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NBA, ultime chance di playoff per Bulls e Hornets

NBA

In diretta a partire da mezzanotte su Sky Sport 1 la sfida tra Charlotte Hornets e Chicago Bulls è forse l'ultima opportunità per le due squadre di agganciare ancora il treno playoff. Marco Belinelli e compagni devono provare a sfruttare il pessimo momento della squadra di coach Hoiberg 

Uno sguardo alla classifica suggerirebbe che a mantenere ancora vive le speranze di playoff in questo ultimo mese di stagione regolare siano più i Chicago Bulls (31-35, decimi a Est) che gli Charlotte Hornets (29-37, undicesimi). Eppure non sembra proprio così. Mentre la squadra di Marco Belinelli ha vinto tre delle ultime cinque gare disputate, in casa Bulls sono arrivate cinque sconfitte, che segnano il periodo più nero della squadra allenata da Fred Hoiberg dall’inizio di stagione. Di questi ko, quattro sono arrivati con un margine in doppia cifra e l’ultima prestazione a Boston (solo 9 punti nel primo quarto) ha forse rappresentato il punto più basso di tutto il campionato. Si ritrovano quindi di fronte due squadre dal destino simile –  direttamente in corsa una contro l’altra per mantenere vive le proprie speranze di playoff – ma dai momenti notevolmente diversi. È il loro terzo scontro stagionale, e alla prima vittoria 103-91 a fine dicembre degli Hornets (capaci di tenere i Bulls al 39.2% dal campo) è seguita dopo una decina di giorni la vendetta di Chicago segnata dai 52 punti di Jimmy Butler nella vittoria 118-111. 

Caporetto Bulls – Con l’eccezione delle 4 vittorie in fila ottenute a cavallo dell’All-Star Weekend, i Bulla stanno vivendo un lungo periodo di difficoltà che dal 2 dicembre 2016 li vede titolari di un record di 20-28 e di numeri che sfiorano il tragico: solo 90.2 punti di media a sera (quart’ultimi anche per offensive rating) col 40.7% dal campo e il 30.7% da tre punti, la bellezza di 16.8 palle perse a sera e un margine di sconfitta che nei 28 ko subìti è di 14.4, a testimoniare la netta inferiorità dimostrato dai Bulls in molte scontri stagionali. Se è l’attacco il vero cruccio di coach Hoiberg (e di una squadra costruita male già in estate) nel periodo in esame non ha fatto meglio la difesa, che ha concesso 104.6 punti agli avversari. Difficoltà a cui Dwyane Wade e Jimmy Butler hanno provato a opporsi facendo sentire la loro voce a fine gennaio, dopo un’orrenda sconfitta contro Atlanta: parole gradite poco da Rajon Rondo (sostenitore di un’idea diversa di leadership) e forse ancor meno dalla dirigenza, con Wade multato e relegato in panchina per una partita. Lezione incassata dal veterano ex Heat che proprio alla vigilia della gara contro Charlotte ha avuto parole diverse ma (forse) altrettanto polemiche: “Ho capito qual è il mio ruolo in questa organizzazione – ha detto – e ha a che vedere unicamente con lo scendere in campo e dare il massimo. Sono stanco di rispondere dopo ogni partita alle domande sulle scelte tecniche o della dirigenza: vorrei avere delle risposte ma non le ho, voglio solo giocare a basket cercando di guidare questa squadra ai playoff”. Un obiettivo a parole condiviso anche da Jimmy Butler, che prima della sfida contro gli Hornets ha voluto assicurare: “Qui nessuno ha mollato, ve lo posso assicurare. Stiamo solo giocando male”. 

Niente più Mirotic? – Una realtà innegabile, quest’ultima, che sembra però influire anche sull’umore dei giocatori nello spogliatoio dei Bulls. A un Nikola Mirotic che rivela del colloquio avuto con coach Hoiberg – “Mi ha detto di farmi trovare pronto ma che non conta di utilizzarmi da qui a fine stagione, per dare spazio ai giovani arrivati alla trade deadline” – si unisce un Wade che appare sconfortato: “Fred [Hoiberg] viene spesso criticato ma voglio spezzare una lancia in suo favore: è stato messo [ dalla dirigenza? ndr] in una situazione davvero difficile. A volte son felice di non dover essere al suo posto, di essere semplicemente un giocatore, a cui viene chiesto di indossare una maglia e scendere in campo, senza dover prendere certe decisioni. Tanto so che alla gente dei nostri problemi non interessa nulla: pensano che Fred a fine mese prende un bell’assegno, e lo stesso vale per me e per Jimmy. Ma noi siamo ancora uniti, la squadra rema ancora tutta nella stessa direzione”. 

Hornets, rammarici e speranze – Pur se più lontani dai playoff rispetto ai Bulls (3.5 gare dall’ottavo posto dei Bucks rispetto alle 1.5 di Chicago) gli Hornets respirano un’atmosfera più leggera e possono provare a sfruttare il vantaggio del fattore campo (18-14 il record interno) per avvicinarsi ulteriormente al sogno playoff. Un obiettivo che a un certo punto della stagione sembrava più che raggiungibile ma che un mese disastroso – dal 23 gennaio al 23 febbraio – ha reso quasi fuori portata. In quei 30 giorni incriminati, Charlotte ha perso 12 delle 13 partite disputate, precipitando in una vertiginosa picchiata  fortunatamente interrottasi nelle ultime nove gare (5-4), quelle che portano alla sfida della notte contro i Bulls. Coach Clifford ha ripetuto più volte che l’insufficiente rendimento della second unit – il punto di forza dei sorprendenti Hornets della scorsa stagione – è il punto chiave delle difficoltà della sua squadra, anche se Kemba Walker e compagni possono puntare il dito anche sul ruolo giocato dagli infortuni, in particolare a Cody Zeller, l’unico vero lungo del roster, fuori da Natale e tornato in rotazione solo a fine febbraio. 

Belinelli ex velenoso? – Per il nostro Marco Belinelli – titolare di una stagione dal punto di vista statistico molto simile alla seconda vissuta in maglia Spurs, sicuramente in ripresa rispetto all’annata passata a Sacramento – quella contro i Bulls non sarà mai una partita uguale alle altre. A Chicago, infatti, nella stagione 2012-13 ha vissuto le prime grandi emozioni da playoff della sua carriera (poi sorpassate dal titolo vinto a San Antonio nel 2014) e oggi passano anche dalle sue prestazioni le speranze di questi Hornets di ritagliarsi un ruolo nella postseason NBA 2017. A partire dalla gara di stanotte, alla quale Nicolas Batum potrebbe non prendere parte per via di fastidiosi mal di testa accusati nelle ultime ore.