Gli Hawks perdono 100-105 nell'esordio casalingo contro Denver e allungano a cinque la striscia di sconfitte. Ottima prestazione per Marco Belinelli, che chiude con 15 punti e un convincente 5/7 nel tiro dalla lunga distanza
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L’esordio stagionale casalingo degli Atlanta Hawks ha confermato il pessimo momento di forma della squadra di coach Budenholzer, letteralmente tenuta in piedi da Dennis Schröder (ritornato dopo l’assenza per la distorsione alla caviglia di domenica scorsa subìta contro Brooklyn) che chiude con 20 punti e 6 assist e dal supporto in uscita dalla panchina dato dal nostro Marco Belinelli, ancora ispiratissimo nel tiro dalla lunga distanza: per l’azzurro 15 punti e 5/7 dalla lunga distanza, in una stagione iniziata alla grande quantomeno a livello realizzativo. In una squadra che annaspa a caccia di un’identità e palesemente non equipaggiata in quanto a talento per competere ad alto livello, Belinelli sta trovando il suo spazio e i suoi tiri. Il 54.3% con i piedi oltre l’arco racconta meglio di qualsiasi altro dato la bontà di questo suo inizio, nonostante Atlanta abbia incassato la quinta sconfitta consecutiva nella prima gara di questa regular season disputata alla Philips Arena, in fase di restyling da parte della proprietà che ne sta riducendo la capienza da 18.047 posti a 15.711 per aprire dei nuovi salottini vip con tutte le comodità del caso; un investimento da oltre 190 milioni di dollari che gli Hawks sperano di recuperare in breve tempo, appena i lavori saranno terminati. “Stiamo provando a combattere in tutti i modi- racconta Bazemore, consapevole del fatto che Atlanta sia la peggior squadra al momento in NBA -; è dura. Stiamo provando a fare le scelte giuste, ma tutti in qualche modo stanno crescendo; questo è l’aspetto incoraggiante”. Non vincere però una partita in cui tiri 14/33 da tre punti a fronte del 4/20 dei tuoi avversari lascia più di una domanda senza risposta.
Il ritorno di Paul Millsap: “Stavo per scoppiare a piangere”
I riflettori però erano tutti puntati su Paul Millsap, per l’ennesima volta protagonista in Georgia, ma dopo lungo tempo con una maglia diversa. Sette dei suoi 15 punti infatti sono arrivati nel quarto periodo e, assieme alla doppia doppia da 15 punti e 18 rimbalzi firmata da Nikola Jokic (unico del quintetto a chiudere con +12 di plus/minus), i Nuggets sono riusciti a conquistare il successo per 105-100: “Quando la partita è in equilibrio nel finale, questo è quello che ci si aspetta dal giocatore franchigia che guadagna 30 milioni all’anno – racconta coach Malone a fine gara -; ha fatto un passo avanti rispetto agli altri e ha determinato il risultato”. Concentrato ed efficace dunque, nonostante le emozioni lo hanno messo in difficoltà per tutti e 48 i minuti di partita: “Sono quasi scoppiato a piangere, questa città e questa squadra hanno significato molto per me. Ho un sacco di ricordi qui”. La stima di tutti è rimasta quella di sempre, come dimostra coach Budenholtzer tutt’altro che rammaricato nel post: “Ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un grande giocatore. Massimo rispetto per lui che ancora una volta è riuscito a determinare il risultato di una partita”. Quel tipo di giocate che Atlanta dovrà ritrovare in fretta, se non vuole che questa regular season diventi da record in senso negativo.