L’ottava tripla doppia in una gara di finale (29 punti, 11 rimbalzi e 14 assist) consente al numero 23 di Cleveland di battere un altro record, ma non i Golden State Warriors
Alla fine è uscito con la testa bassa, costretto a fermarsi prima di imboccare la via degli spogliatoi a causa di una rissa tra due tifosi nei pressi dell’ingresso del tunnel. Neanche quegli schiaffi e quelle spinte però avrebbero fatto più male a LeBron James di quanto non avesse già subito fino a pochi istanti prima sul parquet per mano di Steph Curry e Kevin Durant, forse il duo meglio assortito in quanto a talento nella storia NBA. Lui che di classifiche e di primati riesce a collezionarne anche in una serata amara come questa, alla fine preferisce non salire sul podio della conferenza stampa a parlare, prendendo come scusa quella di una pianificazione degli interventi che non fa al caso suo. Che lo mette in un angolo e lo costringe ad aspettare. Un’attesa che LBJ evidentemente non vuole riempire con i pensieri di una sconfitta arrivata anche a causa del suo affanno, dopo una partenza talmente lanciata da non poter essere sostenuta per 48 minuti. Con lui in panchina la squadra infatti brancola nel buio, affonda sprofondando oltre il -32 di Net Rating in quei nove minuti in parte trascorsi a recuperare energie, in parte passati a sventolare bandiera bianca in segno di resa quando il margine non era più possibile da colmare. “Ho bisogno soltanto di un po’ di cibo e di un po’ di vino e starò molto meglio”, racconta provando a sorridere quando viene braccato fuori dagli spogliatoi. Tornare a casa sarà un toccasana per il morale; farlo sullo 0-2 però ti costringe a ragionare avendo già le spalle contro il muro. Vietato fallire di nuovo.
Tripla doppia, raggiunto Magic Johnson
Alla sirena finale sono comunque 29 punti, 11 rimbalzi e 14 assist che rendono soltanto in parte lo sforzo immane fatto da James per tenere in vita i suoi Cavaliers, ai quali non è bastato neanche rievocare la scaramanzia, vestendo quelle maglie nere a mezze maniche che così bene portarono alla Oracle Arena sia in gara-5 che in gara-7 dodici mesi fa. L’anno scorso però Curry non era a posto fisicamente, in grado di compiere delle giocate del genere, e soprattutto non c’era Kevin Durant, un talento capace in sole due partite di segnare già 23 punti nei possessi in cui è stato marcato dal numero 23. A James restano i record, quelli raccolti quasi in maniera involontaria tanta è la mole di lavoro e di dispendio fisico prodotto sul parquet. L’ottava tripla doppia messa a referto in una gara di finale lo pone infatti nell’olimpo del gioco, in vetta al pari di Magic Johnson e con tutti gli altri ben lontani (Larry Bird, Wilt Chamberlain, Bill Russell sono a quota 2). Una speciale classifica in cui ha fatto il suo ingresso anche Steph Curry grazie alla tripla doppia messa a referto questa notte; il primo a riuscire a chiuderne una con almeno 30 punti in maglia Warriors ai playoff. L'ennesimo testa a testa della sfida nella sfida, all'interno di una trilogia che ha caratterizzato le ultime stagioni. Un confronto già entrato nella storia del Gioco, proprio come i numeri di LeBron, che sul finire di primo tempo si è regalato anche l'assist del sorpasso su Jerry West, diventando il secondo per numero di passaggi vincenti sul palcoscenico più importante del mondo del basket. Quasi volesse togliersi quel pensiero all'inizio, per poi concentrarsi su come battere gli Warriors nel secondo tempo. Il piano, purtroppo per lui però, non ha funzionato neanche questa volta.