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NBA, vittoria in rimonta per gli Warriors. Lonzo Ball: 29 punti e successo

NBA

Cinquantanove punti del duo Curry-Thompson regalano a Golden State un successo in rimonta contro i Pelicans (32 e 16 rimbalzi per Davis). Lonzo Ball a un assist dalla tripla doppia (29 punti, 11 rimbalzi e 9 assist) guida i Lakers al primo successo stagionale

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New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 120-128

Ci hanno pensato gli Splash Brother nel secondo tempo a riportare avanti i Golden State Warriors, partiti evidentemente con le marce molto basse nel match e poi via via sempre più in partita. I Pelicans hanno provato a piazzare la zampata nei primi due quarti, durante i quali i padroni di casa hanno toccato anche i 15 punti di vantaggio. Un buon bottino contro chiunque, ma non se di fronte hai i campioni NBA, abili a non lasciarsi piegare dai 35 punti a testa di Anthony Davis e DeMarcus Cousins, letteralmente le uniche due opzioni offensive di un attacco che altrimenti batte continuamente in testa, e nonostante le 16 triple mandate a segno dai Pelicans. Alla fine negli ultimi dieci minuti soltanto un sussulto d'orgoglio ha riportato a contatto i padroni di casa, prima di essere spazzati via definitivamente da Golden State, ancora in parte imballata e con meccanismi non del tutto oleati in attacco. I migliori realizzatori in casa Warriors sono Thompson con 31, seguito da Curry a quota 28 (salito al secondo posto ogni epoca per assist distribuiti con la maglia degli Warriors). Durant invece si ferma a quota 22, ma mette a referto ben 7 stoppate, suo massimo in carriera.

Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 130-132

Tutti lo aspettavano all'esordio, ma Lonzo Ball ci ha messo 24 ore in più per sprigionare tutto il suo potenziale e talento anche su parquet NBA. Nulla di grave: la scelta n°2 dell'ultimo Draft infatti si è caricata sulle spalle tutta la squadra gialloviola nel match vinto soltanto sulla sirena contro i Phoenix Suns (battuti 132-130) e chiudendo i 37 minuti trascorsi in campo mettendo a referto 29 punti (nonostante il 12/27 al tiro), 11 rimbalzi e 9 assist, a un passo da una tripla doppia storica e che gli avrebbe permesso di battere il record di LeBron James, il più giovane nella storia NBA a chiudere un match con almeno 10 punti, 10 assist e 10 rimbalzi. Non male come seconda partita in carriera da professionista, soprattutto considerando il peso specifico dei canestri realizzati nel quarto periodo, in cui i Suns si erano pericolosamente riportati sotto. A pesare sul punteggio finale i due errori finali ai liberi di un T.J. Warren da 24 punti: in lunetta a meno di due secondi dal termine infatti, ha sbagliato il primo tentativo a gioco fermo ed è poi stato costretto a scalpellare il ferro anche con il secondo per tentare alla disperata l'aggancio a quota 132. Tutto vano, con Phoenix che incassa così la seconda sconfitta in altrettante partite. Da sottolineare da una parte i 25 punti di Brandon Ingram, al suo massimo in carriera, mentre dall'altra Devin Booker mette a referto 25 punti, 11 rimbalzi e 8 assist. Una tripla doppia sfiorata anche per lui, che come Ball avrà molto tempo per metterne tante a referto.

Minnesota Timberwolves-Utah Jazz 100-97

Jamal Crawford non ha avuto neanche bisogno di restar lì a guardare la palla entrare. Sapeva che la sua tripla a 27 secondi dal termine sarebbe andata dentro, a coronare un quarto periodo da 17 punti. Tutto il bottino messo a referto dall’ex giocatore dei Clippers (e di tante altre) infatti è arrivato negli ultimi 12 decisivi minuti di gioco; quelli che hanno regalato il primo successo stagionale a Minnesota. A fare strada ai T’wolves ci hanno prima pensato i 21 punti di Wiggins e i 20 di Towns; gli stessi messi a referto da Rodney Hood, il miglior realizzatore tra gli ospiti, uscito poi dal campo a causa di un problema al polpaccio. “Abbiamo dimostrato molto stanotte, soprattutto a noi stessi”, commenta Towns a fine partita, consapevole di quante volte negli anni passati in situazione del genere alla fine era poi arrivata una sconfitta. “Ho preso conclusioni di questo tipo talmente tante volte in carriera… mi è bastato vedere soltanto dopo come si muoveva la retina”, racconta Crawford. Con lui queste partite spesso e volentieri diventano vittorie. 

