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NBA, Ray Allen: riportiamo una squadra a Seattle, città magnifica

NBA

Anche l'ex tiratore dei Supersonics si espone in prima persona per chiedere il ritorno di una squadra NBA a Seattle. Un sogno cullato da tanti tifosi ma anche da molti giocatori (da Jamal Crawford a Isaiah Thomas) e che ora sembra più possibile che mai

A Seattle Ray Allen ha trascorso quattro stagioni e mezzo della sua carriera, arrivato in città da Milwaukee alla trading deadline del febbraio 2003 per poi lasciare la città color smeraldo solo a fine 2007, un anno prima che i Sonics stessi abbandonassero il Pacific Northwest per essere trasferiti – come Thunder – nell’Oklahoma. Oggi rimane nei libri dei record come il giocatore con la terza media punti più alta nella storia della franchigia, a quota 24.6 (davanti a lui solo Kevin Durant a 27.4 e Spencer Haywood a 24.9) ma sei il nome del protagonista di He Got Game è rimasto nei cuori dei tifosi di Seattle, il sentimento di ammirazione e nostalgia è reciproco. Proprio Allen, infatti, in un post sul suo account Instagram illustrato dalla foto del simbolo cittadino, lo Space Needle, ha lanciato un accorato appello affinché la NBA possa riaccogliere una squadra in città: “Seattle è cresciuta così tanto da quando giocavo qui io. Che città meravigliosa! Ho dei ricordi bellissimi non troppo lontani dallo #spaceneedle [la Key Arena dove giocavano i suoi Sonics è a poche centinaia di metri, ndr]. Non riesco ancora a credere che non ci sia una squadra di  basket a Seattle!! Questa città è troppo grande per non averne una. Forza, dai, dobbiamo unirci tutti assieme per riportare la NBA a Seattle: facciamo in modo che succeda!!! Alla NBA mancano le trasferte a Seattle, questo lo so per certo!!!!! #bringbackoursonics #keyarena #seattlecenter

Una possibilità reale

Tra le mille voci che dal 2008 a oggi si sono inseguite e accavallate su un possibile ritorno in città di una squadra NBA, quelle che giungono recentemente sembrano ridare speranza ai tifosi dei Sonics, rimasti orfani del proprio team e mai rassegnatisi a declinare la loro passione verso i Thunder (che anzi, spesso e volentieri vengono identificati come nemici sportivi). Il nome più caldo è ancora quello di Chris Hansen, manager di fondi speculativi che già nel 2013 sembrava avesse raggiunto un accordo per portare in città da Sacramento i Kings, mossa poi abortita dal voto contrario (22 contro 8) del Board of Governors NBA. Da ottobre dello scorso anno Hansen e i suoi soci (tra cui figura anche Wally Walker, storico membro dei Sonics, prima in campo e poi nella dirigenza) hanno fatto sapere di essere pronti a finanziare con fondi totalmente privati – senza richiedere quindi alcuna tassazione pubblica – quella nuova arena che viene considerata step necessario per convincere Adam Silver e soci a riaprire a Seattle, un’evenienza che – secondo le parole di un proprietario NBA rimasto anonimo – “è sempre più una priorità per la lega stessa”. “Nei cinque anni in cui abbiano iniziato a lavorare sul pacchetto di raccolta fondi per l’arena di concerto con le autorità cittadine e con la contea – si legge nei comunicati del gruppo capitanato da Hansen – il panorama economico è molto cambiato. Siamo ormai fuori dalla recessione e stiamo entrando in un nuovo ciclo economico virtuoso. I tassi di interesse sono in discesa e la NBA è forte di un nuovo contratto televisivo che ha creato maggiori certezze finanziare nell’ambiente”. Da sempre, giocatori come Jamal Crawford, Spencer Hawes e Isaiah Thomas – tutti cresciuti in città – sono stati in prima fila nel mantenere viva l’attenzione su un possibile ritorno a Seattle della NBA. Ora arriva anche l’endorsement di un forestiero come Ray Allen: che sia la volta buona?