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Dragic & Doncic, presente e futuro della Slovenia in NBA

NBA

Dario Vismara

Luka Doncic e Goran Dragic, protagonisti assoluti di Eurobasket 2017 (foto FIBA)
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MVP uno, rivelazione assoluta l’altro: Goran Dragic e Luka Doncic hanno dominato Eurobasket 2017 senza subire neanche una sconfitta. Quale futuro li aspetta negli Stati Uniti?

Tra le tante indicazioni che Eurobasket 2017 ci ha lasciato, ce n’è una che spicca sopra tutte le altre in ottica NBA: questo sarà l’ultimo anno in cui ci sarà solamente un giocatore sloveno nella lega statunitense, perché dalla prossima stagione l’MVP Goran Dragic è destinato a essere raggiunto da Luka Doncic. Questo Europeo rappresenta quasi un passaggio di consegne tra i due fenomeni della nazionale neo-campione d’Europa, visto che Dragic prima del torneo aveva annunciato che sarebbe stata la sua ultima competizione con la maglia della Slovenia, mentre è stata la prima per il 18enne del Real Madrid. Insieme sono riusciti a portare la loro nazione a livelli che non aveva mai raggiunto prima, coronando un Europeo in cui non hanno subito neanche una sconfitta e hanno fatto impazzire le difese avversarie con il loro talento palla in mano, giocando uno in funzione dell’altro e sfruttando al massimo il supporto fornito dai compagni, mostrando un livello di gioco di livello assoluto. Paradossalmente, la loro presenza contemporanea ha permesso a coach Igor Kokoskov – che ha un lungo passato in NBA, avendo fatto da assistente per 15 anni tra L.A. Clippers, Detroit, Phoenix, Cleveland, Orlando e Utah – di costruire una squadra con principi spiccatamente ripresi da ciò che più funziona nella lega di Silver.

Una Slovenia formato “Double Dragon”

Non è un caso che l’esperienza di più lungo corso di Kokoskov negli Stati Uniti sia avvenuta a Phoenix, dove non solo ha stretto una grande amicizia con Dragic – tanto che il playmaker ha dichiarato che potrebbe riconsiderare il suo addio alla Nazionale se Kokoskov continuasse, cosa però impossibile con i nuovi calendari FIBA – ma ha anche capito qual è il modo migliore per far funzionare il playmaker sloveno. Pur avendo passato la stagione 2013-14 con Cleveland, Kokoskov deve aver notato quanto la presenza di un’altra guardia come Eric Bledsoe abbia fatto bene a Dragic, che quell’anno giocò a un livello tale da meritarsi l’inclusione nel terzo quintetto All-NBA. Con la presenza di un’altra guardia dominante con il pallone in mano come Doncic, Kokoskov per la sua Slovenia ha riproposto la strutturazione con due portatori di palla primari ad alternarsi nella gestione del pick and roll, con l’altro a spaziarsi sul perimetro tenendo la difesa impegnata grazie alle doti di tiro. Una combinazione che funzionò a Phoenix, che ha funzionato a Miami (con Dion Waiters nel ruolo di “spalla” con ampia licenza di prendersi iniziative) e che evidentemente ha pagato grandi dividendi anche a Eurobasket 2017, dove la presenza di un ulteriore trattatore della palla versatile come Anthony Randolph nel ruolo “del James Johnson” (pur con molta meno licenza di inventare) ha fornito la necessaria valvola di sfogo quando le difese si concentravano troppo sulle due stelle. Attorno a loro, una batteria di tiratori (Nikolic ha chiuso col 43%, Blazic con il 42% e Prepelic addirittura con il 44% su 5.3 tentativi a partita) e di portatori di blocchi granitici (monumentale l’Europeo di Vidmar sia in attacco che in difesa) per permettere alle due stelle di scatenare tutto il loro talento offensivo.

Il futuro NBA di Dragic e Doncic

Con lo storico oro al collo, Dragic e Doncic si apprestano a cominciare le rispettive stagioni con i Miami Heat e con il Real Madrid, in attesa di ricongiungersi tra un anno quando il secondo si dichiarerà per il Draft. A meno di trade al momento impronosticabili, è improbabile che finiscano a giocare nella stessa squadra, visto che Miami proverà a conquistare i playoff sfuggiti solo nel finale della scorsa regular season, mentre Doncic è destinato a essere scelto nelle prime cinque chiamate del prossimo Draft, e diverse squadre sono già posizionate per poter perdere abbastanza partite e assicurarsi una di quelle scelte (nonostante la riforma approvata dalla lega). Si giocherà la prima scelta assoluta con Michael Porter e Marvin Bagley, ma soprattutto proverà a lasciare il Vecchio Continente con un titolo di Eurolega che manca da Madrid ormai da tre anni. Sarebbe la spinta definitiva per presentarsi con credenziali ancora migliori nella NBA, la destinazione dove lo attende Dragic, che libero da impegni estivi con la nazionale a 31 anni potrà concentrarsi solamente a togliersi il maggior numero di soddisfazioni individuali (una partecipazione all’All-Star Game?) e di squadra (superando il secondo turno, al momento il suo massimo risultato ai playoff). Il loro legame, intanto, rimarrà impresso per sempre nella storia della pallacanestro slovena.