LeBron James scompare nel secondo tempo (0 punti negli ultimi 16 minuti e mezzo) e così Boston strappa un'insperata vittoria esterna 111-108 grazie al canestro allo scadere di Avery Bradley, autore di 20 punti e protagonista insieme a un Marcus Smart da 7 triple e 27 punti
Erano dati per spacciati, sotto 2-0, in trasferta e senza il loro leader, Isaiah Thomas, che scoprirà a breve se dovrà sottoporsi a un intervento all’anca. Invece il Celtics Pride esiste per davvero e Boston si rende protagonista di un’incredibile rimonta da -21 per infliggere ai Cavs la prima sconfitta dei loro playoff 111-108 e strappare ai campioni NBA in carica gara-3, riaprendo così la serie. Sono due gli eroi di casa Celtics: il sostituto di Thomas in quintetto, un Marcus Smart capace di mandare a libri il suo massimo in carriera (che sia stagione regolare o playoff) con 27 punti e 7 triple a segno, e un Avery Bradley da 20 ma autore della tripla allo scadere che condanna Cleveland: “Mi sono ritrovato smarcato grazie al blocco di Al Horford e al passaggio perfetto di Marcus Smart e così ho potuto segnare”, la sua descrizione della giocata che ha deciso la partita. Sotto 77-56 nel terzo quarto, Boston ha prima impattato la partita a quota 95 e poi chiuso l’incontro con un parziale di 55-31, all’interno di un secondo tempo dominato (61-42 il parziale completo dopo l’intervallo) contraddistinto dall’ottimo 11/22 dall’arco e da una difesa capace di tenere i Cavs al 31.4% al tiro con solo 2/17 da tre punti. La squadra di coach Stevens ha portato in doppia cifra altri quattro giocatori oltre alla propria coppia di guardie, con Horford a quota 16, Jae Crowder in doppia doppia con 14 punti e 11 rimbalzi e poi anche 15 di Kelly Olynyk e 10 con 4/4 al tiro di Jonas Jerebko dalla panchina, in una gara chiusa con 28 assist di squadra (su 42 canestri realizzati), 10 recuperi e sole 9 palle perse (contro le 15 di Cleveland).
LeBron James scompare nel secondo tempo
E dire che alla fine del primo tempo la gara sembrava seguire il consueto canovaccio fin qui messo in scena nella serie. Cleveland appariva padrona dell’incontro, sopra 66-50 all’intervallo grazie a ottime percentuali dal campo – il 60% dal campo e il 63.6% (14/22) da tre punti – e al solito contributo dei suoi “Big Three”, con Kevin Love già a quota 22 punti, Kyrie Irving a 17 e LeBron James a gestire tutto dall’alto del suo strapotere, con soli 5 tiri all’attivo ma comunque autore di 8 punti, 5 assist e 5 rimbalzi. Poi, usciti dagli spogliatoi, i Cavs si sono persi e più di tutti si è perso proprio “King” James. Gli ultimi 16 minuti e 31 secondi del n°23 dei Cavs sono da film dell’orrore: per lui 0 punti con 0/4 al tiro (e 0/2 da tre), due palle perse, un solo rimbalzo e un solo assist, in una gara chiusa alla fine con 11 punti ma solo 4/13 al tiro e anche 6 palle perse. Per rendere meglio l’idea, l’ultima volta che James non è riuscito a segnare neppure un punto davanti al proprio pubblico di casa risale al 24 febbraio 2006 (più di un decennio fa), in una gara contro gli Washington Wizards. È la prima volta che una squadra da lui guidata si fa rimontare un vantaggio di 20 o più punti nei playoff (49-0 il record nelle gare precedenti). “Non ne avevo abbastanza – le sue oneste parole nel post-partita – e quando permetti a una squadra tosta come Boston di prendere l’inerzia della partita poi finisci per aspettarti che il loro ultimo tiro vada dentro”. Così è stato, e per i Cavs si tratta della prima sconfitta nei playoff 2017 dopo 10 vittorie, un ko che mette anche fine alla striscia di 13 successi in fila con cui avevano eguagliato i Lakers del 1988-89 dopo la vittoria in gara-2 a Boston. Non bastano alla squadra di coach Lue i 28 punti con 10 rimbalzi di Love, i 29 con 10/15 al tiro di Irving e i 18 con 13 rimbalzi di Tristan Thompson.