Philadelphia 76ers-Boston Celtics 92-102

I Boston Celtics vincono la prima gara della loro regular season, regolando negli ultimi sei minuti di partita i Philadelphia 76ers, ancora incapaci di dare uno strappo finale per portare a casa il successo. Ventuno punti per Irving e 17 di Horford (nonostante le modeste percentuali) bastano agli ospiti per avere la meglio sui 76ers che mandano tutto il quintetto in doppia cifra: 11-11 e 5 assist per Simmons e 11 con 14 rimbalzi per Embiid; inutili ai fini del risultato. “La loro difesa non ha fatto nulla di particolare su di me; tutte le triple che ho preso erano con spazio. Ho sbagliato io, punto”, racconta il centro numero 21, rammaricato per le pessime percentuali, incapace di trovare il fondo della retina con le prime otto conclusioni del match e non andato oltre un modesto 4/16 dal campo e 0/6 da tre punti.

Washington Wizards-Detroit Pistons 115-111

I Big Three degli Wizards fanno la voce grossa nel match casalingo contro i Detroit Pistons su entrambi i lati del campo. Il miglior realizzatore tra i padroni di casa è Otto Porter, fresco di rinnovo multimilionario e a caccia di conferme anche sul parquet; per lui 28 punti, 9 rimbalzi e 4 recuperi. Bradley Beal ne aggiunge 25 con 4 assist e 3 stoppate, arrabbiato per l’atteggiamento morbido della sua squadra nel finale: “Non possiamo permetterci di sprecare 10, 12 punti di margine soltanto perché non siamo stati concentrati. Il segnale positivo è che siamo riusciti a portare a casa il risultato”. Già, alla fine ci ha pensato John Wall a chiudere il discorso; non tanto e non solo con i 26 punti e 10 assist (e nonostante le 8 palle perse), ma soprattutto grazie alla stoppata su Reggie Jackson a meno di 15 secondi dal termine. Una giocata difensiva che ha impedito al miglior realizzatore della serata dei Pistons (21 punti) di trovare il canestro del pareggio. Una giocata da leader.

Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 96-114

Altro successo facile per i Blazers, che hanno iniziato in trasferta questa stagione e al momento hanno incassato due vittorie con ben 68 punti di margine combinati. La seconda vittima sono stati gli Indiana Pacers, senza Myles Turner e incapaci di opporre una resistenza credibile a uno scatenato CJ McCollum, di rientro dopo la squalifica della prima giornata e autore di 28 punti con 12/18 al tiro: “Quando mi lasciano un istante per pensare prima del tiro, è come se il canestro magicamente diventasse un po’ più grande”. Di tempo per ragionare la difesa dei Pacers gliene ha lasciato colpevolmente molto, talmente tanto da permettere a Lillard di sgasare nel primo quarto (11 punti), per poi fermarsi a tirare il fiato. “Sapevamo che all’esordio avevano segnato 14 punti; siamo rimasti concentrati in difesa e grazie a quello abbiamo portato il risultato a casa”. 

Brooklyn Nets-Orlando Magic 126-121

Nel segno del 17, e non perché ci sia bisogno di sfidare la scaramanzia. La sfortuna infatti ha già bussato alla porta dei Nets, costringendo Jeremy Lin a salutare la stagione NBA dopo soltanto la prima partita. A dedicargli il successo allora ci hanno pensato D’Angelo Russell, Trevor Booker e DeMarre Carroll, tutti e tre a quota 17 punti al termine del match, chiuso con ben sei giocatori in doppia cifra dai newyorchesi. La copertina della sfida però, spetta di diritto a Nikola Vucevic, autore di una prestazione maiuscola nonostante il ko: 41 punti (massimo in carriera) con 17/22 al tiro, 6/8 dall’arco, 12 rimbalzi e 3 assist. Un dominio schiacciante nel pitturato (e non solo), che tuttavia non ha permesso ai Magic di rimettere il naso avanti negli ultimi 7 minuti scarsi di gara. 

Dallas Mavericks-Sacramento Kings 88-93

Seconda sconfitta stagionale per i Mavericks, battuti in casa dai Sacramento Kings in quella che doveva essere la sfida tra due dei più interessanti rookie di questa stagione. Un testa a testa a cui Dennis Smith Jr. è stato costretto a rinunciare a causa di un fastidioso gonfiore al ginocchio sinistro che lo ha messo fuori causa. De Aaron Fox invece, in uscita alla panchina, ha chiuso mettendo a referto 9 punti, 10 assist e 6 rimbalzi, utili nella lotta in area dominata dai King: Sacramento infatti vince la lotta a rimbalzo 41-29 e trascinata dai 21 punti George Hill e dai 13 a testa di Buddy Hield e Zach Randolp porta a casa la prima vittoria stagionale.