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NBA risultati della notte: crollo Bulls a Brooklyn

NBA

Chicago cade a sorpresa contro Brooklyn, lasciando vive le speranze di Miami che vince a Washington. Indiana ne approfitta prendendosi il 7° posto, Charlotte è ufficialmente fuori dai playoff mentre Milwaukee festeggia il ritorno alla post-season. Golden State vince la 14^ in fila e riabbraccia Durant, i Clippers vincono a San Antonio

Brooklyn Nets-Chicago Bulls 107-106

I Bulls ritrovano Dwyane Wade dopo più di 20 giorni di assenza, ma perdono una partita potenzialmente cruciale per il loro cammino verso i playoff. I Nets infatti rimontano sei punti di svantaggio negli ultimi tre minuti e vanno avanti a 13.6 secondi dalla fine grazie a due tiri liberi di Spencer Dinwiddie, miglior marcatore dei suoi con 19 insieme al rookie Caris LeVert. Il tentativo finale di Jimmy Butler sopra le braccia di Brook Lopez non trova il fondo della retina, nonostante il suo bottino finale parli di 33 punti con 12/22 al tiro e 5/5 da tre. Dinwiddie si è preso una sorta di vendetta dell’ex, visto che aveva giocato la pre-season con i Bulls prima di essere tagliato, e ad accompagnarlo è stata soprattutto la doppia doppia da 16+12 di Rondae Hollis-Jefferson, complice anche la cattiva serata di Jeremy Lin e Lopez che hanno combinato per un brutto 10/28 al tiro per soli 25 punti. I Bulls, che avevano costruito un vantaggio di +9 a poco più di 4 minuti dalla fine, hanno avuto 14 punti da Wade al rientro ma senza schierarlo nel finale, se non nell’azione difensiva in cui ha commesso il fallo decisivo su Dinwiddie cercando di recuperare il pallone. Un errore costoso, anche se Chicago ha ancora tra le mani il proprio destino avendo il tie-breaker nei confronti dei Miami Heat per l’ottavo posto a Est e dovendo giocare le ultime due contro Orlando e di nuovo Brooklyn, ma entrambe allo United Center.

Washington Wizards-Miami Heat 103-106

Proprio i Miami Heat sono andati vicinissimi a salutare il sogno playoff, prima di cogliere un successo fondamentale su un campo difficile come quello di Washington. I protagonisti sono i soliti: Hassan Whiteside vicino al suo massimo in carriera con 30 punti e 12 rimbalzi, Tyler Johnson dalla panchina con 19 ad accompagnare i 18 di Goran Dragic, ma soprattutto i 15+11+5 di James Johnson, autore del sottomano decisivo per il sorpasso a 11 secondi dalla fine (16° avvicendamento alla guida nel punteggio in una partita tiratissima che ha visto anche 15 pareggi). Sulla rimessa successiva Kelly Oubre ha commesso un errore grave riconsegnando il pallone agli Heat per due tiri liberi convertiti da Josh Richardson, mentre poi il tentativo finale da tre punti di Bradley Beal (16 punti ma con 6/15 al tiro) è stato stoppato da Whiteside. I padroni di casa hanno mandato tutto il quintetto in doppia cifra con Markieff Morris miglior marcatore (21 punti e 9/13 dal campo) e John Wall da 16 punti e 8 assist (ma con 5/18 al tiro e 8 palle perse), pur dovendo fare i conti con l’assenza di Otto Porter per la prima volta dopo 112 partite. Un’assenza occorsa in una sconfitta dolorosa, visto che ora Washington ha una partita di distanza piena da Toronto per il terzo posto, mentre Miami deve continuare a vincere e sperare in un passo falso di Chicago o Indiana.

Orlando Magic-Indiana Pacers 112-127 

Un passo falso dei Pacers che non è arrivato nelle ultime tre partite, tutte vinte dalla squadra di Paul George da quando è tornato Lance Stephenson. Sono loro due, insieme alla doppia doppia di Myles Turner con 23+10, le facce del successo con i Magic: il primo ha realizzato 37 punti con 7 rimbalzi e 6 assist, il secondo invece ha messo 8 punti e 6 rimbalzi chiudendo con uno step-back il parziale decisivo di 19-7 sul finire del terzo quarto che ha dato il +14 ai Pacers, un vantaggio arrivato a toccare il +20 nell’ultimo quarto. Ai Magic, ormai privi di motivazioni ma decisivi per la corsa ai playoff visto che affronteranno anche i Bulls, non sono serviti i 29 di Terrence Ross e i 23 di Evan Fournier per evitare la 52^ sconfitta stagionale, per di più contro l’ex squadra di coach Frank Vogel, incapace di fermare i suoi ex giocatori. “È stata una vittoria enorme” ha commentato finalmente soddisfatto Paul George. “Stiamo andando nella giusta direzione, stiamo battendo le squadre che dobbiamo battere e giocando il miglior basket della stagione”. Ora i Pacers devono vincere le ultime due contro Philadelphia e Atlanta per assicurarsi il settimo posto a Est.

