La guardia dei Celtics realizza il suo massimo in carriera da 29 punti e l’attacco di Boston distrugge la difesa di Washington con 19 punti e 7 assist del centro domenicano. Finisce 123-101, i biancoverdi sono a una vittoria dalle finali di conference
Arrivati ormai alla quinta partita, si possono trovare almeno due costanti nella serie tra Boston Celtics e Washington Wizards. La prima: la squadra di casa vince sempre, come confermato dal 123-101 di Boston su Washington in gara-5 che ha permesso ai biancoverdi di salire sul 3-2 nel conto della serie, portandosi a una sola vittoria dalle finali di conference. La seconda: è pressoché certo assistere a un parziale da 16-0 o più, in particolare nei primi quarti dove spesso sono state decise le gare di questa serie. Solo che questa volta, a differenza delle prime quattro partite, sono stati i Celtics a prendere subito il controllo della partita, rispondendo al 4-0 iniziale degli ospiti con un 16-0 che ha immediatamente indirizzato la gara dopo soli cinque minuti, assistendo 12 dei 13 canestri della prima frazione e costringendo gli Wizards a 8 errori consecutivi (solo 9/26 in totale). Il vantaggio in doppia cifra costruito nei primi dodici minuti non è più stato messo in discussione dal secondo quarto in poi, con l’attacco dei Celtics a macinare la scombussolata difesa di Washington (125.8 di rating offensivo nel solo primo tempo per i biancoverdi) fino a toccare il massimo vantaggio sul +26 nell’ultimo quarto. I Celtics hanno tirato col 53% dal campo e col 48% da tre (16/33), la miglior prestazione al tiro di questi playoff, grazie soprattutto al contributo di Avery Bradley, autore del suo massimo in carriera da 29 punti di cui 25 nel primo tempo, tenendo allo stesso tempo il suo diretto avversario Bradley Beal a 7/19 dal campo per soli 16 punti. “È stato la chiave di questa partita sui due lati del campo” ha dichiarato il suo amico Isaiah Thomas, autore di 18 punti con 9 assist, uno dei quattro giocatori in doppia cifra insieme a Jae Crowder (18 punti e 8 rimbalzi) e un eccellente Al Horford da 19 punti, 6 rimbalzi, 7 assist, 3 stoppate e un solo errore dal campo (8/9), fondamentale con la sua versatilità tattica nel mandare in crisi la difesa avversaria, anche sfruttando i blocchi portati per lui da Thomas. "Avery era on fire e Al è stato fantastico: non abbiamo trovato risposte per quei due" ha concesso dopo la partita coach Scott Brooks.
Fisicità e difesa
“Sono stati più fisici di noi oggi – e lungo tutta la serie, la squadra più fisica ha vinto ogni partita” ha commentato John Wall dopo la gara, chiusa come miglior marcatore dei suoi con 21 punti nonostante il 7/17 al tiro e soli 4 assist, il suo minimo in questi playoff e la prima partita sotto la doppia cifra di assistenze dopo una striscia di 11 doppie doppie. Difficile servire i compagni quando di squadra trovi una serata da 38% al tiro, con i soli Beal (16 punti), Otto Porter e Kelly Oubre (13 a testa) a toccare la doppia cifra. Proprio attorno al secondo, protagonista dell’espulsione in gara-3 dopo lo spintone a Kelly Olynyk, si sono concentrate le attenzioni del mai silenzioso pubblico di Boston, che lo ha preso di mira nel primo quarto cantando “We Want Oubre!” fino al suo ingresso in campo e riempiendolo di fischi ad ogni pallone toccato, tramutato poi in "F___ You Oubre" nel terzo quarto. “Posso ancora sentire il mio nome che suona nella mia testa perché non ho sentito nient’altro” ha scherzato dopo la partita. C’è poco da scherzare invece su quanto fatto in difesa da Washington, che ha sofferto tantissimo in transizione (19 punti concessi) e regalato 23 punti da 13 palle perse di squadra, concedendo anche 47 tiri non contestati all’eccellente attacco dei Celtics – “che diventano difficili da battere quando tirano quasi col 50% da tre”, come ammesso anche da Wall. Boston inoltre ha vinto la sfida a rimbalzo 48-45, negando uno dei punti di forza di Washington che nelle due gare interne aveva dominato sotto i tabelloni (95-69). In generale gli Wizards non vincono al TD Garden dal 16 aprile 2014, hanno perso le ultime sette in fila e 11 delle ultime 13. La notizia ancora peggiore è che per andare in finale di conference ora non solo servirà vincere al fortino del Verizon Center, ma anche espugnare quello dei biancoverdi in gara-7. Non un’impresa facile a prescindere, ma decisamente impossibile con una difesa di questo tipo.