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NBA, da Rose a Gasol: ora il mercato gira attorno a questi nomi

NBA
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Con il loro status di unrestricted free agent, questi giocatori sono liberi di ascoltare ogni proposta e scegliere autonomamente il loro destino. Ecco i principali nomi che a questo punto del mercato attirano più interesse tra le 30 squadre NBA

Dopo che la vertiginosa serie di accordi, scambi, promesse – tutte ancora non ufficiali, verranno ratificate soltanto a partire dalle ore 18 del 6 luglio – ha sostanzialmente ridisegnato gli equilbri della lega, il mercato dei free agent NBA propone ancora disponibili parecchi nomi interessanti. Concentrandosi solo su quelli unrestricted – liberi quindi da ogni vincolo con le loro precedenti squadre, con la possiblità di accasarsi dove pensano sia meglio – abbiamo stilato una mini-lista dei giocatori più caldi oggi sui radar delle varie squadre NBA, che cercano di completare i loro roster gestendo anche il complicato equilibrio tra salary cap, eccezioni e luxury tax. Partendo da un ex MVP NBA.

Derrick Rose

Improbabile il suo ritorno a New York (Phil Jackson si era espresso possibilista in merito, manifestando ammirazione per l’atteggiamento dimostrato dall’ex MVP NBA, prima di essere fatto fuori…), al momento ci sono solo due squadre che hanno apertamente manifestato il loro interesse per l’ex Bulls e Knicks: i Milwaukee Bucks (“un’ora e mezzo da casa, la mia famiglia potrebbe venire a vedermi giocare… anche se poi non vengono mai”, le parole di Rose) e gli L.A. Clippers, che ceduto Chris Paul ai Rockets hanno ottenuto in cambio Patrick Beverley ma potrebbero volere Rose come regista aggiunto, da alternare all’ex Houston e ad Austin Rivers. Sia Bucks che Clippers hanno incontrato il giocatore. 

Pau Gasol

Prima del via della scorsa stagione aveva firmato un biennale (con player option sul secondo anno) con i San Antonio Spurs. Dopo una prima annata a 12.4 punti e 7.8 rimbalzi di media in poco più di 25 minuti a sera, il lungo catalano ha annunciato (a sorpresa) di rinunciare alla sua opzione da 16.2 milioni di dollari per il 2017-18, dichiarando così la sua free agency ma allo stesso tempo anche la volontà di ridiscutere con i texani un contratto pluriennale meno impattante sul cap di squadra ma che possa permettergli di guadagnare sostanzialmente lo stesso ingaggio spalmato su più anni.  

Dion Waiters

Redento dall’annata in maglia Heat (quasi 16 punti a partita e il 40% da tre), l’ex Cavs non esclude il ritorno a South Beach ma vorrebbe farlo a condizioni diverse dai miseri 2.9 milioni di dollari guadagnati l’anno scorso (motivo per cui ha rinunciato alla player option per il secondo anno del suo contratto, a 3.2 milioni l’anno). Lo hanno incontrato a Los Angeles i Lakers, che hanno perso in un ruolo simile Nick Young e che hanno come nuovo general manager l’ex agente del giocatore, Rob Pelinka, ma sembra anche essere sul radar di New York e aver generato interesse da Chicago e Sacramento.

James Johnson

L’asta per Gordon Hayward ha visto due squadre uscire scontente e deluse: gli Utah Jazz e i Miami Heat. Non a caso le stesse due che, incassata la firma dell’ex Butler a Boston, hanno spostato le loro attenzioni su James Johnson. I primi per rimpiazzare direttamente Hayward, i secondi per confermarlo a roster, ora che è svanito il possibile upgrade nel ruolo (Johnson e Hayward condividono lo stesso agente, Mark Bartelstein). Dopo aver giocato per Chicago, Toronto (due volte), Sacramento e Memphis, l’ala di Wake Forest non ha mai fatto mistero di essersi trovato benissimo nella sua prima annata in Florida: “Il nostro spogliatoio per me è stata una seconda famiglia”, ha dichiarato. 

Rudy Gay

Per il veterano a roster con i Kings durante l’ultima stagione si era parlato di un interessamento degli Oklahoma City Thunder che però nelle ultime 24 ore hanno scelto di puntare su Patrick Patterson e degli L.A. Clippers, che poi hanno trovato l’accordo con il nostro Danilo Gallinari. Nell’oroscopo dell’ex giocatore di UConn sembrano rimanere i Miami Heat (snobbati da Hayward, ma con cap a disposizione dopo l’addio definitivo a Bosh, per un ruolo in alternativa o in competizione con James Johnson) e forse i San Antonio Spurs, dovessero veder partire Jonathon Simmons ingolosito da ingaggi superiori a quelli ottenibili in Texas (si parla di 9 milioni di dollari all’anno). 

Kelly Olynyk

La prima conseguenza della firma di Gordon Hayward a Boston è la rinuncia obbligata dei Celtics a Kelly Olynyk, diventato unrestricted free agent dopo la decisione del club di ritirare la qualifying offer di 4.4 milioni di dollari fatta in precedenza al giocatore. Forte anche della prestazione regalata in gara-7 di finale di conference contro Washington (26 punti con 10/14 dal campo) Olynyk potrà ora ascoltare le offerte che di certo non mancheranno, almeno a sentire il solito ben informato Adrian Wojnarowski.