Il dieci volte All-Star era l'uomo più atteso della sfida tra la sua nuova squadra e i suoi ex dei New York Knicks: "Ho dovuto sopportare tanto, ma quel capitolo ora è chiuso". E tra la chimica da trovare con Westbrook e George, spuntano parole interessanti sul suo "erede" Kristaps Porzingis...
Che questa non sarebbe stata una partita come tutte le altre per Carmelo Anthony era facilmente intuibile già da qualche ora prima del match, quando sui social network ha condiviso una sua foto in maglia Thunder con la citazione del rapper Pusha T nella canzone Keep Dealing: “You Watched Me Walk Through Hell, Now Watch Me Walk Up Out It” (mi avete visto attraversare l’inferno, ora guardatemi mentre ne esco fuori), ovviamente condito dal classico hashtag #STAYME7O. Un riferimento neanche troppo velato ai suoi ultimi due anni passati a New York, definiti da Anthony come “un bel po’ da sopportare”. Il fatto che l’esordio con OKC sia arrivato proprio contro i Knicks è l’ennesimo scherzo di un destino che Anthony ha cercato di affrontare con relativo distacco. “Il capitolo ora è chiuso, non parleremo più dei Knicks” ha sentenziato dopo la partita, chiusa con 22 punti, 1 rimbalzi, 1 assist, 2 recuperi e 2 stoppate. “Ora possiamo concentrarci sui Thunder e guardare avanti verso quello che dobbiamo fare come squadra e organizzazione. Posso dire che quel capitolo è chiuso”. In realtà non è proprio così, o almeno non lo sarà fino a quando non tornerà nella Grande Mela (la partita al Madison Square Garden è prevista per il 16 dicembre), ma per il momento Anthony può godersi la prima mini-vendetta nei confronti della squadra che ha reso la sua vita un inferno, almeno stando alla citazione pre-gara. Anthony ha mandato a segno il primo tiro della gara su imbeccata di Russell Westbrook (che ha cominciato a esultare per la tripla prima ancora che il pallone avesse lasciato le mani del compagno) ma ha poi sbagliato le successive sette conclusioni, sporcando un foglio che a fine gara recitava un migliorabile 8/20 dal campo con 3/10 da tre, oltre allo Usage Rate più alto della squadra (30.4% contro il 27.7% dei due compagni principali).
Prime prove di convivenza per i Big Three
Proprio il modo in cui Anthony riuscirà a integrarsi con gli altri due compagni sarà uno dei temi fondamentali della stagione dei Thunder. Nella gara di ieri notte è stato soprattutto Russell Westbrook a vestire i panni del facilitatore limitandosi a soli 12 tiri – rispettivamente 8 in meno di Melo e 11 meno di PG13: solo tre volte in tutta la passata stagione era successo che non fosse lui il leader di squadra per conclusioni tentate – ma ispirando ben 16 canestri dei compagni. In particolare Anthony ha goduto della vena passatrice di Westbrook, visto che, dei suoi 8 canestri dal campo, 5 sono arrivati da un passaggio vincente del numero 0. “Voi ci siete abituati a uno come Russ, ma io al massimo o lo guardavo in tv o ci giocavo contro” ha dichiarato Melo, che in 412 partite con la maglia dei Knicks non ha mai avuto un compagno in grado di chiudere con una tripla doppia. “Sono elettrizzato dal modo in cui abbiamo cominciato stasera, da quello che abbiamo creato e di dove stiamo andando. Offensivamente è nostro compito segnare quei tiri, ma sia io che PG dobbiamo adattarci: non siamo abituati ad avere così tanti tiri smarcati, ma vedrete che entreranno”. Sentimento condiviso anche da Paul George, miglior realizzatore della sfida con 28 punti grazie a 4 passaggi vincenti di Westbrook. “Non c’è nessuno che possa stare davanti a Russ” ha detto dopo la gara. “Riuscirà sempre ad attirare due difensori su di lui e a far collassare la difesa. Un sacco di volte mi ritroverò a ricevere completamente solo: sarà compito mio far pagare le difese”. Per la verità la fluidità offensiva dei Thunder, specialmente nel primo tempo, non è stata particolarmente esaltante, cadendo nel vizio del “fare a turni” tra i Big Three, che hanno realizzato 44 dei 53 punti di squadra. Un po’ di questa deriva è determinata dalla strutturazione del roster, fatto apposta da Sam Presti per giocare di riflesso alle tre stelle, ma per capire quando potrà davvero funzionare bisognerà aspettare test più probanti rispetto ai molli Knicks, che tolto Kristaps Porzingis non hanno proposto davvero nulla di interessante.
Melo su Porzingis: “Contento per lui, ma non ci sono più io a proteggerlo”
Nel nuovo ruolo di “4”, Anthony si è trovato molto spesso a fare i conti direttamente con il suo ex compagno – e per certi versi discepolo – Kristaps Porzingis. Le braccia infinite del lettone sono uno dei motivi per cui ‘Melo ha fatto così fatica nel primo tempo, vedendosi stoppato al primo uno-contro-uno e quindi costretto a tirare in allontanamento per creare un po’ di separazione dai 220 centimetri di “KP”. Alla fine Porzingis ha vinto la battaglia (31 e 12 per lui) ma non la guerra (anche perché solo l’altro ex della gara Enes Kanter ha toccato la doppia cifra), e i due si sono abbracciati a fine gara in mezzo al campo. “Sono felice per lui, si vede che è pronto a ricoprire quel ruolo [che avevo io]. È un anno molto, molto importante per lui: in passato c’erano altri che potevano proteggerlo, e anche quando le cose andavano male c’ero sempre io a prendermi le critiche e a togliergli pressione. Ora è lui l’Unicorno e deve capire cosa significa farsi carico di tutto, nel bene e nel male, facendosi trovare pronto”. Un passaggio di consegne in piena regola come testimoniano le parole tra i due: “Cosa gli ho detto a fine gara? È un segreto… Ma è stato divertente. Ho cercato di godermi la sfida contro di lui: ci incrociavamo spesso in allenamento ed era uno spasso. Ho provato a rallentarlo come meglio ho potuto, è stata una buona esperienza”. Si rivedranno tra un paio di mesi sul campo del Garden che hanno condiviso nelle due passate stagioni e che ora è proprietà esclusiva dell’Unicorno.