Il numero 34 dei Bucks trascina al successo i suoi nella gara contro Atlanta che vale il quinto posto. James Harden chiude con 38 punti e 17 assist nella vittoria contro i Pelicans. Sconfitte sanguinose in chiave playoff per Chicago e Detroit
Milwaukee Bucks-Atlanta Hawks 100-97 – Giannis Antetokounmpo e i Milwaukee Bucks sono già in modalità playoff e lo dimostrano anche nella delicata sfida vinta in volata contro gli Hawks. Un successo (l’undicesimo nelle ultime tredici gare) che porta la franchigia del Wisconsin ad acciuffare proprio Atlanta al quinto posto, ritornata in corsa per vincere l’incontro dopo essere stata sotto anche in doppia cifra, ma le cui speranze si sono spente sul ferro colpito dalla tripla di Ersan Ilyasova che avrebbe potuto regalare il pareggio ai ragazzi di coach Budenholzer sulla sirena. Alla fine sono 34 punti, 13 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate e 3 stoppate nella solita infinita partita di “The Greek Freak”, decisivo tanto con le schiacciate in contropiede, quanto con le palle salvate che vadano a riequilibrare il bottino delle perse, come quella a 54 econdi dallo scadere e con il punteggio in parità. “È incredibile dove riesce ad arrivare con quelle braccia”, commentano i compagni, che riescono ogni partita a meravigliarsi di quanto stia crescendo quello che a tutti gli effetti è già un giocatore Top-10 NBA.
Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 107-117 – I Chicago Bulls perdono in casa l’ennesima occasione di redenzione in una stagione disastrosa, ben rappresentata da una sconfitta che senza il parziale rientro nel finale avrebbe assunto proporzioni imbarazzanti per valore e avversario. I Sixers infatti giocano con la testa sgombra e si godono i massimi in carriera dell'ala Shawn Long (18 punti in uscita dalla panchina), ma soprattutto di Dario Saric, autore di 32 punti e 10 rimbalzi in una serata in cui Philadelphia tira con il 55% abbondante dal campo. Ai Bulls non bastano i 36 punti di un affranto Jimmy Butler: “Tutti sanno in che posizione siamo adesso in classifica e allo stesso tempo dove avremmo voluto essere. Non c’è nulla da aggiungere”.
Orlando Magic-Detroit Pistons 115-87 – La quarta tripla doppia stagionale di Elfrid Payton fa sorridere i Magic in questo finale di regular season dal sapore amaro per un squadra che già da tempo ha perso il treno playoff e la possibilità di dare un senso un’esperienza che a ottobre si pensava potesse essere diversa. I 14 punti, 11 rimbalzi e 10 assist del numero 4 sono soprattutto però il colpo di grazia alle ambizioni di una squadra teoricamente in lotta per accedere alla post-season, ma che è arrivata alla sesta sconfitta nelle ultime sette gare. Precipitati anche sul -33, i Pistons non hanno dimostrato né la voglia, né la forza di provarci. La domanda che (lecitamente) in molti si fanno è se Detroit non abbia deciso in realtà di “darla su” in queste ultime settimane. “Non lo so, dovete chiederlo a loro non a me”, risponde un contrariato coach Van Gundy.
Houston Rockets-New Orleans Pelicans 117-107 – Houston fa 50 (vittorie) ma coach Mike D’Antoni non si accontenta: “Sarebbe bello arrivare a vincerne 60. Allora sì che potremmo festeggiare”. Tutto è possibile con un Harden per la quarta volta in fila ad almeno 30 punti e 10 assist: il n°13 di Houston chiude infatti con 38 punti (17 nel solo primo quarto) e 17 assist, massimo di carriera eguagliato. “Se merito il premio di MVP? Credo di sì, ma cerco di non pensarci troppo, concentrandomi solo sulle vittorie della mia squadra” il suo commento. Quella contro i Pelicans arriva nonostante i 33 punti (con 16 rimbalzi) di Anthony Davis e i 29 di DeMarcus Cousins, insufficienti però a dare a New Orleans la quarta vittoria consecutiva. Determinante il vantaggio a rimbalzo dei Rockets, capaci di raccoglierne 59 contro i 36 dei Pelicans, di cui 15 in attacco, funzionali ai 54 punti segnati in area (solo 30 invece per gli avversari).
Golden State Warriors-Sacramento Kings 114-110 – Nonostante parecchi errori dall’arco (ben 21, solo 10/31 da tre punti), i Golden State Warriors chiudono la gara con ben 37 assist, la 44^ volta in stagione con almeno 30 assist (battuto il record di franchigia, stabilito solo l’anno scorso). Record – stagionale, e solo eguagliato – anche i 12 assist di Steph Curry, che uniti ai suoi 27 punti lo rendono il migliore dei suoi, a cui vanno aggiunti i 23 di Draymond Green, decisivo nel dare la scossa alla squadra con due triple consecutive nel terzo quarto, quello vinto dai padroni di casa 35-22. Sul fronte di Sacramento si registra con piacere il massimo in carriera (22 punti) di Buddy Hield, il principale giocatore ottenuto da New Orleans nella trade per Cousins – dopo la quale i Kings sono 3-12 – mentre 20 ne aggiunge Ty Lawson. Skal Labissiere in uscita dalla panchina sfiora la tripla doppia con 10 punti, 10 rimbalzi e 8 assist.
Washington Wizards- Brooklyn Nets 129-108 – Dopo il record di ieri notte, sono “soltanto” quattro i giocatori in doppia cifra per i Nets in uscita dalla panchina, guidati dai 20 punti di Justin Hamilton. Non abbastanza per evitare la 57^ sconfitta stagionale al Verizon Center di Washington, dove a John Wall e compagni bastano 20 minuti per volare sul +25 grazie al contributo della panchina: 17 punti per Bojan Bogdanovic (con +35 di plus/minus) e 18 con 9 assist di Brandon Jennings sono più che sufficienti per arrivare pronti alla sfida in back-to-back contro Cleveland.