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NBA, iniezione di cortisone sulla spalla di Markelle Fultz: i Sixers potebbero fermarlo

NBA
Markelle Fultz, prima scelta assoluta dell'ultimo Draft (foto Getty)
NBA_Fultz_Philadelphia

La confusione con le dichiarazioni del suo agente, la prospettiva che i Sixers possano metterlo a sedere finché la spalla non migliora: tutt'altro che facile l'avvio stagionale della prima scelta assoluta all'ultimo Draft

La spalla destra siringata per togliergli del liquido. Anzi, no, solo un’infiltrazione di cortisone. Le voci si rincorrono, l’agente del giocatore prima dice una cosa e poi la smentisce, cambiando versione. I Sixers che si affidano al parere del loro staff medico, coach Brett Brown che si rimette alle loro decisioni e un’opzione che si fa sempre più consistente: Philadelphia potrebbe fermare Markelle Fultz finché la sua spalla non migliora sensibilmente. È uno dei casi di questo inizio di stagione NBA, con la prima scelta assoluta allo scorso Draft titolare di orrende percentuali al tiro (il 33.3% dal campo, il 50% dalla lunetta, mentre deve ancora tentare il suo primo tiro da tre punti) come conseguenza di una spalla – quella destra, la sua mano di tiro – davvero malconcia. Nella giornata di martedì l’agente dell’ex stella di Washington University, Raymond Brothers, aveva parlato di “fluidi estratti dalla spalla del proprio cliente”, procedimento poi negato dallo stesso Brother che ha invece parlato “di un’iniezione di cortisone”, prontamente confermata anche dalla società (effettuata lo scorso 5 ottobre). “Volevo semplicemente far sapere che Markelle non è a posto fisicamente, ma continueremo a lavorare con Bryan Colangelo [il GM dei Sixers, ndr] e con lo staff medico per trovare la miglior soluzione. Oggi come oggi non riesce letteralmente ad alzare il braccio nella normale meccanica di tiro, ma ha deciso fino a oggi di convivere con il dolore per aiutare la squadra. Il suo atteggiamento va elogiato, ma allo stesso tempo siamo aperti a trovare la soluzione migliore perché Markelle torni il prima possibile al 100%”. E questa soluzione, ormai viene suggerita apertamente, potrebbe essere quella di fermare il rookie dei Sixers per qualche tempo: “Non possiamo nascondere che c’è della preoccupazione attorno allo stato della sua spalla”, ammette l’allenatore Brett Brown, il primo poi però a elogiare la sua matricola per quanto fatto comunque vedere finora: “In campo aperto sta facendo molto bene e la sua fiducia è in continuo aumento”. 

Niente tiro da tre

L’allenatore dei Sixers aveva già fatto sentire la sua voce per cercare di tranquillizzare il suo rookie, per il quale le aspettative sono ovviamente molte, costretto dallo status di prima scelta assoluta a giocare sempre sotto i riflettori: “Gli ho detto che questa sua prima stagione, comunque vada, non sarà quella che definirà la sua carriera”. Ma certo un giocatore capace di segnare con il 41.3% dall’arco a livello collegiale (pur con una linea da tre punti ovviamente più vicina) che però nella NBA non sente la fiducia necessaria neppure a tentare un singolo tiro da tre è un problema tanto per Fults quanto per i Sixers. La cui soluzione però è sempre più evidente che sia destinata a essere medica prima ancora che tecnica.