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Speciale NBA 2017-18: Chicago Bulls, parola d'ordine ricostruzione

NBA
Kris Dunn, Lauri Markkanen e Zach LaVine, i tre giocatori ottenuti da Jimmy Butler (foto Getty)

Dopo aver ceduto Jimmy Butler e aver salutato Rondo e Wade, i Chicago Bulls ripartono da zero con un gruppo di giovani tutto da testare. Quali prospettive ha il roster di Fred Hoiberg?

L’esperimento dei “Three Alpha”, ovverosia la coesistenza tra Jimmy Butler, Rajon Rondo e Dwyane Wade, è durato lo spazio di una stagione. Un anno dopo aver provato il ritorno in grande stile, i Chicago Bulls si ritrovano con un roster dall’età media e le prospettive completamente opposte rispetto a quello passato, e con nessuno dei tre “maschi alfa” nello spogliatoio. Butler è stato scambiato con Minnesota, da cui sono arrivati Zach LaVine, Kris Dunn e Lauri Markkanen; Rondo è stato lasciato andare dopo una stagione altalenante; con Wade è stato trovato un accordo per la risoluzione del contratto che ha fatto felici tutte le parti in causa. Chiusi questi tre capitoli, i Bulls hanno voltato pagina in maniera netta, senza muoversi sul mercato dei free agent se non per rifirmare i propri giocatori e puntando tutto sui giovani ottenuti dagli scambi e dal Draft. Capire il reale potenziale dei giocatori in squadra sarà la cosa più importante di tutta la stagione, perché ognuno dei giovani ha qualcosa da dimostrare: la situazione nel ruolo di point guard è estremamente fluida, dato che nessuno dei tre tra Kris Dunn, Jerian Grant e Cameron Payne pare essere un titolare dal giorno 1; Zach LaVine è alle prese con il recupero dall’infortunio subito nello scorso febbraio e non sarà pronto fino a novembre/dicembre; Paul Zipser e Bobby Portis, riserve nella scorsa stagione, potrebbero partire titolari nei ruoli di ala; a centro area Robin Lopez si ritrova sostanzialmente da solo a guidare un gruppo molto più giovane. Le cose non vanno molto meglio in panchina dove è difficile trovare giocatori da sicura rotazione NBA, se non nel ruolo di ala forte dove Nikola Mirotic e Lauri Markkanen (reduce da un eccellente Eurobasket con la maglia della Finlandia) rischiano di fare scopa e di togliersi minuti a vicenda.

RECORD 2016-17: 41-41
(4° Central Division, 8° Eastern Conference)

PLAYOFF: eliminati al primo turno
(vs. Boston Celtics 2-4)

OVER/UNDER 2017-18: 21.5 (30°)       

ROSTER                                 

KRIS DUNN | Jerian Grant, Cameron Payne
ZACH LAVINE | Justin Holiday, Denzel Valentine
PAUL ZIPSER | Quincy Pondexter, David Nwaba
BOBBY PORTIS | Nikola Mirotic, Lauri Markkanen
ROBIN LOPEZ | Cristiano Felicio, Diamond Stone

ALLENATORE: Fred Hoiberg

GM: Gar Forman – Jim Paxson

Tre domande per raccontare la stagione dei Chicago Bulls

1) Chi è il leader di questa squadra?

Da un anno all’altro i Bulls sono passati dall’avere troppa personalità nello spogliatoio a non averne nessuna. Viene difficile immaginarsi Robin Lopez che riprende i compagni più giovani e li tiene in riga, e lo stesso si può dire del neo arrivato Quincy Pondexter. In questo ambiente, saranno necessari decisi passi in avanti dal punto di vista della personalità da parte di coach Fred Hoiberg, che però nella sua esperienza in NBA finora è mancato proprio dal punto di vista del carisma e del rispetto da incutere nei confronti dei suoi giocatori. Forse questo roster giovane si adatterà meglio alle sue idee cestistiche, ma quando le cose andranno male sarà in grado di alzare la voce ed evitare che si instauri una cultura della sconfitta?

2) Nel gruppo dei giovani arrivati da Butler c’è la superstar del domani?

Se è chiaro che manca un leader emotivo, allo stesso modo diventa difficile capire chi è il miglior giocatori di questi Bulls. Zach LaVine potrebbe ricoprire il ruolo di miglior realizzatore, ma il rientro a pieno regime da una rottura dei legamenti del ginocchio è sempre difficile da prevedere, specialmente per un giocatore atletico come l’ex T’Wolves; Kris Dunn è reduce da una difficilissima annata da rookie e ha limiti offensivi evidenti nella creazione e nella finalizzazione al ferro; Lauri Markkanen ha sorpreso in positivo in area FIBA, ma non ha ancora disputato un minuto in NBA ed è improbabile vederlo avere un impatto significativo da rookie. Scoprire chi potrà essere il “giocatore-franchigia” è uno dei temi più importanti di tutta la stagione.

3) Sono davvero la peggior squadra della NBA come sostiene Las Vegas?

La quota dell’over-under posta a 21.5 li mette all’ultimo posto in tutta la lega, segno che i bookmakers di Vegas li vedono come i peggiori di tutti. Non che sia necessariamente un male: dato che questo è l’ultimo anno con il sistema proporzionale della Lottery, i Bulls potrebbero approfittarne per un tanking fatto per benino – specialmente con tre giocatori estremamente interessanti Michael Porter, Marvin Bagley e Luka Doncic in cima al Draft 2018…

Obiettivi per la stagione

Lavorare sui giovani, capire chi può far parte della squadra e approfittare dell’ultimo anno con la Lottery per accaparrarsi almeno una scelta in top-3: non ci saranno molte vittorie all’orizzonte, ma dopo aver ceduto il proprio miglior giocatore la strada è quella della ricostruzione totale.