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NBA, cambiano le regole del Draft: ecco la riforma per contrastare il tanking

NBA
La valigetta delle preziosissime palline della Lottery (foto Getty)

I rappresentanti delle 30 franchigie NBA hanno votato a stragrande maggioranza la riforma per la Lottery del Draft. Ecco come cambieranno le probabilità di scegliere alla numero 1 per le peggiori squadre della lega a partire dalla stagione 2018-19

L’anticipazione di un paio di settimane fa è diventata realtà: a partire dalla stagione 2018-19, le probabilità di pescare la prima scelta assoluta al Draft cambieranno significativamente, rendendo meno probabile per le peggiori squadre della lega la possibilità di pescare una scelta in top-3. È una delle modifiche approvate dal “Board of Governors” della NBA, l’organo formato dai rappresentanti delle 30 franchigie che deve ratificare ogni cambiamento al regolamento: la riforma è passata con una maggioranza schiacciante di 28 voti a favore (ne bastavano anche solo 23 per raggiungere i tre quarti), un solo voto contrario (gli Oklahoma City Thunder) e un astenuto (i Dallas Mavericks), secondo quanto riportato da ESPN. Questi saranno i cambiamenti più rilevanti:

    - Secondo il vecchio modello (che rimarrà ancora valido per la stagione che sta per cominciare), la squadra col peggior record a fine regular season aveva il 25% di possibilità di vincere la prima scelta assoluta nella Lottery di metà maggio, la seconda peggiore aveva il 19.9%, la terza il 15.6% e così via tutte le altre. Secondo il nuovo modello, le prime tre avranno tutte il 14% di vincere la numero 1, mentre si alzano significativamente – anche del 3% – le probabilità per le squadre dalla posizione numero 4 alla numero 10. Sostanzialmente identiche invece le basse percentuali per le squadre dalla 11 alla 14 (meno del 2%).

    - Nel vecchio modello di Lottery venivano estratte solamente le prime tre posizioni, il che significava che la peggior squadra della NBA poteva “scendere” al massimo in quarta posizione. Ora invece verranno estratte le prime quattro posizioni, rendendo quindi enormemente meno probabile per le tre squadre dal peggior record la possibilità di finire in top-3 (passano rispettivamente dal 64%, 56% e 47% ad un identico 40%). Allo stesso tempo, le squadre “di mezzo” come quella col settimo o l’ottavo peggior record vedono salire le probabilità di scegliere in top-3 dell’8-9%, un vantaggio che si fa ancora maggiore se si considerano le chance di salire in top-5 (anche il 15% per la squadra col sesto peggior record, che passa dal 22% al 37%).

Il tanking è davvero morto?

Inevitabile che la parola nelle teste di tutti i rappresentanti sia stata “tanking”, ovverosia la pratica utilizzata dalle squadre che decidono deliberatamente di rendersi meno competitive e perdere più partite per migliorare la propria posizione nella Lottery. L’esempio dei Philadelphia 76ers di Sam Hinkie è solo l’ultimo e quello più eclatante, ma il tanking però ha molte forme, e questa riforma – per stessa ammissione del Commissioner Adam Silver – è “lontana dalla perfezione”, ma necessaria per un tema definito come "corrosivo". Il Draft rimane non solo la miglior possibilità per assicurarsi un giocatore da top-10 nella lega, ma anche l’unica per poterlo avere sotto contratto per otto o nove anni grazie al meccanismo della restricted free agency. Per molte squadre che giocano in un piccolo mercato e quindi partono svantaggiate nella corsa ai free agent (vedi OKC, l'unica a votare contro e che aveva già fatto saltare un tentativo di riforma nel 2014), il Draft rappresenta l’unica possibilità di raggiungere quel giocatore in grado di cambiare la traiettoria della franchigia – e questa verità di fondo non può essere cambiata da questa riforma, che viene descritta dalla lega stessa come "uno dei primi passi". Di fatto, questi cambiamenti rendono solo meno vantaggiosi i casi di tanking estremo come quello di Philadelphia (che negli ultimi anni ha dato dei brutti colpi all'"immagine" della lega), ma non impedisce a una squadra come gli Atlanta Hawks o i Chicago Bulls - che nel corso dell'estate hanno perso i loro migliori giocatori, volontariamente oppure no - di ricominciare da capo puntando a una di quelle scelte altissime, effettuando quindi un tanking solamente meno palese di quello dei Sixers di Hinkie, ma uguale nella sostanza.

Non bisogna dimenticare, però, che il meccanismo del Draft è nato con l'intento di ridistribuire il talento all’interno della lega, dando i migliori giovani alle peggiori squadre in modo che possano ricostruire e alzare il livello medio della competizione. Questa riforma invece va a premiare quelle squadre che grazie alla presenza di un ottimo giocatore (prendiamo i New York Knicks con Kristaps Porzingis) non scendono sotto a un certo livello e magari cominciano la stagione con ambizioni di playoff, ma a metà anno – per infortuni, per sfortuna, per chimica nello spogliatoio o qualsiasi altro motivo – si accorgono di essere fuori dai giochi e allora smettono di competere per un posto ai playoff. Non è forse tanking anche quello, specialmente quando i migliori giocatori vengono tenuti a riposo senza alcun motivo come fatto dai Phoenix Suns con Eric Bledsoe lo scorso anno? Per questo fa sorridere il tweet ironico mandato dal GM degli Houston Rockets Daryl Morey all’ex collega e assistente Sam Hinkie, a cui ha scritto “abbiamo risolto il tanking” – anche se poi i Rockets sono stati tra i 28 a votare a favore. Immancabile anche la risposta di Joel Embiid, uno di quei giocatori per cui le squadre continueranno inevitabilmente a “tankare”.

Le multe in caso di riposo programmato

Un’altra delle modifiche approvate durante il “Board of Governors” è la facoltà data al Commissioner Silver di multare le squadre che tengono a riposo i propri giocatori sani per le partite che vanno in tv nazionale su ESPN, ABC e TNT. Questo non toglie la possibilità alle squadre di programmare i riposi dei propri giocatori, ma allo stesso tempo le incoraggia a farlo per le partite casalinghe e non quelle esterne, con le stelle che sono chiamate in ogni caso a essere presenti in panchina durante le partite e a essere “accessibili ai fan” per interagire con loro prima della gara. Ogni violazione alle nuove regole sul riposo che verranno giudicate come condotta svantaggiosa o dannosa nei confronti della NBA verrà multata di almeno 100.000 dollari, anche se “la mia speranza è che questa regola finisca inutilizzata nel cassetto e le squadre capiscano che abbiamo degli impegni nei confronti dei nostri tifosi e della comunità cestistica”, secondo quanto detto da Silver. Una regola del genere però rappresenta una questione molto delicata, perché non è chiaro capire o decretare quando un giocatore è sano o infortunato, e quando il riposo è programmato oppure no. “Tutti i proprietari capiscono che quando discutiamo temi di questo genere c’è sempre qualche dettaglio o situazione che ci può sfuggire, ma faremo del nostro meglio. Di sicuro torneremo a parlarne per trovare il modo giusto per calibrarlo” ha commentato Silver. Considerando anche i cambiamenti fatti al calendario – con la stagione che comincerà prima, il 17 ottobre, proprio per dare maggiore riposo ai giocatori riducendo i back-to-back –, il tema della salute dei giocatori rimane al centro delle preoccupazioni della lega.