Russell Westbrook non sembra molto preoccupato dall'opaca prestazione in gara-1: secondo lui nessuna difesa può pensare di fermarlo. Questa notte dalle 2 in diretta su Sky Sport 2 la sfida tra Houston Rockets e OKC Thunder per vedere se ha torto o ragione
Quella tra Patrick Beverley e Russell Westbrook non è mai stata una sfida indolore. Il rapporto tra i due infatti è da sempre burrascoso, da quando nel 2013 il giocatore dei Rockets entrando in maniera sconsiderata sul numero 0 nel tentativo di rubare il pallone, fece saltare il ginocchio di Westbrook e i piani playoff di una squadra convinta di poter ambire a ben altri traguardi, segnando in realtà anche il destino di quei Thunder. Da lì in poi ogni incrocio ha sempre causato scintille e scontri che spesso sono andati ben oltre il politicamente corretto. Da sempre però il numero 2 di Houston è risultato indigesto alla point guard di OKC, che anche in gara-1 ha sofferto la fisicità e la vicinanza asfissiante del cagnaccio a disposizione della squadra texana. Westbrook ha realizzato otto punti, tirando 3/9 dal campo e perdendo due palloni durante i possessi in cui Beverley si è preso cura di lui. Una partita opaca quella del numero 0, in cui i maligni hanno sottolineato come il leader dei Thunder sia andato vicino alla tripla doppia non per gli assist (7), ma per le palle perse (9). “Non mi preoccupo mai dell’avversario che mi ritrovo di volta in volta ad affrontare. Ho già rivisto tutto i video dell’ultima partita e so quali aggiustamenti fare”, commenta ostentando indifferenza Westbrook.
“In campo, il mio unico amico è il pallone”
Quando poi qualcuno ci tiene a fargli notare che Beverley è uno dei principali candidati ad avere un posto nel quintetto dei migliori difensori della stagione NBA, il numero 0 ironizza: “La mia opinione sulle nomine dei giocatori che fanno parte dell’All-Defensive Team è molto diversa dalla tua – commenta rispondendo al cronista - davvero non riesco a capire quali siano i criteri di cui si tiene conto per fare una votazione del genere. Basta andare a guardare: non è molto chiaro il processo di selezione”. Ciò non toglie però che lo stesso Westbrook rispetti non poco le abilità dell’avversario. “È una pedina importante per la difesa dei Rockets, ma non me ne preoccupo. Non mi pongo il problema, anche perché alla fine posso fare sempre quello che voglio in attacco”. E sulle parole interpretati da molti come pronunciate contro Harden, il numero 0 tende a specificare. “Sono stato frainteso, il mio modo di vedere le cose è che nel momento in cui sei in campo hai un solo amico: il pallone. I miei compagni sono dei fratelli per me, Harden è un amico, così come ne ho molti altri in giro per la lega. Ma, allo stesso tempo, ogni volta che scendo sul parquet ho cose ben più importanti a cui pensare”.