Charlotte Hornets-Boston Celtics 114-121

Chi invece ufficialmente non fa più parte della corsa ai playoff è Charlotte, che con la sconfitta casalinga subita per mano di Boston è matematicamente eliminata dalla post-season. E dire che la squadra di Marco Belinelli — fuori per un problema all’indice della mano sinistra rimediato contro Miami — era riuscita a rimontare da -19 nel terzo quarto grazie a 23 punti di Kemba Walker e al massimo stagionale di Nicolas Batum (31 e 8 rimbalzi), fino a costuire un vantaggio di 7 punti nell’ultimo quarto. Da lì in poi però Isaiah Thomas ha preso in mano la gara, segnando 9 dei suoi 32 punti nell’ultimo quarto ben assistito da Avery Bradley, che ne ha messi 11 dei suoi 15 aiutando i Celtics a chiudere la gara con un parziale di 12-5 negli ultimi tre minuti. Tutto il quintetto degli ospiti è andato in doppia cifra (16 Horford, 15 Crowder, 13+11 Olynyk, prima doppia doppia della stagione): gli uomini di coach Stevens sono ora a mezza partita di distanza da Cleveland per il primo posto a Est.

Philadelphia 76ers-Milwaukee Bucks 82-90

Chi invece può festeggiare il ritorno ai playoff sono i Milwaukee Bucks, alla seconda partecipazione alla post-season negli ultimi tre anni. Come al solito è stato Giannis Antetokounmpo — nonostante un virus intestinale — a guidare la squadra con 20 punti, 10 rimbalzi e 6 assist, in particolare nel terzo quarto quando i Bucks hanno preso controllo della gara grazie a un parziale di 25-12. Ad accompagnare “The Greek Freak” sono stati Greg Monroe (17 punti in 22 minuti dalla panchina) e Matthew Dellavedova (14), mentre per i Sixers Richaun Holmes ha chiuso con 17+10 e Dario Saric (sempre limitato a 24 minuti nel giorno del suo 23° compleanno) ha finito con 14 e 8 rimbalzi. Ora che l’obiettivo iniziale dei playoff è stato raggiunto, Antetokounmpo promette battaglia: “Vogliamo fare strada nella post-season, non sarà divertente per nessuno giocare contro di noi”.

San Antonio Spurs-L.A. Clippers 87-98

Senza più molte motivazioni prima dei playoff, gli Spurs perdono la loro decima gara stagionale all’AT&T Center (un anno dopo aver fatto segnare un record interno di 40-1) contro una squadra molto più interessata di loro al risultato di serata. I Clippers disputano una gara quasi perfetta, con solo 8 palle perse (contro le 14 dei texani), buone percentuali al tiro (il 50% dal campo) e un attacco equilibrato, con tutto il quintetto in doppia cifra guidato dai 19 punti con 8 assist e 8 rimbalzi di Chris Paul, dai 18 di Blake Griffin e dai 17 con altrettanti rimbalzi di DeAndre Jordan. Per gli Spurs i 28 punti di Kawhi Leonard sono la sua gara n°106 in fila con 10 o più punti: solo LaMarcus Aldridge (18) e Pau Gasol (15) raggiungono la doppia cifra. 

Golden State Warriors-New Orleans Pelicans 123-101

Alla Oracle Arena non sono in campo né Anthony Davis né DeMarcus Cousins e tra i padroni di casa manca Steph Curry, ma l’attenzione di tutti è per il ritorno di Kevin Durant, che in 31 minuti confeziona una gara da 16 punti, 10 rimbalzi e 6 assist. Miglior marcatore per gli Warriors è Klay Thompson a quota 20 ma la squadra di Steve Kerr ha 58 punti dalla panchina, funzionali a ottenere la 14^ vittoria consecutiva (la più lunga striscia di successi della stagione NBA) e la 50^ gara con almeno 30 assist, eguagliando i Lakers del 1984-85, unica squadra a riuscirci precedentemente. Per New Orleans sono due uomini della panchina, Quinn Cook e Jordan Crawford, a chiudere con i bottini più alti, rispettivamente a quota 22 e 21 punti, inutili però a evitare la settima sconfitta consecutiva dei Pelicans contro Golden State (la 17^ nelle ultime 18 sfide).