”. Una frase che ha segnato Jennings all’interno dello spogliatoio degli Wizards, etichettato da quel momento come “l’altro ragazzo”. “È un’ottima pesca per noi, in grado di giocare sia assieme a Wall che in uscita dalla panchina”, ha commentato Brooks dopo la firma.  Sta adesso a Jennings conquistare anche la sua stima.