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Speciale NBA 2017-2018: Minnesota T'Wolves, un tris di stelle per tornare ai playoff

NBA
Wiggins, Towns e Butler: le speranze dei T'Wolves passano da loro (foto Getty)

Andrew Wiggins, Karl-Anthony Towns e il neo-arrivato Jimmy Butler: i T'Wolves puntano sui nuovi Big Three per tornare ai playoff dopo 13 anni di assenza

Solamente dodici mesi fa, i Minnesota Timberwolves erano la squadra con più hype di tutta la NBA: la prospettiva di un nucleo super talentuoso formato dagli ultimi due Rookie dell’Anno, Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns, messi nelle mani di un coach di successo come Tom Thibodeau aveva fatto schizzare alle stelle le aspettative attorno alla franchigia. Invece la regular season ha riportato tutti quanti sulla Terra mettendoli di fronte ai loro difetti, che li hanno portati a sole 31 vittorie e al 14esimo anno consecutivo senza il piacere di partecipare ai playoff, mettendo in mostra un atteggiamento e un rendimento difensivo difficile da spiegare per una squadra allenata da Thibodeau. Per questo, l’obiettivo principale della dirigenza durante l’estate non poteva che essere costruire una squadra in grado di giocarsi un posto tra le prime otto a Ovest, e per riuscirci non si è badato a spese. Sfruttando gli asset a disposizione – sia in termini di giovani, scelte e spazio salariale –, Thibodeau è riuscito a prendere due pretoriani dei suoi anni a Chicago come Jimmy Butler e Taj Gibson e due veterani come Jeff Teague e Jamal Crawford, a cui ha aggiunto anche l’esperienza di Aaron Brooks per puntellare il roster. Cinque giocatori di personalità e professionalità in grado di spiegare ai vari Towns, Wiggins, Gorgui Dieng, Shabazz Muhammad, Tyus Jones e Justin Patton (scelta numero 16 dell’ultimo Draft) come avere un rendimento costante nel corso della stessa partita, vero tallone d’Achille dei T’Wolves. Le stigmate della squadra da playoff, infatti, erano ben presenti già nella scorsa stagione, visto che Minnesota nei primi tempi aveva un Net Rating di +4.5, buono per il sesto posto nella lega. I problemi affioravano quindi nei secondi tempi, quando con un Net Rating di -6.3 i T’Wolves si sono segnalati come la quarta peggior squadra di tutta la NBA davanti solo a Brooklyn, Orlando e Philadelphia. Un rendimento a due facce che dovrà necessariamente cambiare per tornare finalmente ai playoff – a partire dalla metà campo difensiva.

RECORD 2016-17: 31-51
(5° Northwest Division, 13° Western Conference)

PLAYOFF: no       

OVER/UNDER 2017-18: 48.5 (7°)    

ROSTER

JEFF TEAGUE | Tyus Jones, Aaron Brooks

ANDREW WIGGINS | Jamal Crawford

JIMMY BUTLER | Shabazz Muhammad, Marcus Georges-Hunt

TAJ GIBSON | Nemanja Bjelica

KARL-ANTHONY TOWNS | Gorgui Dieng, Cole Aldrich, Justin Patton

ALLENATORE: Tom Thibodeau

GM: Scott Layden

Tre domande per raccontare la stagione dei T’Wolves

1) La difesa riuscirà ad avvicinarsi a quanto richiesto da coach Thibs?

Una squadra di Thibodeau che subisce 109 punti su 100 possessi chiudendo al quint’ultimo posto, semplicemente, non è ammissibile. Per questo i destini dei Minnesota Timberwolves 2017-18 passano innanzitutto dal tipo di impegno difensivo che verrà prodotto da Towns e Wiggins, apparsi generalmente poco interessati a quanto succedeva nella propria metà campo nella scorsa stagione. L’esempio portato da Butler e Gibson sarà fondamentale per coach Thibs per cambiare la cultura di squadra e dare leadership a uno spogliatoio in balìa degli eventi nella scorsa stagione.

2) Come funzionerà la coesistenza tra Jimmy Butler e Andrew Wiggins?

L’arrivo di uno come Jimmy Butler migliorerebbe qualsiasi squadra, ma è lecito chiedersi come funzionerà la coesistenza con un giocatore molto simile a lui come Andrew Wiggins. I due hanno il potenziale per andare benissimo quanto malissimo: se la si vuole vedere positivamente, Butler può rappresentare un modello a cui ispirarsi per il canadese e i due potranno imporre la superiore stazza atletica nei confronti dei diretti avversari – perché pochissime squadre hanno due difensori perimetrali in grado di contenere attaccanti fisici di quel livello. Allo stesso tempo, però, il rischio che si “pestino i piedi” e facciano a turno rendendo prevedibile e stagnante l’attacco dei T’Wolves (per di più con un allenatore non esattamente fantasioso come Thibs) è molto alto, anche perché le spaziature saranno difficoltose visto che i lunghi titolari tirano meglio degli esterni. Trovare la giusta chimica non sarà semplice, ma è l’unico modo per rendere realtà il progetto di squadra immaginato in estate.

3) Cosa succede il prossimo anno se le cose vanno male?

Se sul talento presente in squadra non si può discutere, trovare il modo più giusto per farlo coesistere in campo richiederà tempo – al netto di tutti i problemi di spaziature di un roster in cui nessun giocatore ha tirato sopra il 40% nello scorso anno. In una conference competitiva come la Western di quest’anno, però, nessuno perdona nulla e se le cose non dovessero girare per il verso giusto in fretta, i T’Wolves potrebbero anche ritrovarsi al di fuori della corsa playoff più in fretta di quanto previsto. In quel caso, Butler si ritroverebbe nella prossima estate con un solo anno di contratto rimasto e un roster completamente bloccato dal punto di vista dei contratti, a maggior ragione dopo l’estensione contrattuale da 148 milioni data a Wiggins: se questo esperimento fallisse, si potrebbe arrivare alla cessione di uno dei due?

Obiettivi per la prossima stagione

Tornare ai playoff è l’imperativo categorico per non considerare la stagione un fallimento, ma se le cose andassero bene si potrebbe anche attentare a quota 50 vittorie e il quarto posto nella Western Conference. Golden State, San Antonio, Houston e Oklahoma City sembrano nettamente superiori, ma un terzetto come quello formato da Butler, Wiggins e Towns non è per tutti – anzi.