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NBA, infortunio di Leonard: volontaria o no la giocata di Pachulia?

NBA

La distorsione alla caviglia sinistra che mette ko Leonard arriva quando il n°2 degli Spurs ricade sul piede di Zaza Pachulia: un gesto che qualcuno ha pensato come volontario. Ecco cosa ne pensano i diretti interessati

Senza alcun dubbio la singola giocata che fa più parlare dopo gara-1 delle finali di conference a Ovest tra Golden State e San Antonio è quella che avviene a 7’54” dal termine del terzo quarto, quando Kawhi Leonard – eseguito un tiro in sospensione dall’angolo – nel ricadere dall’elevazione appoggia la sua già malconcia caviglia sinistra sul piede di Zaza Pachulia, impegnato a contestargli il tiro. Il punteggio a quel punto della gara dice 76-55 Spurs, un comodo vantaggio di +21 che sembrava indirizzare abbastanza saldamente il primo episodio della serie in direzione dei texani. Dopo la distorsione della caviglia di Leonard – che abbandona subito il campo e non torna più – inizia invece un’altra gara. Guidati dai 40 punti di Steph Curry, gli Warriors tornano in partita e la spuntano nel finale, per una vittoria a un certo punto insperata 113-111 che dà ai californiani l’1-0 nella serie. Sulla giocata decisiva a Pachulia viene fischiato un fallo dalla terna arbitrale perché, per regolamento NBA, a un attaccante dev’essere concesso lo spazio necessario per poter atterrare dopo un salto e completare il suo normale movimento di tiro. La presenza del centro degli Warriors nel cilindro di tiro di Leonard, quindi, ha portata a una giusta sanzione arbitrale ma il dibattito che si è scatenato immediatamente conclusa la gara ha riguardato ovviamente la volontarietà o meno del gesto di Pachulia.

 

Kawhi Leonard dice no

A sgombrare il campo dalle polemiche (o anzi, a fermarle sul nascere) dovrebbero bastare le parole del diretto interessato, Kawhi Leonard: “Se ha messo volontariamente il suo piede sotto il mio? No. Stava cercando di contestare il mio tiro, il cronometro dei 24 secondi stava per scadere. Ma devo rivedere la giocata”, le parole del n°2 nero-argento nel dopo partita, che poi ha descritto la natura dell’infortunio: “Sicuramente molto doloroso. Avevo già subito una leggera distorsione sul tiro precedente, ma ora è difficile valutare la gravità dell’infortunio. Di sicuro non ce la facevo a stare in campo nel terzo quarto”. La caviglia sinistra di Leonard, infatti, è quella infortunata dall’All-Star degli Spurs nel terzo quarto di gara-5 della serie precedente contro gli Houston Rockets, infortunio che lo aveva portato a saltare la poi vittoriosa gara-6, tenuto precauzionalmente a riposo da Gregg Popovich e dallo staff medico di San Antonio. Nei minuti precedenti il contatto con Pachulia – nello stesso angolo di campo, ancora dopo un tiro – Leonard nell’indietreggiare per prendere la spinta e rientrare in difesa aveva già messo il suo piede su quello di un compagno in panchina, procurandosi appunto una prima leggera distorsione. Stretti i denti, Leonard è rimasto in campo, ma il secondo contatto, molto più grave, ricadendo sul piede di Pachulia ha poi messo definitivamente fine alla sua gara-1. Gli Spurs attendono ora gli esiti di una risonanza magnetica per stabilire l’entità dell’infortunio ed eventuali tempi di recupero. 

La difesa di Pachulia e Durant

Sull’intenzionalità o meno del suo gesto, la domanda è stata posta direttamente anche a Pachulia, che ha risposto fornendo la sua versione dei fatti: “Ho semplicemente fatto quello che dovevo fare per cercare di contestargli il tiro. Mi sono girato dall’altra parte o ho sentito il fischio dell’arbitro. Non mi sono neppure accorto che era caduto a terra, a dire il vero, per cui non so bene cosa sia successo”. Poi, incalzato da ulteriori domande, alcune più propense a insinuare la sua volontarietà di mettere fuori dai giochi Leonard, il georgiano ha aggiunto un laconico “quando sei alto 2.10 e giochi duro, vieni accusato di un sacco di cose”. Al riguardo si è fatto sentire subito anche Kevin Durant, deciso nel prendere le difese del suo compagno: “Zaza non è un giocatore sporco. Uno dovrebbe avere un tempismo scientifico per riuscire a far male a qualcuno in quel modo. No, noi non siamo questo tipo di squadra. Kawhi è un giocatore incredibile, lo rispettiamo tutti tantissimo e gli auguriamo davvero di tornare subito in campo. Non abbiamo fatto altro che cercare di contestargli un tiro, in una partita molto combattuta. È stata un’azione davvero sfortunata, vorrei non fosse mai successa, ma non penso assolutamente che sia stata intenzionale”. Per poi chiudere con parole polemiche verso chi, sui social, già si scatenava in accuse maliziose: “Non si può stare a sentire la gente su Twitter, i loro pareri sono irrazionali”.